È la posizione del Comune in merito al progetto per realizzare a Sobrio l’auditorium del noto architetto. Mauro Harsch lancia la raccolta fondi
Con l’entusiasmo che lo contraddistingue Mauro Harsch, presidente dell’Associazione Ars Dei e ideatore del Villaggio della Musica, annuncia «l’avvio ufficiale» della raccolta fondi per realizzare a Sobrio la sala concerti da 150 posti progettata dall’architetto Mario Botta. Costo preventivato: 3 milioni di franchi. Un’opera di cui si parla da anni e ritenuta necessaria da Harsch per poter rispondere alla "costante crescita del numero di artisti, di giovani musicisti e di compagnie di danza che desiderano collaborare con Il Villaggio della Musica". Si desidera quindi una sala "dotata di un grande palco in grado di ospitare un’orchestra da 35-40 musicisti o stage di danza". Spazi e attrezzature che secondo il pianista e insegnante alla Scuola universitaria di musica del Conservatorio della Svizzera italiana mancano nelle attuali sedi riservate alle attività musicali, ovvero la chiesa e lo stabile Casa Mahler. Una lacuna che stando a Harsch costringe a rinunciare all’80% dei potenziali eventi da proporre a Sobrio. Harsch considera la progettata sala come l’ultimo tassello della realtà del Villaggio della Musica, ricordando che è attualmente in corso la ristrutturazione dell’ex albergo Ambrogini che a partire dall’estate 2023 ospiterà musicisti e spettatori. Negli scorsi anni erano invece stati ristrutturati altri due stabili (Casa Mahler e Casa Poulenc) per ospitare camere per il pernottamento dei musicisti e sale per concerti. Il tutto per un investimento di circa 2,5 milioni di franchi a partire dal 2015, possibile grazie agli importanti contributi di privati vicini alla realtà musicale di Sobrio.
Detto del lancio della raccolta fondi, per poter procedere in futuro con la realizzazione dell’opera è in ogni caso necessaria la variante di Piano regolatore di cui si sta occupando il Comune e per la quale si attende anche il parere del Cantone. In occasione dell’articolo dello scorso aprile, l’ultimo dedicato al tema dalla ‘Regione’, il sindaco di Faido Corrado Nastasi aveva dichiarato che il lavoro coordinato dal pianificatore comunale per elaborare la variante ha tenuto in considerazione le osservazioni critiche sollevate da alcuni residenti – con tanto di lettera mandata al Municipio – circa ubicazione, dimensioni e inserimento paesaggistico della costruzione, così come le osservazioni dell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale e dalla Società ticinese per l’arte e la natura. A seguito di tali dubbi riguardo a ubicazione e dimensioni, il progetto era stato ritoccato, andando anche a diminuire il costo dell’opera. "Riteniamo che sia un disegno rispettoso delle sensibilità emerse, compresi i beni protetti, i luoghi ritenuti importanti e la questione della viabilità e dei parcheggi", aveva affermato Nastasi lo scorso aprile. Già allora il sindaco evidenziava però la necessità di capire nel dettaglio le capacità economiche dei promotori. Ricontattato ieri alla luce del comunicato di Harsch, il sindaco – ribadendo l’apertura di fondo del Comune al progetto – chiarisce che il Municipio non intende portare in Consiglio comunale la variante di Piano regolatore fintanto che non avrà garanzie finanziarie circa la fattibilità dell’operazione. Una variante che per il sindaco non ha senso portare in Cc senza la certezza che il progetto verrà concretizzato. Di fronte all’idea di realizzare una simile struttura in una zona periferica, il Comune chiede inoltre garanzie sulla gestione a lungo termine.