L’esecutivo deciderà dopo aver valutato l’effettiva sostenibilità finanziaria da parte dei gruppi che hanno avanzato proposte. Escluso il boicottaggio
Lugano avrà il suo maxischermo per le partite dei Mondiali di calcio in Qatar (20 novembre-18 dicembre) al Centro Esposizioni? Forse sì, forse no. Al bando della Città di Lugano per l’organizzazione della visione pubblica degli incontri, scaduto alcuni giorni fa, hanno risposto alcuni gruppi interessati, fra associazioni e società. È quanto afferma il capodicastero Cultura, sport ed eventi Roberto Badaracco interpellato in merito da ‘laRegione’. Tuttavia, spiega il vicesindaco di Lugano, le proposte ricevute andranno vagliate. «Vogliamo delle garanzie», spiega Badaracco, «posto che tutti i costi sono a carico degli organizzatori, quindi non solo quelli legati al maxischermo in sé, ma anche l’energia, la sicurezza e così via, non è detto che un dato progetto sia finanziariamente sostenibile da parte di chi l’ha presentato». La risposta definitiva sull’organizzazione o meno del maxischermo, dunque, arriverà da parte del Municipio al termine di questa breve procedura di approfondimento. Il tempo d’altra parte stringe: il torneo, lo ricordiamo, si terrà dal 20 novembre al 18 dicembre prossimi e la Città ha rinunciato a organizzare un evento in centro perché i Mondiali quest’anno sono in concomitanza con il tradizionale mercatino natalizio.
Riguardo alle richieste di rinunciare alla proiezione delle partite nel quadro delle misure di risparmio energetico, e anche per dare un segnale sulla difficile situazione dei diritti umani in Qatar, come già fatto da alcune città romande, avanzate anche in un’interpellanza interpartitica, il capodicastero replica: «Dal punto di vista del risparmio energetico, abbiamo considerato che un certo numero di persone riunite insieme davanti a un singolo schermo corrispondono a un certo numero di televisori e dispositivi che non vengono utilizzati per la visione della partita. Per quanto riguarda i discorsi sul boicottaggio, seppur come Città stigmatizziamo l’assegnazione dei Mondiali al Qatar e il mancato rispetto dei diritti umani nel Paese, abbiamo ritenuto di non correlare a ciò la questione del maxischermo e di trattare le partite di calcio giocato come tali. Il segnale richiesto ci sembrava non proporzionato, anche perché riteniamo che il discorso di sensibilizzazione e un’eventuale protesta andrebbero messi in atto non tanto a livello di Comuni, quanto soprattutto da istanze più alte, a livello federale».