L’Associazione per il miglioramento ambientale traccia un bilancio fra progetti contestati e altri affinati: ‘Sempre con spirito costruttivo’
«Per molti siamo dei rompiscatole. Invece in modo critico e mai con la presunzione di essere i salvatori del mondo, abbiamo sempre lavorato esclusivamente per il bene di Castione. Mettendoci sempre la faccia e attirandoci talvolta antipatie, abbiamo attivato le nostre competenze per migliorare qualità di vita, viabilità, infrastrutture, insediamenti e sicurezza. Dove abbiamo ottenuto ragione, il risultato è lì da vedere. Inoltre di fronte a progetti pubblici e privati insostenibili per il nostro territorio, come l’inceneritore dei rifiuti di Thermoselect per citare il primo in ordine di tempo e l’ampliamento delle Scuole medie per citare l’ultimo, non abbiamo mai esitato a opporci, dapprima singolarmente, poi riunendoci in associazione. Ricorsi, referendum… Ci siamo mobilitati per evitare realizzazioni dannose, altre volte invece per contribuire proattivamente a migliorare progetti meritevoli ma nati male. Castione era una terra di conquista da parte di investitori scriteriati, mentre le autorità comunali non erano in grado di porvi un freno e di gestire l’avanzata con la necessaria qualità pianificatoria: a volte erano solo questioni di dettaglio, altre volte temi di portata regionale e cantonale».
Costituita nel giugno 2007 alla presenza di cento soci, l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) compie 15 anni e oggi di soci ne conta ancora 110. L’occasione si presta per tracciare un bilancio col presidente Alberto Robustelli, il segretario Arnaldo Gianini e il membro Fabrizio Falconi. Tre pensionati che potrebbero benissimo dedicarsi ad altro, ma che insieme ai colleghi di comitato hanno ancora tanta voglia di verificare, approfondire, capire. Sentinelle del territorio. «Da quasi quattro legislature siamo il ‘Comune-ombra’ di Castione. Ne sono passati di dossier sotto i nostri occhi», raccontano spiegando di aver riempito una ventina di classificatori e citando le molteplici occasioni di confronto avute con i municipali e i sindaci succedutisi alla testa di Arbedo-Castione. «Nella maggior parte dei casi siamo riusciti a mobilitarci tempestivamente, in rare occasioni ci è invece sfuggito qualche tema o scadenza. Ma poi, trattandosi spesso di progetti che richiedono più fasi, siamo sempre riusciti a recuperare l’occasione persa. A ogni modo non ci sentiamo soli: molta gente ci sostiene e facciamo parte, con altre sette associazioni, degli Amici del territorio attivi a livello cantonale».
Le prime contestazioni – ripercorre Robustelli – risalgono a metà anni 90: «Aveva cominciato Mirko Steiner, poi mi aggiunsi io. Critici contro lo sviluppo incontrollato dell’area industriale, nel 1998 lanciammo come comitato apartitico un referendum contro la variante di Piano regolatore necessaria a insediare l’impianto cantonale dei rifiuti. Dopo aver verificato cosa vi fosse di concreto a Fondotoce e in Germania, Thermoselect ci sembrava un bluff, come si è poi rivelato essere». Referendum quindi accolto alle urne con 21 voti di scarto. Per contro la popolazione di Giubiasco tempo prima ne aveva respinto uno simile, e infatti alla fine il termovalorizzatore – ma non Thermoselect, incenerito da altri problemi – è poi sorto all’imbocco orientale del Piano di Magadino. In quel periodo l’occasione servì a mostrare che la popolazione di Arbedo-Castione non era disposta a digerire tutto. Una delle maggiori novità fu l’arrivo, nel 2002, del centro Coop ‘fai da te’ che fece da capofila all’espansione commerciale in pieno centro abitato col successivo insediamento anche di Migros, Lidl, Aldi, Denner, altri negozi e stazioni di servizio. «Senza un’adeguata lettura del territorio né una pianificazione generale di qualità – annota Falconi – dal 2001 in avanti, una variante di Pr dopo l’altra, promosse dal Municipio per consentire l’insediamento di questo o quel negozio, il Comune ha trasformato diverse aree residenziali in commerciali. Lo ha fatto senza i necessari adeguamenti viari e strutturali, una grave lacuna che ha finito per causare numerosi problemi di traffico, e non solo, laddove prima non ce n’erano. Problemi sui quali ci siamo chinati a più riprese indicando la giusta via per risolverli e intravedendo anche una certa ignoranza sulle leggi vigenti».
