Secondo la Conferenza dei governi della Svizzera nord-occidentale il livello di controlli in discussione "paralizzerebbe di fatto il traffico frontaliero"
Un regime di controllo rigoroso alle frontiere come quello richiesto dai presidenti dei principali partiti "paralizzerebbe di fatto il traffico frontaliero". Per questo motivo, i cantoni della Svizzera nord-occidentale vi si oppongono.
"Le chiusure e i controlli alle frontiere, i regimi di test e i regolamenti di quarantena" proposti dai presidenti dei partiti "sono difficilmente attuabili" e "non sono una soluzione", scrive martedì la Conferenza dei governi della Svizzera nord-occidentale (BS, BL, AG, SO e JU) in una lettera indirizzata al Consiglio federale.
Ogni giorno sono più di 70'000 i lavoratori frontalieri francesi e tedeschi che si recano nel nord-ovest della Svizzera. Quasi il 10% di loro lavora nel settore della salute e dei servizi sociali. "Danno un contributo significativo al funzionamento dell'assistenza sanitaria nella regione e una risposta efficace alla pandemia", osserva la conferenza.
Lo schema proposto dai presidenti dei partiti "avrebbe conseguenze importanti per i cantoni e le regioni di confine". "Paralizzerebbe di fatto il traffico di frontiera". L'obbligo di quarantena "potrebbe avere serie ripercussioni sul buon funzionamento delle nostre imprese", sottolineano i responsabili dei cinque cantoni.
Nel fine settimana alcuni domenicali hanno riferito che i presidenti dei sei principali partiti (UDC, PS, Alleanza del Centro, PLR, Verdi e Verdi Liberali) hanno indirizzato una lettera al Consiglio federale in cui chiedono di introdurre in sistema di test alle frontiere e regole di quarantena più severe.