Il Municipio di Locarno ha risposto con qualche cifra ma pochi argomenti alle due interrogazioni circa il malessere che serpeggerebbe nel Corpo
Tre ore di lavoro per rispondere, 6 mesi dopo, in modo oggettivamente scarno, al bisogno di chiarezza espresso con due interrogazioni da una buona fetta del Consiglio comunale circa la "verità" riguardante il Corpo di polizia comunale: due ore per argomentare ribattendo alla prima, sottoscritta a febbraio da 20 consiglieri comunali su invito dei due primi firmatari Simone Beltrame (Per Locarno) e Simone Merlini (Plr); un’ora per ribattere alla seconda, che gli stessi due consiglieri avevano inoltrato a luglio, unitamente a Claudio Vassalli (Plr) e Omar Caldara (Lega-Udc-Indipendenti), per chiedere al Municipio se ritenesse opportuna la conferenza stampa convocata dal capodicastero Pier Zanchi e dal comandante Dimitri Bossalini mentre ancora era in corso l’inchiesta amministrativa in seno al Corpo.
L’interrogazione che aveva fatto "scoppiare" il caso della Polcom, sottoscritta dalla maggioranza del legislativo, parlava di una "fuga di agenti (circa 12)", ne chiedeva i motivi e s’informava su come intendesse reagire il Municipio. La risposta, datata 31 agosto, chiarisce che il computo fra agenti partenti e agenti in arrivo presenta in realtà un passivo di sole 5 unità, se si considera il quinquennio 2018-2022. Questo poiché risultano 3 dimissioni e 2 arrivi nel ’18, 2 arrivi nel ’19, 1 dimissione, 2 pensionamenti e 2 arrivi nel ’20, 2 dimissioni, 1 pensionamento e 4 arrivi nel ’21 e – dato che in effetti risalta – 8 dimissioni, 1 pensionamento e 3 arrivi quest’anno. Il totale è quindi di 14 dimissioni, 4 pensionamenti e 13 arrivi. "Vi sono poi ulteriori 7 agenti integrati da Muralto nel 2022", scrive il Municipio. Il riferimento è alla collaborazione instaurata con il Comune limitrofo in vista della convenzione che il Consiglio comunale di Muralto dovrebbe ratificare lunedì prossimo, ma non sembra intenzionato a farlo, stando alle riserve espresse dalle commissioni della Gestione e delle Petizioni.
In risposta poi alla domanda se le partenze fossero ascrivibili "ad esempio a malessere sul posto di lavoro", il Municipio nota, riferendosi in particolare alle ultime partenze, che esse "sono legate in particolare al lavoro a turni sulle 24 ore e alla possibilità, oltre che di svolgere orari più agiati, di poter lavorare vicino a casa. Due di questi agenti sono infatti da poco genitori e hanno posto l’accento su aspetti familiari più che su possibili carriere all’interno del nostro Corpo". Pertanto, nessun particolare malessere, secondo il Municipio.
C’era poi la questione degli agenti "sospettati" di aver concorso per essere poi assunti da altri Corpi, "disdicendo di conseguenza il rapporto di impiego con il Municipio" di Locarno. La Città rimanda alle risposte precedenti, aggiungendo che "comunque ci sono agenti di altri Corpi che sono interessati a lavorare presso il nostro servizio di polizia". Quanto alla volontà di sostituire i partenti, "laddove necessario – risponde l’esecutivo – gli agenti saranno sostituiti con assunzioni esterne e con l’iscrizione di aspiranti alla Scuola cantonale di polizia".
La seconda interrogazione prendeva spunto dall’incontro con la stampa convocato da Zanchi e Bossalini per "difendere il loro operato e quello dei loro agenti, e ciò nel mentre che la relativa inchiesta amministrativa non si è ancora conclusa". Veniva chiesto se il Municipio avesse autorizzato la conferenza stampa; se ne condividesse i contenuti; se non fosse il caso di attendere l’esito dell’inchiesta; e quali obiettivi si prefiggeva il Municipio indicendo un incontro prima dell’esito della procedura condotta dall’avvocato Marco Bertoli. La risposta del collegio esecutivo è che Zanchi aveva informato i colleghi di aver convocato i due giornali "per fare chiarezza su alcuni punti emersi sulla stampa", ma precisando che "non sarebbe entrato nel merito dell’inchiesta amministrativa e delle interrogazioni pendenti, ma che avrebbe unicamente parlato dell’operatività della polizia cittadina". Il Municipio aveva "preso atto dell’avvenuta convocazione, esortando il capodicastero a non entrare nel merito di questioni inerenti all’inchiesta in corso". Cosa che poi in realtà era avvenuta solo in parte – "di transenna", secondo la formulazione del Municipio – tanto da spingere lo stesso esecutivo a "non condividere che erano stati toccati aspetti inerenti all’inchiesta in corso". Infine viene precisato che non era stato l’esecutivo a convocare l’incontro stampa, ma ne aveva preso atto dopo comunicazione del capodicastero.
Nel frattempo, com’è noto, le verifiche di Bertoli sono proseguite, ad un agente è stato prospettato il licenziamento per presunti atti di esibizionismo nei confronti di una collega (atti che lui nega decisamente) e i Comuni in odor di convenzione con Locarno (Muralto da una parte, Ascona e Losone dall’altra, pur secondo modalità diverse) stanno mordendo il freno. A Muralto la convenzione verrà presumibilmente congelata – ma una collaborazione è comunque già in atto da inizio anno – lunedì prossimo dal Consiglio comunale, mentre sull’altra sponda della Maggia di convenzione si è in effetti parlato, elaborandone anche una bozza. Ma l’intenzione è di rimanere prudenti alla finestra, in attesa che il lavoro di Bertoli si concluda e dia un quadro completo ed esaustivo su ciò che non va (ma anche su ciò che funziona, come da precisa richiesta di Zanchi) all’interno del Corpo di polizia comunale cittadino.