L’Mps interpella il Municipio parlando di un numero imprecisato di collaboratrici. Finora nessuna segnalazione diretta e indiretta
Un funzionario della Città di Bellinzona “utilizzerebbe la sua posizione” per “richiedere” a un numero imprecisato di collaboratrici “prestazioni che ledono l’integrità personale”. Lo segnala in un’interpellanza il Movimento per il socialismo. Secondo i consiglieri comunali Matteo Pronzini, Angelica Lepori e Giuseppe Sergi questa voce “circola da alcune settimane tra il personale dell’amministrazione comunale”. Da qui una serie di domande sottoposte al Municipio volte a capire se sia a conoscenza “di quanto si va dicendo” e in caso affermativo come abbia reagito e in caso negativo se intenda avviare un’inchiesta conoscitiva che permetta di far chiarezza; per quindi, se fosse il caso, intraprendere le necessarie misure disciplinari. Fino ad oggi – ha appreso la ‘Regione’ – non è giunta alcuna segnalazione diretta da parte di dipendenti, né indiretta proveniente da autorità o servizi esterni preposti a raccogliere testimonianze, richieste di consulenza e aiuto, oppure denunce. La Città di Bellinzona in questo ambito fa capo al Laboratorio di psicopatologia del lavoro: attivo in seno all’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale, è a disposizione dei dipendenti comunali che manifestano un disagio o presentano problemi sociali, familiari, economici, legali a causa di una situazione lavorativa difficile e/o problematica quale disoccupazione, precarietà, conflitti sul posto di lavoro, mobbing/molestie, burnout/stress e licenziamento. Pur riferendosi a una voce apparentemente in circolazione da tempo, l’Mps motiva la propria interpellanza con la necessità di “prendere sul serio ogni minimo segnale in ambito di tutela dell’integrità personale”, mentre i responsabili “devono agire tempestivamente”.
Sempre l’Mps segnala che “seppur con notevole e ingiustificato ritardo” da alcune settimane il Municipio ha messo in atto una direttiva sulla tutela dell’integrità del personale. Tale direttiva si prefigge di tutelare le collaboratrici e i collaboratori da qualsiasi tipo di violazione dell’integrità personale come mobbing, molestie sessuali, discriminazione, violenza. Essa ricorda che il datore di lavoro è tenuto per legge a tutelare l’integrità personale. Mente il Municipio nel comunicare al personale tale direttiva scriveva che essa “intende chiarire, per quanto ancora necessario, che comportamenti passibili di ledere la personalità di una collaboratrice o un collaboratore non sono tollerabili né tollerati”. All’esecutivo viene quindi chiesto cos’abbia organizzato per formare in tal senso il personale dirigente.