Bellinzonese

Un morto e un ferito grave in un cantiere a Bellinzona

Grave il bilancio dell’incidente avvenuto verso le 13.45 in via Ghiringhelli, dove sono cadute un’impalcatura e una scala di cemento interna

(Ti-Press/Crinari)
9 novembre 2022
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Gravissimo infortunio sul lavoro oggi verso le 13.45 in un cantiere edile in corso in via Ghiringhelli a Bellinzona. Stando alle prime informazioni raccolte sul posto dalla redazione, confermate da fonti sindacali, sono cadute un’impalcatura e una scala di cemento interna di uno dei tre edifici in costruzione, colpendo alcuni operai che si trovavano sulle scale e nelle immediate vicinanze. In un comunicato stampa la Polizia cantonale parla di un ferito e di una persona sotto le macerie. Secondo testimonianze raccolte sul posto, un operaio è morto e ci vorranno ore per estrarlo dalle macerie che lo hanno ricoperto. Un altro è rimasto gravemente ferito. Quest’ultimo è stato tratto in salvo dai detriti dopo un paio di ore grazie all’Unità di intervento tecnico dei pompieri. Sempre secondo indiscrezioni, vi sarebbero anche due operai feriti leggermente, i quali hanno tentato di prestare i primi soccorsi in attesa dell’arrivo di pompieri, Croce Verde e Polizia cantonale. Alcuni abitanti del quartiere riferiscono di aver udito un forte rumore seguito da urla. Si tratta del cantiere per la costruzione di quattro palazzine il cui committente è la Cassa pensioni cantonale. La strada è stata sbarrata. Al fine di prestare sostegno psicologico è stato richiesto l’intervento del Care Team.

‘Mio marito salvo per miracolo’

«Mio marito era lì al momento del crollo. Mi ha subito chiamata al telefono dicendo di essere rimasto solo leggermente ferito a una gamba e di aver cercato di portare i primi soccorsi, in attesa degli specialisti». Ha lo sguardo costantemente rivolto verso il cantiere teatro della tragedia la giovane donna che incontriamo verso le 14.30 in via Ghiringhelli, al di là della striscia bianco-rossa tirata dalla polizia per impedire l’accesso ai passanti. Con lei vi sono alcuni abitanti del quartiere. Poche le informazioni che è in grado di fornire al cronista giunto sul posto. Ma ne basta una per segnare subito la gravità della situazione: «Mio marito mi ha detto che un operaio è morto, altri due o tre sono rimasti feriti gravemente e altri due solo leggermente, fra cui lui stesso». Alla fine il bilancio sarà di un operaio deceduto e di un altro estratto ferito dalle macerie. Passa un’ora, altra telefonata: «Mi ha detto che fra i cumuli di cemento armato si vede spuntare la mano di un suo collega. Stanno cercando di recuperarlo. Povero uomo». Poi una constatazione d’ordine generale, quella che una moglie in apprensione può fare: «Di sicuro la loro è una professione che comporta dei rischi. Quanto torna a casa la sera non racconta molto del suo lavoro, ma più volte mi ha fatto capire che gli operai sono sotto pressione, che devono lavorare molto e anche velocemente». Un bambino che abita poco distante, e che fa parte del corpo dei mini-pompieri di Acquarossa con i quali si esercita una volta al mese, ha lo sguardo attento sui mezzi di soccorso. E a sua volta spiega che «un giorno, tornando a piedi da scuola, ho visto cadere al suolo, dal gancio di una delle gru, un grande pezzo di legno». Un’altra testimonianza raccolta dalla redazione riferisce di un incidente fra automezzi evitato solo per miracolo, nella stretta rampa di accesso al cantiere, fra un veicolo che si trovava nell’area di lavoro e un camion intento a introdurre una delle gru.

