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Rete mobile carente e i fai da te scontenti della Val Pontirone

Municipio e Patriziato di Biasca hanno scritto a tutti i proprietari di rustici intimando loro di togliere i ripetitori casalinghi illegali

20 agosto 2022
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Cellulari e tablet che funzionano a singhiozzo sui monti dell’Alto Ticino, parte seconda. Dopo il nostro articolo pubblicato martedì 9 agosto – dedicato ai crescenti problemi di connessione in Leventina dovuti alle quotidiane colonne di turisti fermi in autostrada e connessi nei loro veicoli alla rete mobile, la quale in assenza di adeguati impianti non riesce a soddisfare tutti gli utenti situati in quota – emerge un altro ‘fenomeno’ strettamente legato alla qualità del segnale. Parliamo dei repeater, piccoli ripetitori casalinghi in grado di migliorarla negli edifici laddove risulti debole. Acquistabili per pochi franchi nei negozi e sui portali specializzati, richiedono un’autorizzazione delle rispettive compagnie telefoniche per poter essere utilizzati poiché in grado di creare interferenze sulla rete mobile, specie se posati in modo errato. Poiché non sempre le compagnie autorizzano la posa, e non sempre chi li acquista sa che occorre farne richiesta ufficiale, non sono rare le situazioni d’illegalità. Le quali, se scoperte dall’Ufficio federale delle comunicazioni cui compete la vigilanza, possono comportare conseguenze penali. Proprio per sensibilizzare su questo problema, a fine marzo in vista della bella stagione il Municipio e il Patriziato di Biasca hanno scritto a tutti i proprietari di rustici in Val Pontirone – la cui parte alta, come vedremo dopo, è malservita dal segnale Swisscom – intimando il rispetto delle normative in materia, pena l’intervento dell’Ufcom con relative sanzioni.

Tutto bene fino al 2G, poi meno

Resta sul terreno una carenza del segnale più volte lamentata dai titolari dei rustici. Un problema dalle tante sfaccettature, come emerge dalla lettera di Municipio e Patriziato, a cominciare dal piano d’emergenza allestito nell’ambito della frana di Biborgo che prevede un’informazione tempestiva, tramite l’invio di sms, per quanto riguarda movimenti, rischi e accesso viario. Invio che funziona anche con segnale debole, ma che rischia di non giungere a destinazione in presenza d’interferenze. "A seguito delle numerose segnalazioni riguardanti la scarsa qualità della rete mobile in Val Pontirone – si legge nella missiva – le autorità di Biasca hanno incontrato i rappresentanti di Swisscom. Fino ad alcuni anni fa la tecnologia 2G permetteva una migliore copertura della rete mobile Swisscom per la Valle Pontirone". Copertura qui "garantita dall’antenna presente sul Monte Matro".

Segnale in via di rafforzamento

Tuttavia, prosegue la lettera andando al nocciolo della questione, "il passaggio da sola rete telefonica al trasporto di dati richiede una tipologia di antenna che necessita di una diffusione capillare". Per semplificare, il principio del funzionamento di questa tipologia di antenna "corrisponde al fascio di luce, a forma di cono, di una torcia elettrica. Il fascio corrisponde alla copertura della rete". Un fascio che fatica a illuminare la parte alta della Val Pontirone: "Valle che si distingue, dall’imbocco a Malvaglia, per la sua forma lineare fino a Biborgo, per poi deviare a destra in direzione dell’Alpe di Cava. Fino a Biborgo vi è l’influenza diretta dell’antenna del Matro che dista circa 11 chilometri in linea d’aria". Dentro questa distanza, viene specificato, la copertura è data, "dopodiché il segnale viene diffuso per rifrazione. Per garantirne una migliore copertura sarebbe necessaria una nuova antenna posizionata a una quota tale da garantire il contatto visivo con quella del Matro e alimentata con corrente elettrica". Attualmente una sua realizzazione "risulta essere tecnicamente e finanziariamente non sostenibile", essendo il costo stimato in circa mezzo milione di franchi. E qui viene nuovamente ricitata Swisscom, che "avendo avviato altri interventi tecnici all’antenna del Matro, una volta ottenuta la licenza edilizia rafforzerà il segnale verso la Val Pontirone. I tecnici invitano però a non aspettarsi un cambiamento sostanziale, ma solo un possibile miglioramento della rete mobile in valle".

Segnale ‘molto disturbato’

E siamo ai ripetitori casalinghi abusivi. Durante il passato autunno/inverno Swisscom per comprendere meglio la situazione "ha chiesto a una ditta specializzata di controllare la qualità del segnale". Ebbene, ne è risultato un segnale "molto disturbato a causa d’interferenze riscontrate in loco da ripetitori privati installati senza le dovute autorizzazioni e conformità". Interferenze "che influiscono sulla qualità del segnale della rete degli operatori". Stando ai tecnici, prosegue la lettera, "eliminando le interferenze il segnale della rete mobile potrebbe solo migliorare". Vista la situazione, "come da prassi la situazione è stata segnalata all’Ufcom, che prossimamente provvederà a individuare le fonti di perturbamento e i proprietari di questi impianti". Ufcom che "oltre al sequestro del materiale non autorizzato, procederà con le sanzioni pecuniarie". Poiché fino a questo momento non risultano interventi sul posto dell’autorità federale, l’intimazione potrebbe aver raggiunto l’obiettivo.

Indagine e sanzione

A ogni modo, specifica l’Ufcom sul proprio portale, l’indagine pratica prevede nella prima fase una localizzazione approssimativa tramite stazioni di misurazione, nella seconda fase tramite misurazioni su veicoli e nell’ultima fase a piedi. Una volta che gli specialisti hanno localizzato l’apparecchio responsabile della perturbazione, esso viene messo fuori servizio per eliminare l’interferenza. L’Ufcom sequestra il ripetitore e avvia una procedura che, come detto, può comportare anche conseguenze legali. Se il tipo di ripetitore figura già nell’elenco degli apparecchi non conformi allestito dall’Ufcom, di norma viene avviato un procedimento penale che comporta una sanzione pecuniaria. Se l’apparecchio non è presente nell’elenco, l’Ufcom effettuerà un esame del ripetitore nell’ambito di una procedura amministrativa. Se l’apparecchio non risultasse conforme ai requisiti di legge, l’onere amministrativo verrà fatturato e sarà eventualmente avviato un procedimento penale amministrativo, addebitando inoltre le spese per la localizzazione dell’interferenza.

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