Bellinzonese

Non solo Bellinzona: ‘Miriamo a un Tour de France ticinese’

Accantonata l’idea di un Mondiale o Europeo di ciclismo, il nucleo di ideatori punta sulla Grande Boucle cantonale: prossimo passo incontrare il governo

(Keystone)
1 settembre 2022
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E grand départ del Tour de France sia, ma che coinvolga per due o tre giorni l’intero Ticino e non solo il Bellinzonese e l’Alto Ticino. L’idea segnalata il 25 luglio su queste colonne da Antonio Ferretti, giornalista fresco di pensionamento che vanta un passato da ciclista professionista, e sostenuta idealmente dal direttore dell’Otr Juri Clericetti, sta prendendo piede fra il nucleo di persone che nel corso dell’estate ha caldeggiato l’organizzazione di un evento ciclistico di portata internazionale nel Sopraceneri. Mentre il direttore di BancaStato Fabrizio Cieslakiewicz, leventinese e grande appassionato del pedale, aveva confidato l’auspicio che la nostra regione possa un giorno ospitare un Mondiale di ciclismo dopo le quattro edizioni organizzate a Lugano e Mendrisio, dopo che l’imprenditore di Bironico, politico nazionale ed ex ciclista professionista Rocco Cattaneo aveva replicato suggerendo un più modesto Campionato europeo che finanziariamente parlando necessiterebbe un investimento pari a un decimo del Mondiale, sta invece facendo breccia fra gli addetti ai lavori la terza via di Ferretti. E in una riunione a tre convocata ieri sera – presenti anche Cieslakiewicz e il direttore del Centro nazionale svizzero per la gioventù e granconsigliere Bixio Caprara, ma coinvolta nelle valutazioni è anche Agnès Pierret, ex ‘prof’ del pedale belga che nel 2009 ha diretto il Mondiale di ciclismo e che in passato è stata per sette anni direttrice amministrativa della gara a tappe più importante al mondo – sono stati piantati alcuni paletti indicanti una strategia da seguire.

Il direttore Prudhomme si è detto interessato

Punto primo, capire se la Direzione del Tour de France – che dopo Mondiali di calcio e Olimpiadi è il maggior evento sportivo per importanza anche televisiva al mondo – è disposto a entrare in materia di un’eventuale candidatura ticinese: «E la risposta è stata positiva», spiega Antonio Ferretti alla ‘Regione’ indicando un’apertura in tal senso ottenuta informalmente al telefono dal direttore Christian Prudhomme. Il quale – riconoscendo al Ticino indubbie qualità organizzative, un’interessante conformazione del territorio ciclisticamente parlando e una non eccessiva distanza geografica dalla Francia per la prosecuzione della Grande Boucle dopo le prime due o tre giornate ticinesi – ha lui stesso piantato il secondo paletto. Ossia la necessità di presentargli un dossier che sia corroborato da un inderogabile appoggio istituzionale. «Ed è il passo che ci accingiamo a compiere sia chiedendo prossimamente un incontro al Consiglio di Stato, sia rivolgendoci anche alle autorità federali», segnala Ferretti.

Un prologo, una tappa in linea e una partenza verso la Francia

Punto terzo: «In caso di adesione politica e istituzionale, che dovrà giocoforza contenere anche il côté finanziario quale base di partenza su cui iniziare a costruire la ricerca di partenariati, collaborazioni e sponsoring, si tratterà di redigere una candidatura vera e propria». E qui, come detto, si sta ragionando non più sul Sopraceneri e in particolare sul Bellinzonese, ma sull’intero Ticino. In linea di massima il programma includerebbe il sabato una prima tappa di prologo in una città; la domenica una tappa in linea di circa 180 chilometri che tocchi i laghi Verbano e Ceresio dal Locarnese, al Luganese fino al Mendrisiotto; e il lunedì una lunga tappa di avvicinamento alla Francia che potrebbe partire da Locarno via Centovalli oppure dal Vallese. «Abbiamo le idee in chiaro – sottolinea Antonio Ferretti –, ma da queste fino ad avere qualcosa di concreto, ce ne passa. Ci troviamo in una fase embrionale che richiede la ricerca di una serie di conferme. Al momento non possiamo dire se siamo fiduciosi o meno, sono troppe le variabili in gioco. Ma certamente, pur considerando il momento generale difficile sul piano locale e internazionale, quanto andiamo a proporre rappresenta un veicolo promozionale straordinario per l’intero territorio. Ecco perché il progetto trova la sua forza non solo singolarmente nei castelli di Bellinzona, nel Lago Maggiore o nelle vallate superiori; a nostro avviso deve abbracciare tutto il Ticino».

Le stelle che vinsero in Ticino e la storia

Due calcoli per il budget necessario sono già stati fatti, con un impegno prevedibile nettamente inferiore ai 20 milioni necessari per un Mondiale, «ma comunque sempre di diversi milioni si sta parlando». Si lavora su una tempistica di almeno cinque anni, considerando che la Grande Boucle intercala delle partenze dalla Francia ad altre fuori nazione, come fatto quest’anno in Danimarca, come si farà l’anno prossimo nei Paesi Baschi e come potrebbe succedere nel 2024 a Firenze. «Un punto a nostro favore – conclude Antonio Ferretti – è la storia che lega intimamente il Ticino al ciclismo che conta. A Lugano nel 1953 vinse Coppi, a Mendrisio nel 1971 Merckx, nel 1996 a Lugano il leone delle Fiandre Museeuw bruciò allo sprint Gianetti, mentre l’australiano di casa nostra Cadel Evans ha vinto nel 2009 a Mendrisio aggiudicandosi l’anno successivo la maglia gialla del Tour de France. Una doppietta straordinaria. Vicende che potrebbero avere un peso specifico molto elevato nella nostra candidatura a Parigi. Ce lo auguriamo!».

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