Sabato a Melano i contrari al potenziamento dell’A2 fra Lugano e Mendrisio manifesteranno per far sentire la loro voce a Berna
Altre strade e più traffico? Qui, nel Sud della Svizzera, ci si aspetta (alfine) una decisa inversione di marcia. In realtà in una parte della popolazione e nel mondo ecologista del Mendrisiotto e Basso Ceresio ci si batte da anni, facendo il tifo per il trasporto pubblico. Più di recente, però, a riaccendere la fiamma della lotta ambientalista, tanto da contagiare anche cittadini comuni, è stato il progetto (ribattezzato PoLuMe) di potenziare l’autostrada – fra Lugano Nord e Mendrisio – calato dall’Ustra, l’Ufficio federale delle strade. Un intervento di quasi 2 miliardi di franchi, che va a incidere in modo imponente sul territorio e che sposta, di nuovo, l’attenzione sulla viabilità privata.
Le reazioni, da subito, non si sono fatte attendere, verso Berna e verso il governo a Bellinzona. Adesso, però, il movimento contestatario è pronto a fare un salto di qualità. E sabato, 17 settembre, è determinato a portare allo scoperto – non in piazza, bensì su un prato (dirimpetto l’Orto il Gelso) a Melano – quanti si oppongono a una operazione già ancorata nel Prostra (Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali) e che ha avvicinato l’orizzonte temporale realizzativo al 2030. Per chi protesta sarà un test per misurare le sue forze e la spinta propulsiva del fare cittadinanza attiva. Ma sarà, ancora di più, una occasione importante per far sentire la voce di questo territorio ai piani alti della politica cantonale e federale.
E in effetti, la voce momò non sarà la sola: nello stesso giorno da altri sette angoli del Paese (da Est a Ovest, a Nord) si dirà ‘no’ ad ampliamenti e potenziamenti della rete autostradale nazionale. Per la prima volta il moto di opposizione coinvolgerà tutta la Svizzera sotto lo striscione comune ‘La mobilità cambia direzione’.
Le realtà dell’associazionismo e della politica locale non aspettano altro: sbarrare la strada a PoLuMe, alla terza corsia dinamica, alle sue nuove quattro gallerie, cinque nuovi semi svincoli e all’allargamento del ponte diga di Melide e dei tunnel attuali. Al loro posto i contrari rivendicano "vere alternative" al problema del traffico: cittadini e territorio, reclamano, "meritano maggiore considerazione". L’opera a cui si sta preparando il terreno sembra essere la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso.
«Negli ultimi 20 e più anni, del resto, abbiamo visto la Confederazione e Ustra perseverare nella loro politica di potenziamento della rete autostradale – fa notare Ivo Durisch, coordinatore dei ‘Cittadini per il territorio’, con Ata (Associazione traffico e ambiente), Comitato ‘No alla terza corsia’ e Sciopero per il clima tra i promotori della manifestazione –. Una politica, quella federale, venduta come la soluzione alle colonne, ma che di fatto le sposta solo, alimentando il traffico. In Ticino, e soprattutto nel Mendrisiotto (che, ricordo, ha votato ‘no’ al raddoppio del tunnel del Gottardo), si chiede quindi un cambio di strategia da parte di Ustra nelle proposte per risolvere i problemi della mobilità».
Negli anni richieste, missive, ricorsi e petizioni non sono, però, mancati. «E non abbiamo ricevuto alcun cenno di cambiamento – costata con delusione Durisch –. E allora facciamo sentire la voce che sale dal basso, mobilitando la cittadinanza. È l’unico modo. Non dimentichiamo che la stessa Simonetta Sommaruga, a capo del Datec (Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni), nel rispondere alle nostre sollecitazioni (di ‘Cittadini’, Ata e Iniziativa delle Alpi, ndr), ha dichiarato che "un requisito per l’approvazione del progetto da parte del Consiglio federale è che la regione sostenga il progetto e che le esigenze ambientali possano essere soddisfatte"». E quest’ultima agli occhi dei contrari è una affermazione cruciale.
La valenza nazionale della manifestazione, poi, dà slancio anche al movimento regionale. «In effetti – annota Durisch – non saremo soli nel farci sentire, denominatore comune il nuovo pacchetto miliardario del fondo nazionale sulle strade. Tutto, del resto, è nato in modo spontaneo in diversi luoghi e regioni del Paese. Insomma, è decisamente tempo e ora che Ustra cambi la sua impostazione».
Il cambiamento, di paradigma, di mobilità e di approccio è, infatti, la chiave di volta. Il gruppo di attiviste e attivisti del settore dei trasporti e del movimento per il clima che ha dato vita all’evento chiede, come prima cosa, proprio un "cambiamento verso una mobilità socialmente giusta ed ecologica". Di conseguenza si domanda di azzerare entro il 2030 le emissioni nell’ambito dei trasporti, esortando a una politica "che permetta la qualità della vita per tutte le persone".
Allora, fa capire ancora Durisch, occorre cominciare dal blocco del progetto per il potenziamento dell’A2 tra Lugano e Mendrisio e dalla domanda «di una strategia al passo con il XXI secolo. Che sposti il denaro dal cemento e l’asfalto alla rotaia; limitando, quindi, e non facilitando i flussi di traffico». Certo, rilancia, «anche la pianificazione locale deve fare la sua parte. Non si può più – esemplifica il coordinatore – distribuire parcheggi in tutte le zone industriali, senza mettere delle restrizioni».
E qui il coordinatore dei ‘Cittadini’ invita a guardarsi attorno. «È sotto gli occhi di tutti. Negli anni Sessanta si sono privatizzate le rive dei laghi; nel decennio successivo si sono aperti i grossi cantieri (come quello per l’A2). Poi negli anni Ottanta si è verificata l’esplosione delle zone residenziali, in modo diffuso e disordinato. Mentre tra il Novanta e il Duemila vi è stato l’avvento dei capannoni e dei centri commerciali. E ora – rimarca in conclusione Ivo Durisch – torniamo di nuovo a potenziare l’autostrada. Solo che nel frattempo le persone hanno maturato una coscienza più in linea con i tempi, mentre l’Ustra è rimasto al ‘paleolitico’».
I cittadini si (ri)prenderanno, dunque, la parola sabato, tra le 15.30 e le 18, a Melano. Gli organizzatori ricordano di raggiungere il luogo della manifestazione con i mezzi pubblici. Prima, alle 14.45; dalla stazione di Capolago-Riva San Vitale, poi, alle 15.15, dalla stazione di Maroggia-Melano, partiranno due cortei alla volta del prato-punto di incontro. Seguiranno, alle 15.30, i "discorsi sulla mobilità". Più tardi, dalle 16.30, si condividerà un momento conviviale, tra musica e occasioni di ristoro.
Al temine Verdi e Partito socialista lanceranno una iniziativa popolare federale per istituire un Fondo per il clima. Per saperne di più sull’appuntamento del 17 settembre è possibile consultare il sito www.cambia-mobilita.ch.