La presidente della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio: ‘Sia fatta al più presto chiarezza, la multa inflitta è irrisoria’
«Una faccenda gravissima, che non mette in buona luce il Ticino come cantone universitario». Cantiere Campus Est: dopo la segnalazione di Unia all'Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche (Uvcp) del Dipartimento del territorio e alla Commissione paritetica cantonale dell'edilizia e del genio civile (Cpceg) relativamente a irregolarità avvenute nelle prime fasi dei lavori a Viganello – costate 100'000 franchi di multa per infrazione al Contratto nazionale mantello a una ditta alla quale erano stati subappaltati lavori di posa dell'acciaio d'armatura –, tocca alla politica esprimersi. Trattandosi di un cantiere pubblico, il cui committente è il consorzio formato da Usi e Supsi, sul tema abbiamo interpellato la presidente della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio.
«Secondo me è una faccenda gravissima – ci ha detto Lelia Guscio –. Non solo per il costo del cantiere (126 milioni di franchi, ndr), inaugurato con sfarzo settimana scorsa, ma perché le accuse stesse mosse dal sindacato Unia sono gravi. E questa vicenda del subappalto del subappalto, puzza un po' di bruciato». Secondo la granconsigliera leghista, «la multa inflitta dalla Cpceg è irrisoria rispetto ai debiti lasciati dalla società fallita (680'000 franchi circa, multa esclusa, ndr)». La deputata si allinea quindi al sindacato, chiedendo chiarezza al Consiglio di Stato. «Il bubbone è scoppiato ora, ma Unia ha segnalato quanto stava accadendo a chi di dovere nei tempi giusti. A mio modo di vedere deve essere fatta chiarezza il più presto possibile. Sono cose ‘da Belpaese’ che non dovrebbero succedere in Svizzera. Il consorzio aspetta l'esito dell'indagine, invece avrebbero potuto distanziarsi in modo più deciso dall'accaduto, quantomeno da quel che è stato accertato tramite sanzione. È un malandazzo che non mette in buona luce il Ticino come cantone universitario».