La lista dei Beni culturali della cittadina (tradotta in una variante di Pr) svela edifici sorprendenti. Mentre il Dt ‘scarta’ il Cinema Teatro
Si vocifera che Chiasso piaccia solo ai chiassesi. In realtà solo uno sguardo disattento non sa cogliere le bellezze della cittadina di confine. Che ha una storia tutta sua (e nella quale alita il respiro della frontiera) e possiede edifici e angoli degni di tutela. Lo sa il Municipio locale; lo riconosce l’autorità cantonale. Avvicinata la lente alla realtà locale, a una lettura bibliografica e territoriale si sono censiti 320 beni meritevoli di attenzione. Basta scorrere il poderoso documento che racchiude le schede descrittive di tutti i manufatti per rendersene conto. È lì per corroborare la variante di Piano regolatore che, oltre a completare l’elenco dei beni culturali presenti nel Comune, sostanzia una protezione efficace delle costruzioni che vantano una importanza storico-architettonica. L’esercizio, del resto, non solo ha visto crescere il numero di edifici da salvaguardare ma ha pure staccato l’apprezzamento del Dipartimento del territorio, che nel riconoscere il “grande impegno” dell’ente locale ha valutato in modo positivo il lavoro svolto. Adesso il dossier è stato messo a disposizione dei cittadini – sino al 17 dicembre prossimo –, i quali potranno indirizzare all’esecutivo osservazioni e proposte. Poi si tireranno le somme per presentare l’incarto al Consiglio comunale.
Il dibattito, insomma, è aperto. Anche perché l’esecutivo, da una parte, è pronto ad alzare la posta e a sollecitare il sigillo cantonale pure su alcuni beni sin qui a valenza locale, e dall’altra è determinato a promuovere un tavolo di confronto con le Ferrovie. Un nodo, quest’ultimo, più strategico di quanto non si possa immaginare. Le tutele calate su taluni stabili delle Ffs, come nel caso dell’ex ‘Laciott’, rischiano infatti di frenare i sogni di sviluppo legati alla riconversione di parte del comparto ferroviario, lì dove sta già prendendo forma il futuro Centro professionale tecnico del settore tessile. Il Municipio, quindi, ha intenzione di mettere in agenda un incontro. E il Cantone, parte in causa con la Confederazione, condivide la necessità di avviare un’ulteriore verifica. Occorre, come si rileva nell’esame preliminare del Dt, “confrontarsi con gli organi competenti delle Ffs per concordare un’eventuale tutela coerentemente con la politica di sviluppo della ferrovia”.
Sia chiaro, il comparto ferroviario, come rimarca ancora il Dipartimento, “riveste una notevole importanza dal punto di vista architettonico, storico e urbanistico”. Infatti, a livello comunale ci si aspetta di veder iscrivere il fabbricato viaggiatori tra i beni a valenza cantonale. Vi sono, però, pure altri edifici a richiamare lo sguardo degli esperti. È il caso, come detto, del vecchio refettorio dei ferrovieri, tramontato alla fine del 2004 e riaperto qualche anno dopo come osteria, tuttora funzionante. Situato in un’area che ha attirato l’interesse di Comune e Cantone in vista di nuovi insediamenti scolastici, l’immobile ha una riconosciuta “rilevanza storica/testimoniale”. Tanto da guadagnarsi l’iscrizione nell’Inventario delle stazioni storiche. L’autorità locale fatica, però, a capirne le ragioni giuridiche. Qui a prevalere nei chiassesi sono piuttosto le ragioni del cuore, che dovranno fare i conti, comunque, con le aspirazioni istituzionali.
L’esecutivo cittadino confida di spuntarla anche con il Cantone: sul tavolo la proposta di promuovere come beni cantonali altri cinque stabili. Il Dipartimento del territorio, dal canto suo, non la pensa allo stesso modo; e risponde con altri dieci presenze da salvaguardare. Tra le bocciature spicca quella del Cinema Teatro – seguito dal Palazzo City –: la promozione non è condivisa a Bellinzona. Un verdetto che l’esecutivo considera ingeneroso e lo dice a chiare lettere; tant’è che su quei fabbricati si impegna a effettuare un ulteriore approfondimento “per calibrare la proposta e definire il loro ruolo nell’ambito dei valori storici e architettonici della città di Chiasso”. Cittadina che l’Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos) valuta di “interesse nazionale quale caso particolare”.
In ogni caso per cominciare il Municipio ha selezionato ulteriori 24 nuovi beni culturali da proteggere sul piano locale (rispetto agli attuali due). E altri ve ne sarebbero, anche agli occhi del Dt, che meriterebbero maggiore considerazione, come la scuola dell’infanzia di via Simen (che a livello cantonale si è pronti a includere nella lista). Tra gli edifici che andrebbero riconsiderati il Dipartimento segnala pure lo stesso Municipio, ma pure le masserie Casa Nova e Roncaccio a Pedrinate e, forse a sorpresa persino per i chiassesi, la Trattoria della Zocca, ritrovo di tante generazioni ma soprattutto “testimonianza storica che riveste importanza per la memoria collettiva locale”. Del resto, sulle mura esterne si vanta pur sempre un murale di Carlo Basilico. Perché la storia si fa anche in una trattoria.