Bassa Mesolcina, dopo il voto di domenica il sindaco di Grono spinge verso un’accresciuta collaborazione intercomunale. Con un occhio alle aggregazioni
Il sostegno netto dato domenica dalla popolazione della Bassa Mesolcina ai 4,6 milioni per la ciclopista intercomunale che dall’anno prossimo attraverserà San Vittore (69,8% di sì), Roveredo (80%) e Grono (71,2%), progetto co-finanziato dal Cantone per tre quarti considerando molto importante la sua portata, «ci rassicura e dà fiducia alle autorità locali nel coordinare e sviluppare, insieme, altri progetti di respiro sovraccomunali a favore della popolazione». Ne è convinto Samuele Censi, sindaco di Grono e granconsigliere liberale-radicale a Coira per il Circolo di Roveredo, in prima fila nel promuovere sin dal 2014 la realizzazione del percorso ciclopedonale di sei 6,6 km che permetterà presto di allacciare in sicurezza la bassa Mesolcina alla regione del Bellinzonese via Lumino e Castione, in un’ottica intercantonale, dando così una seconda vita all’ormai smobilitata linea ferroviaria regionale. Censi, in passato schieratosi a favore dell’aggregazione comunale sfociata nell’unione di Grono, Leggia e Verdabbio nel gennaio 2017 (prima fusione in Mesolcina), interpreta dunque il risultato scaturito lo scorso weekend dalle urne come un «chiaro segnale che la nostra gente ha voluto lanciare alle autorità comunali, affinché riprendano e portino avanti concretamente una serie di temi comuni, specialmente quelli legati ai giovani, allo svago e allo sport. A mia volta sono convinto – annota Censi – che il buon esempio avuto con la pista ciclabile debba poter aprire degli spiragli per sviluppare altri progetti in un’ottica, lo ribadisco, di proficua collaborazione intercomunale».
Uno su tutti, ma non è il solo, è quello del centro sportivo regionale ‘diffuso’ di cui si parla da anni. Risale all’estate 2019 la presentazione, fatta in occasione della Conferenza dei sindaci, dello studio di fattibilità elaborato dall’architetto Mattia Ciocco. La soluzione allora individuata e approfondita prevede una piscina pubblica e un camping occupando la zona per impianti pubblici attualmente adibita a campo sportivo Anzàn in territorio di Leggia (frazione di Grono) e Cama. A monte vi è una petizione, sottoscritta da 1’885 persone, che sollecita una soluzione dopo la chiusura nel 2008 del centro sportivo in Vera a Roveredo. «Per quanto riguarda la bassa valle, a distanza di due anni l’idea rimane ancora valida; inoltre spicca l’impegno dimostrato da San Vittore nel sistemare definitivamente la pista di ghiaccio invernale dotandola di una superficie in ghiaccio artificiale», annota Samuele Censi aggiungendo anche le riflessioni in corso a Roveredo per realizzare in zona Mondan un percorso di pump track annesso alla pista ciclabile e forse in collaborazione con il Centro giovanile regionale: «Guardando verso nord, vanno poi salutati molto positivamente gli sforzi compiuti nell’alta valle sia da Mesocco per ammodernare il suo centro sportivo di San Bernardino, sia da Lostallo per dotarsi di una palestra capiente e d’interesse regionale, sia dalla Calanca per promuovere l’istituzione del parco regionale». Il progetto di centro sportivo ‘diffuso’ rimane dunque fra le priorità ed è attualmente seguito da un gruppo di lavoro coordinato dal manager regionale Philippe Sundermann: «La collaborazione è molto buona e proprio a seguito del deciso sostegno popolare dato domenica alla pista ciclabile, che fa da ‘leitmotiv’ a una serie di iniziative collegandole anche fisicamente, potrebbero presto essere comunicate interessanti novità», rileva Censi.
Fra i temi sul tavolo – sollecita la redazione – vi è anche il dimensionamento delle zone artigianali e industriali nei singoli Comuni; attività destinate, laddove siano sane, a consolidare anche le casse pubbliche riducendo il prelievo fiscale. La popolazione di San Vittore, che vanta un tasso d’imposta al 75%, a suo tempo aveva sostenuto la battaglia della sindaca Nicoletta Noi-Togni contraria all’ampliamento della già vasta area produttiva situata a ridosso dell’ex aerodromo militare; dal canto loro Grono applica un moltiplicatore al 100 e Roveredo al 105. «Pensando al futuro – commenta dal canto suo Samuele Censi – quello della presenza produttiva e delle aree a essa destinate lo ritengo un tassello che andrebbe riapprofondito in ottica non solo comunale ma anche regionale; questo ovviamente partendo, nel rispetto dell’autonomia comunale, da un’eventuale disponibilità del Comune di San Vittore verso una riflessione comune». E ancora una volta, sottolinea il sindaco di Grono, «di fondamentale importanza sarebbe lo spirito collaborativo intercomunale ben presente, da anni, per esempio in ambito di smaltimento dei rifiuti (Crer), di offerta scolastica e in ambito sportivo, culturale e musicale. Il tutto peraltro considerando che con i suoi circa 8’500 abitanti il Moesano è una delle poche regioni alpine elvetiche a conoscere un aumento demografico. Questo mi fa dire che, grazie anche alla vicinanza col Bellinzonese, il nostro sia un territorio attrattivo sotto più punti di vista. E in effetti Grono conta più persone che giungono quotidianamente a lavorarvi rispetto a nostri abitanti che si recano giornalmente altrove per svolgere la loro professione».
Tornando al discorso iniziale, facciamo presente che collaborazione non fa rima con aggregazione. Anzi, di solito chi si schiera a favore della prima è contrario alla seconda. «Rimango un fautore delle aggregazioni che rappresentano un obiettivo cui tendere a medio termine», risponde Samuele Censi: «Già nel 2017 ebbi modo di dire che quello compiuto allora era un piccolo passo, ma che parimenti avevamo anche la grossa responsabilità di dare concretamente il via a una trasformazione secondo me inevitabile a medio-lungo termine. Ora, considerando anche la pressione esercitata da Coira nelle varie regioni retiche, ritengo opportuno che i sindaci riprendano il filo del discorso. Anche perché, e lo abbiamo visto con Leggia e Verdabbio a suo tempo ‘sorvegliati speciali’ dal Cantone per la loro indipendenza finanziaria sempre più labile, se da una parte le collaborazioni puntuali possono portare i frutti sperati a breve termine, dall’altra a lungo andare i Comuni più piccoli faticheranno sempre più ad affrontare le sfide future». Dopo la rinuncia dei Municipi di San Vittore (2013) e Roveredo (2015) a proseguire i lavori nel gruppo di lavoro regionale pro-aggregazione, dai rispettivi Comuni non sono in seguito più giunti segnali in tal senso. Nel frattempo Rorè ha la funzione di sindaco commissariata da due anni mentre il Municipio di San Vittore e la sindaca Nicoletta Noi-Togni sono da mesi sotto il fuoco di fila degli avversari.