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Tutte le incognite del congedo parentale votato oggi

I liberali radicali sulle barricate: ‘Contrario al diritto superiore, andrà solo ai dipendenti pubblici’. Ghisolfi (Ppd) replica: ‘Non è vero’

Ti-Press
25 gennaio 2021
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È un via libero pieno di incognite quello che il Gran Consiglio ha dato alla proposta di istituire un congedo parentale di dieci giorni in aggiunta al congedo maternità già previsto dalla legge e al congedo paternità recentemente votato dal popolo. Dopo il pareggio di dicembre il parlamento ha respinto il rapporto di maggioranza di Giorgio Galusero (Plr) che chiedeva di bocciare l'iniziativa, per poi dare luce verde al rapporto prima di minoranza ma diventato vincente di Nadia Ghisolfi (Ppd). 43 a 37, il risultato finale. A sostegno del congedo parentale Ppd, Ps, Mps, Pc, Più donne e qualche battitore libero (i leghisti Sabrina Aldi e Giancarlo Seitz, le liberali radicali Natalia Ferrara e Giovanna Viscardi). Contrari Plr, Lega e Udc. Ma di incognite, e nemmeno poche, si parlava.

I dubbi

Il tam-tam è partito in mattinata, dove - dopo tante discussioni in seno alla Commissione parlamentare sanità e sicurezza sociale e dopo che il tema è stato del tutto assente in tutti gli interventi pronunciati in aula a dicembre - è emerso che questa misura potrebbe applicarsi solo al settore pubblico, poiché per questioni di diritto superiore la competenza per un eventuale congedo parentale sarebbe della Confederazione, e non dei Cantoni. In aula i liberali radicali non hanno potuto comunicarlo in un intervento poiché quella di oggi era una ripetizione di un voto già effettuato, quindi non era possibile prendere prima la parola. E quando si sono contate quelle 43 luci verdi sul tabellone finale il nervosismo è stato palpabile. Ad ogni modo, il principio è stato fissato e sarà compito del Consiglio di Stato fare i propri approfondimenti e tradurlo in un messaggio.

Speziali (Plr): ‘Solo per i dipendenti pubblici? Motivo in più per contestarlo’

A far capire l'aria che tira è il presidente del Plr Alessandro Speziali, che alla 'Regione' commenta che «se questo congedo si confermasse a beneficio solo degli impiegati pubblici, avremmo un motivo in più per contestarlo. E questo perché sarebbe una mancanza di sensibilità e di solidarietà nei confronti delle persone che lavorano nel privato, dove specie in questo momento le aziende hanno difficoltà finanziarie e organizzative. In questa pandemia l’impiegato pubblico era ed è al riparo da qualsiasi crisi occupazionale e salariale. Insomma, questo tipo di congedo sarebbe mal compreso dal Paese». La misura approvata dalla maggioranza del parlamento, aggiunge il granconsigliere, «andrebbe a pesare unicamente sulle casse statali che a causa del coronavirus registrano una contrazione delle entrate e un'esplosione delle uscite. Noi siamo per trasformare, a livello federale, le attuali quattordici settimane di congedo maternità e le due di congedo paternità in sedici settimane di congedo parentale, che peraltro è la posizione del partito federale».

Ghisolfi (Ppd): ‘Il servizio del Gran Consiglio ci ha dato via libera’

La replica di Nadia Ghisolfi non si fa attendere. Da noi interpellata afferma infatti che «abbiamo fatto le verifiche con il servizio del Gran Consiglio, e mi hanno detto che si poteva fare: ho un testo con scritto nero su bianco quale legge si può applicare. Adesso noi abbiamo approvato questo principio, il Consiglio di Stato deve metterlo in atto». E se il diritto superiore lo impedirà? «Si troverà un'altra soluzione, ma che si applichi solo al settore pubblico non esiste. Di possibilità ce ne sono». Quali lo dice subito: «Il congedo paternità deve essere ancora scritto nella Legge federale sull'indennità perdita di guadagno, cui sottostà il congedo maternità. Un cantone, poi, potrà estendere uno dei due congedi con la formula del congedo parentale. Il governo ha tutto il tempo di fare le sue valutazioni, ovviamente rispettando le leggi in vigore. Ma di possibilità, ripeto, ce ne sono».