Per veder nascere Amica bisogna risalire alle prime opere di adeguamento stradale eseguite nella parte iniziale di via Cantonale, arteria di competenza comunale, davanti al centro Coop: nel 2004 il Municipio intimò ad alcuni confinanti il prelievo dei contributi di miglioria, ma un ricorso di Falconi al Tram, in rappresentanza di altri venti castionesi fra cui un municipale, annullò la decisione e il Comune nel 2007 dovette restituire 110mila franchi impropriamente incassati. «Saputo del ricorso – rammenta Robustelli – la moglie di Arnaldo Gianini ci spronò a unire le forze». Il primo comitato era formato dal presidente Falconi, dalla vice Anita Simona, dalla segretaria Graziella Gianini e dai membri Geo Rathey e Alberto Robustelli. Di peso il coinvolgimento di Rathey, professore universitario Oltralpe e riconosciuto fra i maggiori pianificatori del territorio, compreso quello di Arbedo-Castione sul quale aveva lavorato in precedenza. Sempre in tema centri commerciali, Amica si mise di traverso contro l’ampliamento del centro ‘fai da te’ di Coop, con tanto di ricorso accolto dal Cantone. Infine, su indicazione di Amica, sono stati recentemente rivisti l’accesso veicolare e l’organizzazione della viabilità a favore di pedoni e biciclette ed eliminato lo spartitraffico che ostacolava la circolazione; evitata anche la rotonda in via Corogna.
Il membro di comitato Milko Del Bove propose poi di prolungare via San Bernardino (che collega il Ticino alla Mesolcina) aggiungendo un nuovo tratto a lato dello svincolo dell’A13, fino a via San Gottardo, «per deviare direttamente sulla cantonale e sugli accessi autostradali – rammenta Gianini – il forte traffico di transito che ancora oggi attraversa il paese. Il Municipio purtroppo ha mancato di volontà e non ha difeso l’interesse di Castione davanti all’Ufficio federale delle strade, come invece avrebbe potuto fare, favorendo invece l’idea di costruire in quel luogo un nuovo magazzino comunale, progetto che grazie a un nostro referendum è stato affossato». Dal 2007 in avanti insomma la verifica di Amica sulle domande di costruzione diventa sistematica e parte della popolazione la sostiene segnalando problemi di vario genere. «Quando è possibile – ribadisce Alberto Robustelli – il nostro atteggiamento è costruttivo. Suggeriamo alternative che a noi sembrano logiche, sostenibili, fattibili e vantaggiose per la popolazione. In taluni casi i dossier finiscono per trascinarsi più anni, ne siamo coscienti, ma a tutto vantaggio della vivibilità e della qualità che chiediamo siano preservate e difese».
