Le Dogane chiariscono il piano d’azione per facilitare lo sdoganamento delle merci. Al Municipio di Chiasso però non basta
Nel Mendrisiotto non si ha nessuna intenzione d’inghiottire il boccone amaro di una corsia autostradale dedicata ai Tir diretti a sud – lì fra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio – come se nulla fosse. Dopo il veto corale espresso una settimana fa dai Municipi di Balerna, Novazzano e Mendrisio, dal Distretto sale un’altra voce dissonante. È quella del già sindaco di Chiasso Moreno Colombo, il quale ha indirizzato a governo e parlamento una petizione accorata per scongiurare di compiere “un passo nella direzione sbagliata”, legalizzando, di fatto, una situazione – quella delle colonne di camion lungo l’A2 in territorio di Chiasso – che da tempo penalizza la regione. L’appello rivolto mercoledì al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio – ma che parla pure ai Comuni e alla Commissione regionale dei trasporti – è pressante: occorre “attivarsi per trovare delle soluzioni”, ma alternative. Colombo suggerisce così di domandare aiuto all’autorità federale con l’intento di “mettere in atto al più presto la digitalizzazione”. Un processo che l’Amministrazione federale delle dogane (Afd) ha già avviato e che nella tempistica prevista – si parla del 2024-2025 – anticiperebbe il progetto dell’Ufficio federale delle strade (Ustra). Il dossier presentato il settembre scorso ai Comuni del Basso Mendrisiotto prevede infatti di concretizzare la corsia di stoccaggio dei mezzi pesanti – assieme ad altre opere – da qui al 2028.
C’è da credere, quindi, che il Distretto farà di tutto per allontanare da sé quella che lo stesso Moreno Colombo – già da granconsigliere attento al tema – etichetta come una scelta-cerotto a fronte di una realtà che già paga pegno a livello ambientale, viario e della sicurezza. Ad alzare un muro, del resto, non sono solo Balerna, Novazzano e Mendrisio, posti davanti alla prospettiva di convivere con una corsia per Tir, ma pure Chiasso che in questi anni, come fa memoria nella risposta alle sollecitazioni di quattro consiglieri comunali del Plr, non si è mai stancato di attirare l’attenzione “su una delle problematiche più rilevanti del nostro territorio”. Infatti, già nel maggio del 2001 l’allora vicesindaco Ettore Cavadini, appoggiato dai capidicastero Ambiente dei Comuni del Mendrisiotto e Basso Ceresio, annota l’esecutivo, aveva domandato al Dipartimento del territorio (con copia a Berna) di “vietare in modo assoluto la formazione di colonne di veicoli pesanti sulla A2, nel senso che tutta l’autostrada non possa essere utilizzata come area di posteggio per questi veicoli”. Un appello che, a quanto pare, visto gli sviluppi recenti, è rimasto inascoltato.
In realtà, anche oggi l’autorità chiassese si aspetta più di quello che è stato annunciato e promesso. Dopo che il Plr a Chiasso – per voce di Giovanni Pezzotti, Luca Bacciarini, Davide Capoferri e Daniele Godenzi – e a Mendrisio ha rilanciato la problematica dei camion in fila nel tratto finale dell’autostrada, il Municipio ha interpellato l’Afd, chiamata in causa sui ritardi delle pratiche di sdoganamento alla frontiera meridionale. Lo abbiamo fatto anche noi per capire a che punto siamo con lo sdoganamento telematico. La svolta è rappresentata dal programma DaziT. Un programma, conferma a ‘laRegione’ la portavoce Nadia Passalacqua, lanciato tre anni fa e che «ha come obiettivo la trasformazione digitale dell’Amministrazione federale delle dogane verso l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc). L’obiettivo? È implementare gli elementi centrali di DaziT entro il 2024. Tra il 2022 e il 2025 verranno messe in funzione le applicazioni principali, tra cui il nuovo sistema per il traffico delle merci Passar, che sostituisce le attuali applicazioni digitali nel traffico di transito (Ncts) e nel traffico d’importazione – e-dec/e-dec web (2023/2025) –, il nuovo sistema di controllo dei confini, che comprenderà gli ulteriori sviluppi di Schengen/Dublino (2022/2023), il nuovo sistema di rapporto uniforme (2024) e il sistema di rilevamento Ttpcp (la Tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni) di nuova generazione per autocarri svizzeri (2024)». Un piano d’azione e una cronologia che l’Amministrazione ha condiviso con la cittadina in una missiva recapitata a inizio ottobre.
E sino ad allora? «Nel frattempo – spiega la portavoce – abbiamo potuto implementare nuove soluzioni digitali, anche a Chiasso e a Stabio, come per esempio Eets – il Servizio europeo di telepedaggio, ndr –, che permette di effettuare i pagamenti in forma digitale della Tassa sul traffico pesante, come pure le applicazioni Activ e Periodic che facilitano il passaggio della frontiera, senza l’obbligo per l’autista di dover scendere dal proprio veicolo per l’espletamento delle formalità». Tutto è pensato per raggiungere il traguardo fissato con DaziT e accelerare le procedure. «Un esempio concreto – chiarisce ancora Nadia Passalacqua – sono le cifre della situazione a Chiasso e Stabio. Dopo la certificazione del primo provider Eets nel mese di gennaio, più di 60’000 camion hanno potuto attraversare il confine italo-svizzero in Ticino (entrata e uscita) senza doversi fermare per pagare la Tassa. Questo rappresenta più del 15 per cento di tutti i viaggi ed è in aumento costante. Il numero di camion che beneficia di questo sistema crescerà significativamente a partire da questo autunno con la certificazione di un secondo provider».
D’altro canto, l’Afd ha fatto sapere a Chiasso di essere “consapevole della situazione esposta” e in tal senso di collaborare “attivamente” con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli italiana proprio sul fronte della “digitalizzazione e dell’armonizzazione dei processi doganali con l’Italia”. Tant’è che a breve partirà un’ulteriore fase sperimentale a Stabio. Passi avanti, insomma se ne sono fatti. Anche se il Municipio di Chiasso non si è dimostrato del tutto soddisfatto dalla risposta fornita dall’Ammistrazione.