Il Consiglio federale propone di autorizzare da luglio le manifestazioni fino a 3mila persone. Accesso riservato a vaccinati, guariti e ‘negativi’ al test.
Estival Jazz, Paléo di Nyon, Open Air di San Gallo, Beatles Days di Bellinzona e via dicendo: tutti cancellati. Invece gli organizzatori di altri grandi eventi culturali e sportivi previsti quest’estate non hanno ancora gettato la spugna. Il Consiglio federale adesso offre loro “una prospettiva di pianificazione”. In un progetto messo in consultazione, propone ai cantoni di autorizzare – a severe condizioni – lo svolgimento di manifestazioni con un massimo di 3mila partecipanti a partire dal 1. luglio; il limite verrebbe poi innalzato a 10mila dal 1. settembre. Non solo. Uno ‘scudo protettivo’ dovrebbe fungere da assicurazione in caso di annullamento o rinvio dovuti alla situazione epidemiologica. Il governo deciderà il 26 maggio quale sarà la versione definitiva del suo piano. Ma farà sapere “presumibilmente nella seconda metà di giugno” se, quando e a quali condizioni le grandi manifestazioni – vietate dalla fine di febbraio del 2020, salvo una breve parentesi lo scorso ottobre – saranno nuovamente ammesse.
«Sentiamo tutti la mancanza delle grandi manifestazioni», ha affermato il ministro della sanità Alain Berset (Ps) in una conferenza stampa a Berna. Ora le prospettive sono buone. La campagna vaccinale prosegue il suo corso. E la situazione epidemiologica è «relativamente stabile», ha osservato il presidente della Confederazione Guy Parmelin (Udc). Il vodese ha però invitato alla «prudenza»: «Ogni prossima apertura avrà come prezzo l’autodisciplina e il rispetto delle regole». Vale anche per gli organizzatori dei grandi eventi. In ogni caso quello inviato in consultazione «non è un piano di riapertura», hanno ribadito i consiglieri federali. L’obiettivo è “dare al più presto una certa sicurezza di pianificazione agli organizzatori e un supporto decisionale ai cantoni”, scrive il governo.
I cantoni potranno autorizzare in anticipo (da fine maggio) degli eventi con un massimo di 3mila persone a partire dal 1. luglio. Il limite massimo passerebbe a 10 partecipanti da settembre. Il Consiglio federale deciderà a giugno inoltrato se queste manifestazioni potranno effettivamente essere svolte o no. Le condizioni alle quali sottostanno vengono definite “severe”. Gli organizzatori dovranno predisporre “severi piani di protezione” (mascherina obbligatoria, pubblico seduto all’interno, capacità limitata ai due terzi dei posti disponibili, ecc.) e limitare l’accesso alle persone vaccinate, risultate negative al test Covid-19 o che possono provare di essere state contagiate dal coronavirus e di essere guarite. Il certificato Covid – sul quale figureranno tutte queste informazioni – “semplificherebbe notevolmente i controlli all’ingresso”, scrive il governo. Berset ha puntualizzato: «Anche le persone che non hanno ancora potuto o voluto farsi vaccinare [i giovani ad esempio, ndr] potranno accedervi». Dovranno però produrre un test negativo recente (i test fai da te non saranno sufficienti).
Prima del 1. luglio, il Consiglio federale propone una fase pilota. I cantoni potranno autorizzare lo svolgimento di tre manifestazioni con un numero di partecipanti compreso fra un minimo di 300 e un massimo di 600. Scopo: testare la praticabilità e l’efficacia dei piani di protezione e capire se è possibile garantire il controllo degli attestati di vaccinazione/test negativo/guarigione da coronavirus. In questa fase verosimilmente non sarà ancora disponibile il certificato Covid-19, che l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) conta di introdurre nel corso del mese di giugno. E gli organizzatori degli eventi pilota non beneficeranno dello ‘scudo protettivo’ che invece si applicherà alle manifestazioni vere e proprie che si svolgeranno da luglio in poi.