Eletto con ampia maggioranza ai danni di Giudo Schenini. In Municipio anche Giovanni Cadlini, Decio Cavallini, Simone Guidicetti e Auro Lunghi
Dopo tre commissariamenti e parecchie legislature caratterizzate da ripetuti attacchi personali, lunghe vicende giudiziarie e dimissioni, la popolazione di Roveredo questa mattina ha scelto a chi affidare le redini del proprio Comune: il risultato scaturito dalle urne ha premiato Gianpiero Raveglia, in rappresentanza della lista civica di concordanza ‘6535 Insieme’, quale nuovo sindaco del capoluogo mesolcinese. Il 60enne, candidatosi solo per la poltrona di sindaco, è stato preferito con ampia maggioranza a Guido Schenini (661 schede a 134) nella corsa a due per la carica più importante dell’esecutivo. Dal canto suo Schenini non è invece neppure riuscito a ricevere sufficienti voti (140) per essere eletto quale municipale.
Il giudice conciliatore (questa la professione dell’avvocato Raveglia) sarà chiamato a risolvere la crisi istituzionale creatasi in seno al Municipio a "causa di confronti politici e personali capaci di minare collaborazione e collegialità dell’organo esecutivo", come riferito dal Governo retico a inizio 2021 decidendo di affidare il mandato di commissariato a Claudio Lardi, ex consigliere di Stato. Lardi che a sua volta aveva preso il posto di Schenini nel ruolo di sindaco, succedendo alla consigliera nazionale Anna Giacometti nella stessa funzione. L’ennesima intensificazione delle ostilità di un Comune da anni confrontato con situazioni di conflitto, nel 2013 era infatti già stato nominato un commissario. Il nuovo corso del capoluogo mesolcinese scelto per la prima volta dal sistema maggioritario entrerà in carica il 1° gennaio 2023. In Municipio sederanno anche il consigliere comunale Giovanni Cadlini (574 voti), il già vicesindaco Plr di Bellinzona domiciliato da otto anni nella località Decio Cavallini (552), il consigliere comunale Simone Guidicetti (503) e il collega di legislativo Auro Lunghi (587), tutti esponenti della lista civica ‘6535 Insieme’.
La popolazione ha quindi deciso di affidarsi a volti nuovi della politica grigionese. A pochi minuti dal verdetto, Raveglia ha confidato a ‘laRegione’ di essere molto soddisfatto del risultato: «Per la carica di sindaco immaginavo una certa differenza, ma non così ampia. Sono consapevole di essere chiamato a un’assunzione di responsabilità per ripagare la fiducia dell’elettorato». Un cambio di rotta deciso per evitare futuri commissariamenti o curatele del Cantone. L’intenzione è quindi di lavorare seriamente «così da trovare soluzioni concrete» ha puntualizzato il nuovo sindaco riferendosi anche all’amministrazione e, in particolare, ai licenziamenti avvenuti sotto il mandato di Lardi. «È difficile esprimersi sulla situazione e trovare eventuali errori, ma sicuramente il nostro compito dovrà capire i motivi di queste decisioni». La promessa di lavorare in un clima sereno e più costruttivo sembra quindi essere rispettata. «Le persone che fanno parte della squadra del Municipio – ha continuato il 60enne – per indole, predisposizione e dichiarazioni d’intenti sono capaci di operare in maniera collaborativa per il bene del Comune. Ho la capacità di mediare differenti posizioni, pur considerando anche le mie idee con particolare attenzione all’aspetto giuridico. Nell’ambito del diritto amministrativo entra in gioco il margine d’apprezzamento e, lì, si tratta di trovare soluzioni ottimali e politiche in senso stretto che vanno nell’interesse sia finanziario che della cittadinanza e del paese».
A chi dice che è un volto nuovo della scena politica il 60enne preme ricordare la sua nomina quale presidente dell’ex Circolo di Roveredo: «Una carica sì giudiziaria, ma anche politico-amministrativa. Era un ente amministrato da reazioni umane e professionali; indirettamente ho però già fatto politica attiva partecipando a differenti comitati d’iniziativa, come quello contro il numerus clausus nei licei cantonali o la riforma territoriale. Mi definisco quindi un tecnico: cerco soluzioni a livello giuridico per questioni politiche». A partire da alcuni progetti rimasti nel cassetto quale la Ricucitura, definita da Raveglia anche come un collegamento stradale indispensabile per migliorare la viabilità. «Una bretella per accedere ad altri quartieri di Roveredo senza necessariamente transitare dal centro. Ora siamo confrontati con rincari nell’edilizia, rimane però importante pensando anche alla revisione della pianificazione della legge edilizia atta a tutelare i nuclei. Non sempre considerati in ottica turistica. È indispensabile rimettere in sesto l’immagine del Comune» mettendo l’accento anche su elementi storici e la cura del territorio. Come la pista ciclabile (ora in fase di realizzazione) e la valorizzazione del patrimonio culturale.
La giornata di oggi non ha invece sorriso alla lista Civica Rorè: Guido Schenini non è riuscito a riprendersi la poltrona di sindaco mentre il capodicastero Territorio, pompieri, militare e protezione civile Moreno Lussana (119) e il responsabile Ambiente, sport e tempo libero Marcio Da Rocha Pinto (43) non hanno confermato la loro posizione quale municipali. Di formazione meccanico, l’imprenditore non ha però nulla da recriminare. «Era preventivabile una sconfitta, forse non così netta – ha precisato Schenini a ‘laRegione’, poco dopo essersi complimentato con il vincitore –. Le chance erano ridotte, ma sono comunque soddisfatto. Approfitto dell’occasione per ringraziare chi mi ha votato». Nessun rimpianto anche per la mancata carica nell’esecutivo. «È semplicemente un’elezione – ha concluso il 57enne –. La prossima legislatura sarà molto difficile perché le trattande da risolvere sono molte, ma i soldi pochi. E, soprattutto, continuano a esserci lotte intestine... Ma ci lasceremo sorprendere».