Un messaggio governativo di alcuni giorni prima del lancio dell’iniziativa rende noto che approfondimenti sono in corso. Pamini: ma noi vogliamo certezze
È datato 12 ottobre 2022 e contiene un paragrafo – invero non messo particolarmente in risalto – che pare essere sfuggito ai promotori dell’iniziativa popolare ‘Sì alla neutralizzazione dell’aumento dei valori di stima’ lanciata alcuni giorni dopo, il 24. O perlomeno non è mai stato menzionato. Il riferimento è al messaggio governativo che chiede di stanziare un credito di investimento di 3 milioni per l’acquisto e l’implementazione di un software per il calcolo dei valori di stima del parco immobiliare ticinese, e che a metà del capitolo 9 rende noto che "è stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale incaricato di esaminare le leggi in cui i pubblici tributi o contributi siano determinati in base al valore ufficiale di stima e di quantificare l’impatto finanziario derivante da un possibile avvicinamento delle stime ai valori di mercato". Scopo dell’esercizio – peraltro richiesto anche dalla mozione di Paolo Caroni (Il Centro/Ppd) e cofirmatari ‘La revisione delle stime ufficiali della sostanza immobiliare sia neutra dal profilo fiscale e sociale per i cittadini’, scrive il Dipartimento finanze ed economia che ha licenziato il messaggio – "è quello di avere tutti gli elementi necessari per valutare possibili modalità di neutralizzazione sul fronte delle entrate e delle uscite".
Detto altrimenti, il Consiglio di Stato si è già attivato per muoversi nella direzione indicata dal testo alla base della raccolta firme (entro fine gennaio ne servono 10mila, trattandosi di un’iniziativa costituzionale) promossa dall’Udc e sostenuta da un comitato interpartitico composto anche da Lega, Plr e Centro/Ppd e che ricalca la citata mozione presentata lo scorso 19 settembre. Iniziativa popolare e atto parlamentare motivati dal fatto che in occasione della prossima revisione generale in calendario per il 2025 in Ticino dovrebbero entrare in vigore i valori di stima immobiliare revisionati che saranno molto più alti di quelli attuali che si attestano generalmente al 45% del valore venale. Questo cambio di paradigma da attuare deriva da una sentenza del Tribunale federale che stabilisce come in tutta la Svizzera tali stime non dovrebbero essere inferiori al 70% del valore venale. Un aumento inevitabile, dunque, che secondo i quattro partiti di centro-destra potrebbe addirittura portare al raddoppio delle cifre attuali, ciò che a loro giudizio comporterebbe uno tsunami fiscale per il ceto medio. La soluzione che avanzano è perciò quella di una compensazione di tale impennata tramite la riduzione dell’imposta sulla sostanza.
Tornando al messaggio governativo che chiede al parlamento un credito per l’acquisto di un nuovo software di calcolo in quanto la soluzione informatica ora in uso risale agli anni 90 e si basa su una tecnologia ormai obsoleta, sempre al capitolo 9 dal titolo ‘Conseguenze sulla prossima revisione generale’ spiega che "lo sviluppo e l’implementazione del nuovo applicativo informatico richiedono, per la messa in funzione a pieno regime, indicativamente due anni di lavoro. Da notare che tale aggiornamento non vincolerà in nessun modo il sistema all’attuale modello di calcolo delle stime. Il nuovo sistema è infatti stato pensato per essere adattato a eventuali altri metodi che si volessero adottare in futuro". A tal proposito, segnala l’esecutivo, "è in corso la valutazione di un nuovo metodo di calcolo semplificato già in uso presso altri Cantoni". Nel credito per la gestione corrente, specifica poi il Consiglio di Stato, è già incluso l’importo indicativo per lo sviluppo e l’integrazione di un nuovo metodo di calcolo. Ma aggiunge: "In ogni caso, considerata la complessità del processo tecnico e la necessità di un’approfondita valutazione delle possibili misure compensatorie, come peraltro evidenziato anche nella mozione menzionata, l’entrata in vigore dei nuovi valori di stima sarà dopo il 2025". E infine informa che "l’evasione della citata mozione sarà possibile solo al termine degli approfondimenti di cui si è detto e sarà contestualizzata nell’ambito del relativo messaggio".
«La frase in cui il Consiglio di Stato accenna alla neutralizzazione dell’aumento delle stime mi sembra alquanto criptica e blanda. E per di più è piazzata in uno degli ultimi capitoli del messaggio. Di positivo c’è solo l’accenno alla mozione di Caroni, firmata anche da me e da deputati degli altri partiti borghesi, con la quale chiediamo di neutralizzare gli effetti del raddoppio delle stime», osserva il deputato democentrista Paolo Pamini, da noi interpellato. Il governo, aggiunge, «non scrive esplicitamente di voler neutralizzare fiscalmente la prossima revisione delle stime. Una volta in possesso degli elementi necessari, dice solo di voler "valutare possibili modalità di neutralizzazione sul fronte delle entrate e delle uscite". Il che significa tutto e niente. Se il Consiglio di Stato non studierà qualche misura per attutire l’impatto del raddoppio delle stime sarebbe per il Dipartimento finanze ed economia e gli altri quattro ministri un suicidio politico. Avrebbero tutto il ceto medio proprietario di casa e gli inquilini contro. Finora però da parte del governo non vedo segnali concreti e tantomeno vincolanti. Noi iniziativisti siamo invece chiarissimi: la revisione delle stime non deve comportare un aumento del gettito d’imposta. Ecco perché vogliamo ancorare alla Costituzione cantonale il principio che gli effetti fiscali e sociali (sussidi, aiuti…) del raddoppio delle stime vengano neutralizzati. Vogliamo certezze». Da qui «il lancio dell’iniziativa popolare costituzionale, per la cui riuscita serviranno almeno 10mila firme». Come sta procedendo la raccolta? «Bene», assicura Pamini: «È un’iniziativa di cui beneficerebbero anche gli inquilini, poiché eviterebbe l’aumento dell’affitto, che stimiamo senza esagerazioni in cento franchi in più al mese senza correttivi».