Il rione di Chiasso ha festeggiato l’importante traguardo con una festa popolare, una nuova pubblicazione e un dipinto del patto del Grütli
E sono 90. Anche se lo spirito continua a essere quello di un giovanotto. Il Gruppo Urani di Chiasso ha festeggiato l’importante traguardo con una festa aperta al pubblico nella sua nuova sede in via Sottopenz e soprattutto mandando in stampa una nuova pubblicazione, legata proprio alla storia dell’ex Grotto Grütli, lo stabile che Fondazione e Gruppo Urani hanno acquistato nel 2016 e restaurato negli anni successivi. «Un piccolo contributo, senza pretese storiche, che presenta l’inizio, l’oblio e la rinascita di quella che è diventata la nostra sede», spiega il presidente Sandro Gerosa. Oltre al conosciutissimo risotto offerto alla popolazione e al vino con l’etichetta commemorativa, gli Urani hanno voluto sottolineare l’anniversario con un altro regalo. «Sulla casa terminata mancava qualcosa – ammette Gerosa –. Era l’affresco del patto del Grütli andato distrutto dagli interventi precedenti. Ora siamo riusciti ad applicare un dipinto con la rivisitazione dell’opera storica, eseguita dal pittore Bruno Dagani». La prossima occasione per ammirare dal vivo l’affresco in un contesto festoso sarà durante le feste del Boff... al Penz, che si terranno dal 15 luglio al 1° agosto e il cui programma verrà reso noto nei prossimi giorni.
Il Gruppo Urani è il rione del quartiere Boffalora. Da dove deriva questo nome? E come è nato? A queste, e a molte altre domande, ha cercato di rispondere Sandro Gerosa durante la parte ufficiale dei festeggiamenti. «Nei primi decenni del 1900 alcuni gruppi di abitanti di Boffalora organizzavano nel parco del Boffalorino le feste di Sant’Anna, patrona del quartiere – ricorda il presidente –. Fu nel 1932, quando la filodrammatica chiassese organizzò lo spettacolo di Guglielmo Tell nel piazzale retrostante le attuali scuole commerciali, che il gruppo volontari di Boffalora venne chiamato a fare da comparsa. I volontari ebbero il ruolo della popolazione del canton Uri, ereditando di conseguenza anche il nome di Urani, continuando comunque a organizzare le feste, cucinando il risotto per il Carnevale, partecipando e organizzando il corteo mascherato. Nel 1958 con gli altri rioni chiassesi – Cucù, Maccheronata ed Excelsior – si diede vita al comitato Nebiopoli». Le feste estive al parco del Boffalorino sono continuate fino al 2015, anno in cui il terreno è stato venduto dai proprietari e anno in cui gli urani si sono messi alla ricerca della loro nuova casa.
Il colpo di fulmine è scattato con l’ex Grotto Grütli. Come si legge nella pubblicazione, "fu così che gli urani di Chiasso lo trovarono, se ne innamorarono e il 7 marzo 2016 concretizzarono l’acquisto con la famiglia Valsangiacomo". Il passato recente è storia nota. Gli Urani hanno restaurato lo stabile e lo hanno adattato alle loro esigenze «non con pochi sacrifici – tiene a sottolineare Sandro Gerosa – e grazie anche all’aiuto di persone, ditte, enti e privati che ci hanno sostenuto e tuttora ci danno una mano, con aiuti finanziari, materiali e forza lavoro». Per completare l’opera mancano «diversi interventi da eseguire nel piazzale, che con tempo e pazienza metteremo in atto». Ma quale è stata la storia del grotto fino al 2016? A questa domanda cerca di rispondere la pubblicazione, partendo dallo studio effettuato nel 2017 dalla terza tappa di ChiassoLetteraria. Dal lavoro, durato 5 anni, emerge che "il grotto deve essere stato fatto costruire dai figli di Vittore Valsangiacomo forse contemporaneamente alle loro cantine di Mendrisio, che datano 1901-1902, ma di questa paternità non si è potuta avere conferma". Le ricerche d’archivio – corredate dall’immagine di un rogito del 1896 che attesa la cessione dalla famiglia Chiesa alla famiglia Valsangiacomo – portano a credere che il Grütli esisteva già prima del 1900. E anche le carte topografiche attestano la presenza dei grotti Grütli e Linet nel 1894. Dopo il 1960, immobile e piazzale cambiarono completamente destinazione fungendo da spazio per un allevamento di cincillà; mentre negli anni successivi arrivò un materassaio. Negli inverni degli anni 1960-1970 il sedime era diventato il punto d’incontro della gioventù che, approfittando di una pozza d’acqua gelata che copriva i viali delle bocce, praticava il pattinaggio. Ultima tappa è stato l’affitto a varie imprese edili che, depositando diverso materiale, abbandonarono lo stabile al degrado. Gli interessanti possono richiedere la pubblicazione alla tipografia Progetto Stampa, al negozio Gerosa Fratelli Sa (entrambi di Chiasso) o direttamente durante le feste.
Il cambio della sede non ha penalizzato l’attività del gruppo. «Ci ha impegnato di più – ammette il presidente – per far funzionare la struttura e permetterci di incassare qualche franco». Franco che, come da tradizione del Gruppo prima e della Fondazione poi, è sempre stato donato in beneficenza. Durante l’emergenza sanitaria, per esempio, gli Urani non hanno fatto mancare un contributo alla Catena della solidarietà. Raggiunto il 90esimo, il pensiero corre inevitabilmente al prossimo importante traguardo. «Il futuro c’è: abbiamo un gruppo giovani che ci aiuta nella gestione del bar e nei diversi lavori – conclude Sandro Gerosa –. Questi giovani mi sembrano molto più coesi di noi, che ci troviamo solo quando c’è da lavorare».