All’elenco, nel 2018, si aggiunge anche la richiesta della ditta Ongaro di riaprire per la durata di sei mesi la cava del pregiato marmo bianco. Da quattro anni il dossier è fermo «perché ancora una volta non si è correttamente pianificato l’impatto viario» in una zona un tempo disabitata ma oggi divenuta residenziale. «La popolazione del luogo – rammentano i tre membri di Amica – temeva infatti l’accesso lungo via delle Cave, su cui sorgono le case; come alternativa si pensò di usare la Strada Romana, che non era mai stata protetta e valorizzata a causa del disinteresse del Comune: c’è voluto l’impegno dell’allora presidente della nostra associazione, il compianto Davide Cattaneo, perché si arrivasse a riconoscerne il pregio», con infine una variante di Pr, ora in pubblicazione, per la valorizzazione dell’area. Altro progetto contestato di recente è il trasferimento verso sud, nell’area industriale di fronte alla stazione Tilo, del centro rifiuti della ditta Belbenna, costretta a lasciare l’attuale terreno nord alle Ffs per la realizzazione della nuova Officina di manutenzione, che Amica non contesta. Prosegue intanto la pianificazione Cantone-Comune della zona industriale «mirata a valorizzare quegli obiettivi che da anni Amica persegue», rammentano Robustelli e colleghi: «Portare ordine, migliorare la vivibilità, puntare su attività ad alto valore aggiunto e a basso impatto ambientale e ostacolare attività a rischio d’inquinamento. Se davvero questo sarà il risultato finale, avremo la riprova della bontà del nostro agire e un indiretto riconoscimento dell’utilità di Amica per il bene del villaggio».
A far discutere furono anche i 15mila metri quadrati a luci rosse che il Municipio intendeva codificare in zona ex Motel Castione: variante di Pr contestata da Amica che nel 2013 la spuntò ancora una volta con un referendum votato dalla popolazione. Bocciato invece per soli sei voti il referendum contrario al riordino della zona industriale voluto per inserire il nuovo stadio multifunzionale dell’Acb ‘DaiTicino’ portato avanti da Gabriele Giulini. «Durante un’affollata serata pubblica avevamo espresso i nostri dubbi sulla reale disponibilità finanziaria dei promotori e la sostenibilità di quel progetto faraonico, che in caso di fallimento avrebbe inevitabilmente portato il Comune al tracollo finanziario. Considerato quanto poi è successo, col fallimento del club granata, avevamo visto giusto». Due anni prima di Giulini c’era anche stato il tentativo d’insediare la Città Mercato, iniziativa da 200 milioni di franchi promossa dal gruppo brianzolo Policentro di Lino Iemi, il padre dei centri commerciali in Italia finito in quel periodo sotto processo per presunte, ma mai provate, irregolarità imputategli in Sardegna dove nel 2006 aveva costruito un impianto simile. «Una nostra segnalazione aveva comunque permesso di evidenziare l’esistenza del problema». Nel settembre 2011 il Municipio stralciò quindi la Città Mercato dalla variante di Pr anche per la rinuncia di Coop, ritenuta partner fondamentale, di trasferirsi lì. Trascorso un decennio, quell’area oggi viene pianificata da Cantone e Comune per contenuti industriali virtuosi. «Non si vuole tuttavia capire – rimarca Falconi – che se in futuro rimarrà dov’è oggi la lavorazione d’inerti del gruppo Otto Scerri e Mancini&Marti, attività che verrebbe in parte ridimensionata dall’arrivo della nuova officina Ffs, nessuna ditta a valore aggiunto andrà mai a insediarsi a sud di essa, a causa delle grandi quantità di polveri sollevate dal vento da nord. Si è persa l’occasione di avviare un Masterplan che avrebbe evidenziato tutti i problemi nella loro globalità».
Fra i dossier a lunga gittata c’è infine l’ampliamento delle scuole: il progetto ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ dell’architetto Edy Quaglia, scelto dalla giuria nel 2018, è ora fermo al Tram dopo il recente ricorso di Amica sottoscritto da una decina di confinanti. «La giuria – riassumono Robustelli, Falconi e Gianini – quattro anni fa ha optato per un progetto eccessivo che impoverisce la qualità residenziale del vicinato e non rispetta il Piano regolatore, tanto che il Comune ha dovuto predisporre un’apposita variante. Eppure le alternative c’erano ed erano molto valide. Se si fosse scelta una di esse, a quest’ora il centro scolastico sarebbe una realtà. Anche in questo caso non ci siamo mobilitati per il piacere di mettere il bastone fra le ruote, ma recependo le criticità espresse da un buon numero di confinanti e consci che l’importanza e la complessità del comparto avrebbero richiesto una visione di più ampio respiro».