Il Ppd lancia un’iniziativa parlamentare elaborata per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Dadò: ‘Chiedere al popolo se questa è la strada’
Inserire nella costituzione ticinese la protezione del clima, con Cantone e Comuni che “si impegnano attivamente per limitare i rischi e le ripercussioni del cambiamento climatico” e “forniscono il contributo necessario al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050”, prestando attenzione anche all’equilibrio tra esigenze ambientali, economiche e sociali. Questa, in sintesi, la modifica costituzionale proposta oggi dal Ppd con un’iniziativa parlamentare elaborata. L’idea – se il testo dovesse essere approvato dalla maggioranza del Gran Consiglio e arrivare dunque alle urne – è quella di «chiedere al popolo ticinese se questa è la strada che la politica cantonale dovrà seriamente prendere nel prossimo futuro», parole del presidente Fiorenzo Dadò.
Certo, c’è già un articolo costituzionale che impegna il Cantone affinché “l’ambiente naturale sia protetto dagli effetti nocivi e pregiudizievoli e preservato per le generazioni future” (Art. 14, entrato in vigore nel 1998). L’aggiunta di un ‘bis’ servirebbe a fissare un orizzonte più preciso, in modo da sollecitare coordinamento, coerenza e sostegno agli interventi puntuali in materia di cambiamento climatico.
«La mia preoccupazione è che altrimenti non si vada abbastanza in fretta, con una tempistica e obiettivi chiari», ha notato la granconsigliera Maddalena Ermotti-Lepori, prima firmataria dell’iniziativa. È d’accordo il suo capogruppo Maurizio Agustoni, che ha aggiunto: «L’assenza di un quadro di riferimento costituzionale, sia a livello federale che a livello cantonale, fa sì che le iniziative siano disordinate e che ogni volta che si va in votazione popolare ci sia sempre una discussione su come debbano essere costruite le proposte a favore dell’ambiente e della transizione energetica».
Né si possono schivare gli impegni locali, con la scusa che tanto i grandi inquinatori sono altrove: «Il problema è reale», ha ribadito Dadò, e «ognuno deve fare la sua parte: ogni goccia nel vasto mare ha la sua fondamentale importanza. Senza isterismi e senza esagerazioni, ma con esempi e azioni concrete». Passare dal popolo sarebbe anche un riconoscimento di responsabilità collettiva.
Evidente è anche l’imprinting sull’iniziativa giunto dall’iniziativa per i ghiacciai, che si propone di azzerare le emissioni di gas serra in Svizzera entro il 2050. In entrambi i casi, ha sottolineato Agustoni, «le misure di protezione devono comunque essere orientate al rafforzamento dell’economia: si mette un po’ da parte il mito secondo il quale per inquinare di meno e avere energia pulita si debba essere tutti più poveri». La volontà di trovare una triangolazione sostenibile tra ambiente, protezione delle fasce più deboli e creazione di opportunità economiche è stato ribadito da Ermotti-Lepori: «Il risanamento energetico degli edifici, ad esempio, potrebbe offrire nuovi posti di lavoro». Una convinzione che tra l’altro guiderebbe anche le molte iniziative e mozioni sottoscritte dal Ppd, in particolare per promuovere le tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2, migliorare la remunerazione dell’energia solare prodotta dai privati e installare pannelli presso le autostrade, le dighe e i laghetti artificiali. «L’energia idroelettrica è ormai sfruttata secondo il suo pieno potenziale», ha ricordato la granconsigliera, «mentre il fotovoltaico potrebbe rappresentare ciò che proprio l’idroelettrico ha rappresentato nel secolo scorso».
Dadò respinge infine le accuse di ‘greenwashing’, ovvero un’adesione di facciata ai temi ambientali da parte di un partito che si è schierato con forza in difesa degli automobilisti, i quali secondo un suo noto slogan “non sono Bancomat”: «Lottare contro la persecuzione degli automobilisti non è in contraddizione con un impegno ambientale che ha sempre visto il partito in prima linea», ci ha detto dopo aver ricordato il lavoro dei Consiglieri di Stato Fulvio Caccia e Renzo Respini, «grazie ai quali furono promossi il primo Piano direttore cantonale, la Legge per la protezione delle acque e dell’aria nonché la riforma cantonale che permise l’istituzione del Dipartimento del territorio». Per Dadò anche la battaglia per l’abbassamento delle imposte di circolazione è «legata proprio alla questione delle emissioni, andando a favorire quelle auto che inquinano meno. D’altronde certe imposte sacrificano l’aspetto sociale, dimenticando che cento franchi per l’auto hanno un impatto ben diverso per una famiglia di operai che per una persona sola che guadagna bene».
L’articolo proposto dal Ppd si ispira a quello inserito nella Costituzione cantonale del Canton Berna, accettato in settembre da una maggioranza del 63,9% degli elettori, nonché all’articolo previsto dall’iniziativa popolare “Per un clima sano” (iniziativa per i ghiacciai), tuttora pendente a livello nazionale.
Proposta di articolo costituzionale:
Art. 14 bis Protezione del clima
1 Il Cantone e i Comuni si impegnano attivamente per limitare i rischi e le ripercussioni del cambiamento climatico.
2 Nell’ambito delle loro competenze, forniscono il contributo necessario al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e rafforzano la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
3 Le misure di protezione del clima devono essere orientate al rafforzamento dell’economia ed essere compatibili con le esigenze sociali e ambientali. In particolare, contengono strumenti per promuovere l’innovazione e la tecnologia.
4 I Cantoni e i Comuni orientano i flussi finanziari pubblici a uno sviluppo climaticamente neutro e resistente ai cambiamenti climatici.