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Terza corsia e area Tir sull’A2, monta il dissenso

Votate delle risoluzioni contrarie in più sedi istituzionali. L’appello ai Comuni della regione da parte del Comitato del ‘No’ è a fare squadra

Potenziamento e Tir: due spine nel fianco per molti
(Ti-Press)
16 aprile 2022
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Le parole scritte dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga ormai un anno fa ai ‘Cittadini per il territorio’ da queste parti se le ricordano ancora. Il potenziamento dell’A2 tra Lugano Sud e Mendrisio? "Un requisito per l’approvazione del progetto da parte del Consiglio federale è che la regione lo sostenga e che le esigenze ambientali possano essere soddisfatte". Un messaggio chiaro che nel Mendrisiotto e Basso Ceresio hanno preso alla lettera. In questi mesi, in effetti, il dissenso attorno ai piani per la creazione di una terza corsia autostradale, da una parte, e alla costruzione di un’area di sosta fissa per i Tir fra Coldrerio e Balerna, dall’altra, è cresciuto. Insomma, i cittadini che hanno aderito al Comitato promotore della petizione ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio! Salviamo Mendrisiotto e Basso Ceresio’ – forti delle 6’300 firme raccolte – non sono rimasti i soli a interrogarsi su un’operazione da oltre 1 miliardo e 800 milioni di franchi che appare nata già vecchia.

Nella mappa del Distretto a oggi sono quattro le realtà istituzionali – il capoluogo in testa – ad aver sottoscritto, per mano dei rispettivi Consigli comunali, una risoluzione determinata a fare muro tanto a PoLuMe che alla corsia per i camion. Se, poi, Mendrisio, Balerna, Melano e Riva San Vitale s’oppongono, Maroggia e Rovio – che con Melano ora danno vita a un unico Comune, Valmara – sono attraversati da un "marcato scetticismo" e ritengono "imprescindibili dei miglioramenti al progetto proposto dall’Ustra", l’Ufficio federale delle strade.

La mappa di contrari e critici

Nella mappa della regione, quindi, si va estendendo la porzione di territorio che contesta e critica l’attuale politica della mobilità delineata a livello federale e sposata sul piano cantonale. A preoccupare poi da gennaio è l’accelerazione imposta da Berna con la nuova versione del Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali, il cosiddetto Prostra, che anticipa di un decennio – al 2030, quindi dietro l’angolo – la realizzazione della terza corsia dinamica, da modulare sugli orari di punta dei flussi di traffico pendolare che attraversano il Sottoceneri. Una ragione in più, agli occhi dei censori, per alzare il livello della protesta. Non a caso il Comitato ha lanciato un appello a tutti i legislativi del Distretto a uscire allo scoperto e "dichiarare la loro opposizione a questi progetti".

Nel frattempo, i giorni sul calendario corrono e a fine mese scadrà il termine per la consultazione su Prostra e il pacchetto di misure e crediti che per il periodo 2024-2027 prevede un limite di spesa pari a 8,4 miliardi di franchi. Morale: per evitare una terza corsia e un posteggio di veicoli pesanti lungo l’autostrada a sud, è "fondamentale" che i Comuni locali "si uniscano e facciano sentire il proprio disappunto presso il Cantone, l’Ustra e la Confederazione". E ciò, si rimarca, "prima che sia troppo tardi".

‘Meritiamo più considerazione’

Il tempo passa e il Comitato dei contrari, dunque, è sempre più convinto che "il Mendrisiotto e il Basso Ceresio e i loro 60’000 cittadini meritano maggiore considerazione a livello cantonale e nazionale", si legge in una presa di posizione. "Ci aspettiamo – si ribadisce – che le rivendicazioni di queste regioni vengano finalmente prese sul serio e siano proposte delle vere soluzioni all’annoso problema del traffico e non costosi e inutili ‘cerotti’, come fatto finora. Un aumento della capacità stradale porterà, infatti, a una crescita del traffico e, di conseguenza, dell’inquinamento atmosferico e fonico e non risolverà i problemi di incolonnamento alle entrate dei centri urbani e alla frontiera".

‘Altrove si copre, qui è peggio’

Al fatto di riuscire a "rimuovere importanti criticità", come indicato a livello federale, qui ci credono poco. "Le richieste di maggiori garanzie per la protezione della salute dei cittadini e dell’ambiente – rincara il Comitato – finora sono rimaste inascoltate". Spiazza, in effetti, il fatto che altrove nel cantone si sono messi in cantiere diversi progetti per la copertura dell’autostrada e la riqualifica ambientale, come ad Airolo o nell’Alto Vedeggio, staccando il sostegno del Dipartimento del territorio. "Soluzioni – fa presente ancora il Comitato nella sua nota – che nelle nostre regioni (le più trafficate del Cantone!) non sono prese in considerazione. Al contrario, il Cantone sostiene un costosissimo e anacronistico intervento che, oltre a portare a un aumento del traffico, avrà un impatto ambientale negativo e causerà un peggioramento della qualità di vita e dello stato di salute dei residenti".

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