La raccolta di firme online ha già raccolto oltre 1’500 adesioni in meno di dieci ore e chiede un passo indietro per le classi prime, seconde e terze
No alla mascherina alle scuole elementari. S’intitola così la petizione online lanciata sul sito www.change.org e che in meno di dieci ore ha già raccolto oltre 1’500 adesioni. La raccolta di firme è accompagnata da un lungo testo, indirizzato al direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Manuele Bertoli e sostanzialmente chiede di fare un passo indietro per quanto riguarda l’obbligo per gli allievi di prima, seconda e terza elementare di indossare la protezione a partire dal rientro a scuola, lunedì prossimo. Non solo: si chiede anche che l’obbligo già vigente per i ragazzi di quarta e quindi sia altrettanto tolto. Vediamo perché.
“In primo luogo – si legge –, facciamo presente che tutti noi abbiamo passato gli ultimi due anni tentando faticosamente di mantenere una certa normalità almeno per i nostri figli più piccoli. La Scuola è stata finora una nostra alleata in questo difficile percorso; infatti, sebbene vi fossero innegabilmente alcune differenze rispetto a «prima», i nostri figli potevano trovarvi un luogo di aggregazione privo, almeno per loro, di forti e definitivi simboli riguardanti la pandemia. Con questa ultima decisione, tale alleanza è venuta a cadere. In questo periodo, infatti, si è più volte fatto appello alla solidarietà della comunità al fine di proteggere le fasce più fragili, ma evidentemente la Scuola si è ora dimenticata che, oltre ad anziani e persone a rischio, anche i nostri bambini sono parte integrante della fascia debole della nostra società e in quanto tali meritano protezione”.
“La sensazione, se non la certezza – continuano gli oppositori –, è che con la recente variante Omicron e la conseguente esplosione dei contagi e di problematiche nonché numerose quarantene, i nostri bambini si vedano assurgere a salvagente del mondo economico, in quanto saranno obbligati a portare la mascherina tutto il giorno con il solo fine di evitare isolamenti di classe che metterebbero in difficoltà le attività professionali in cui operano i genitori, fermo restando che la nuova variante non appare per nulla problematica per la salute dei nostri piccoli. A nostro avviso questa decisione viola gravemente il loro diritto alla tutela che la società tutta deve loro, riducendoli a mero strumento per scopi altri. Da un lato lo Stato, con questa decisione, impone un obbligo che trascina i bambini in un ruolo che non spetta loro, dall’altro, le famiglie rimangono le uniche a tentare di tutelare una normalità per i loro figli. Non neghiamo la nostra profonda delusione nel constatare l’inevitabile frattura che, con questa decisione, si è venuta a creare fra Scuola e famiglie”.
E non finisce qui. “Secondariamente, ricordiamo che tutti noi adulti siamo confrontati quotidianamente con la mascherina e sappiamo quanto comprometta la socializzazione e quanto alieni i rapporti fra le persone. In un contesto come la Scuola elementare, in cui l’aspetto socializzante è centrale, la mascherina diviene un vero e proprio ostacolo a un normale scambio fra pari: mimica, espressioni, emotività verranno significativamente compromesse in un’età in cui spesso si sostituiscono ancora al linguaggio verbale. Oltre a ciò, i nostri figli dovranno svolgere anche le attività di educazione fisica indossando la mascherina. Correre, ridere, giocare diverranno attività probabilmente fastidiose, oltre che malsane, il che è una contraddizione in termini. Anche in merito a questi due aspetti, ci chiediamo dove sia la tutela di cui sopra”.
“Non da ultimo, e basta uscire di casa per accorgersene, sappiamo quanto sia problematico anche per alcuni adulti indossare la mascherina correttamente e non è difficile immaginare che per molti bambini sarà ancor più complesso. A questo punto, ci pare evidente che tale obbligo servirà esclusivamente a poter modificare le disposizioni riguardanti le eventuali quarantene, indipendentemente dal fatto che i bambini possano godere di una reale e maggiore protezione. Concludiamo con un ultimo spunto di riflessione. Lei stesso ha affermato, a mezzo stampa, che i bambini sanno essere recettivi e che accetteranno di buon grado questa «novità». Nessuno di noi mette in dubbio l’innata capacità di adattamento dei nostri figli, ma siamo tutti coscienti che il limite fra manipolazione e vera condivisione è, a volte, estremamente sottile e fragile. Non dimentichiamo che i bambini possono accettare qualunque cosa se imposta da un adulto che sa utilizzare le giuste parole, anche atti terribili. Per questo, è per noi ancor più fondamentale che vi sia una loro tutela a prescindere”.