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Lido di Bissone, presunte sovrafatturazioni in Pretura

Una perizia 'super partes' rileva lavori 'non eseguiti a regola d'arte' per il rifacimento della pavimentazione. A una svolta la causa civile

31 marzo 2021
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Lavori eseguiti "non ad opera d'arte" e, soprattutto, sovrafatturati per un importo a cinque zeri, quantificabile in oltre 300 mila franchi. A 10 anni dal risanamento del Lido di Bissone, lo scottante dossier - da sempre tema di battaglie e accesi dibattiti della politica locale - giunge a una nuova, ma non ancora definitiva, verità. L'ultima parola spetterà infatti al Pretore del distretto di Lugano, Franca Galfetti Soldini, che presumibilmente entro giugno, pronuncerà l'attesa sentenza sulla causa promossa dal Municipio di Bissone nei confronti del consorzio Acquaplan Sa, al quale, dopo un concorso pubblico, l'allora maggioranza della compagine municipale, guidata dall'ex sindaco Ludwig Grosa di Nuova Bissone, nel 2011 aveva deciso di affidare i lavori del Lido comunale. 

La causa civile è stata voluta dal Consiglio comunale per fare chiarezza sulla bontà dei lavori e sui costi fatturati dal Consorzio al Comune, ritenuti da molti eccessivi e ingiustificati. Causa civile che - dopo il parere già espresso da due periti convocati dalle rispettive parti e il chiaro intento di fare luce sulla natura dei lavori di ristrutturazione della struttura balneare - vede ora approdare le considerazioni della perizia 'super partes' ordinata dalla Pretura. Ebbene, rispondendo punto per punto alle domande e dopo i sopralluoghi avvenuti tra gennaio e febbraio, il nuovo perito incaricato mette in luce numerose inadempienze alle quali sarebbe incorso il consorzio designato per l'opera appaltata dal Comune e per la quale il Consiglio comunale aveva stanziato un credito di 1 milione e 980 mila franchi. La più clamorosa inadempienza segnalata nella nuova perizia riguarda il rifacimento della pavimentazione attorno alle tre piscine - grande, piccola e quella riservata ai bambini - in Tartan (miscela di caucciù e di resine sintetiche, nella quale sono compressi trucioli di gomma) - che il perito incaricato definisce "non eseguita a regola d'arte". L'opera fornita da Acquaplan, non solo secondo il perito non corrisponderebbe a quanto offerto - sarebbe cioè stata posata una pavimentazione monostrato, mentre l'offerta ne prevedeva una a due strati - ma soprattutto, prima della posa del nuovo manto non sarebbe stato eseguito adeguatamente il lavoro di preparazione del sottofondo. Di qui deriverebbe una sostanziale e non trascurabile divergenza di fatturazione, nonché un presunto danno nei confronti dell'ente pubblico per alcune decine di migliaia di franchi. 

Se questa e altre incongruenze, tra lavori eseguiti, costi reali e fatturazione al Comune, saranno confermate dalla Pretura, le crepe attualmente visibili in alcune parti della pavimentazione del Lido di Bissone potrebbero essere ricondotte non solo dunque all'usura del tempo - dieci anni sono ormai trascorsi dal risanamento della struttura balneare - ma anche alla mancanza, appunto, di un adeguato lavoro di preparazione del sottofondo e di una scelta costruttiva ritenuta rischiosa dal perito, il quale ha oltretutto constatato uno spessore chiaramente irregolare della pavimentazione. Il contratto tra il Municipio (il committente dell'opera) e Acquaplan Sa, per questo specifico capitolo, non sarebbe insomma stato rispettato. 
All'esame del perito vi sono inoltre diverse voci di spesa accollate al Comune di Bissone ritenute ingiustificate, poiché non corrispondenti alla prestazione pattuita. Inoltre, alcuni onorari richiesti dal consorzio al Comune non risulterebbero sufficientemente documentati e pertanto immotivati. Tutti aspetti che dovranno essere attentamente valutati dal Pretore del distretto di Lugano, l'avvocatessa Franca Galfetti Soldini, cui spetterà il compito di accogliere o respingere la causa promossa dal Municipio nei confronti del consorzio che ha eseguito i lavori di risanamento al Lido comunale.

Il risanamento del Lido di Bissone solleva inevitabilmente anche questioni politiche. Al momento dell'emissione della fattura da parte di Acquaplan Sa, l'allora maggioranza municipale guidata dall'ex sindaco Ludwig Grosa, aveva proceduto al pagamento in pochi giorni. La minoranza municipale aveva invece richiesto - ma invano - di eseguire puntuali verifiche sui lavori eseguiti e consegnati, incluso il collaudo dell'opera oggetto dell'importante 'restyling', che a tutt'oggi accuserebbe una mancanza di trasparenza sulla gestione dell'appalto. L'opera di risanamento della struttura balneare, fra l'altro, inizialmente avrebbe dovuto prevedere la sostituzione della vasca della piscina (investimento che avrebbe potuto contare sugli aiuti dello Sport Toto) nonché beneficiare di altri sussidi, come era stato paventato nel messaggio municipale. Ma, strada facendo, l'ente pubblico vi ha inspiegabilmente rinunciato. E ora sul dossier della discordia si attende il verdetto della Pretura.