Edilizia: ‘Concorrenza e guerra dei prezzi sono i principali problemi’

«La pressione ci preoccupa da anni». Dario Cadenazzi, responsabile del settore edilizia di Unia Ticino e Moesa, in generale, si augura che la sicurezza venga messa sempre al primo posto e che non si speculi su di essa. Sicurezza che «è centrale», in un settore nel quale «il problema è riconducibile alla concorrenza e alla guerra dei prezzi». Nel ricostruire le cause esatte dell’infortunio mortale avvenuto oggi, l’inchiesta dovrà considerare quelle che per ora sono solo alcune ipotesi. Possiamo citare ad esempio un calcolo di progettazione errato oppure una realizzazione lacunosa oppure ancora l’utilizzo di materiale non idoneo o difettoso. Se così fosse, la questione farebbe «ancora più paura» rispetto a un eventuale problema legato alle misure di sicurezza adottate sul cantiere, rileva Cadenazzi, perché sarebbe poi «la condizione finale dell’opera a poter presentare delle problematiche». E questo ovviamente con possibili conseguenze sia sugli operai, sia per coloro che poi entreranno nell’edificio costruito. In ogni caso, sarà, appunto, l’inchiesta a determinare le cause esatte dell’incidente, stabilendo così anche se l’opera è stata costruita seguendo tutte le norme in vigore e quindi le eventuali responsabilità.

Il precedente del 2013 a pochi metri di distanza

Nel 2013 vi era stato un altro infortunio mortale, poco distante dal luogo dell’incidente odierno. Ovvero in via Torti, di fronte al cimitero, dove si stava costruendo una palazzina di alcuni piani. Allora, un operaio 30enne italiano era stato travolto dal materiale staccatosi improvvisamente dalla parete dello scavo profondo circa tre metri in cui si trovava. L’incidente aveva provocato l’apertura di un’inchiesta: nel 2016 il Tribunale amministrativo federale (Taf) aveva confermato le lacune in materia di sicurezza riscontrate dall’Istituto nazionale svizzero contro gli infortuni (Suva). La ditta responsabile dei lavori si era infatti opposta al provvedimento della Suva che prevedeva, in caso di nuova infrazione alle prescrizioni sulla sicurezza, di attribuire all’impresa un grado superiore della tariffa dei premi da versare. E questo nonostante la ditta avesse appaltato i lavori di scavo a un’altra impresa. Il Taf aveva infatti stabilito che spettava proprio alla ditta in questione attuare le necessarie misure di sicurezza per evitare il cedimento del terreno. Invece non era stata allestita alcuna perizia geologica e le pareti dello scavo non erano state puntellate.

Nel 2022 altri due infortuni mortali sul lavoro

Due gli altri infortuni mortali avvenuti sui cantieri ticinesi nel 2022. Il 27 gennaio, alla Mikron di Agno, è deceduto, schiacciato sotto un tornio industriale, un 51enne zurighese che stava lavorando per conto di una ditta esterna. Il 15 maggio in Valle di Blenio ha invece perso la vita un 66enne residente nel Canton Lucerna dopo essere scivolato da un tetto mentre era intento a eseguire dei lavori relativi alla canna fumaria di un’abitazione di Semione in fase di ristrutturazione.

Altri quattro infortuni gravi sul lavoro sono stati segnalati dalla Polizia. Il 13 gennaio in una galleria stradale a Piotta (serie ferite per un 55enne operaio italiano scivolato durante il montaggio di strutture), il 20 gennaio presso una casa in ristrutturazione a Bellinzona (gravi ferite per un 40enne operaio italiano caduto mentre scendeva da una scala a chiocciola), l’11 aprile in un cantiere Ffs a Piotta (serie ferite all’avambraccio per un 45enne della Valle di Blenio intento a tagliare un tubo con una smerigliatrice) e il 22 giugno a Castione (gravi ferite per un 22enne operaio precipitato dalla ‘Torre Energetica’ mentre stava svolgendo lavori di installazione).