Su un drone abbattuto, un motore della Faulhaber Minimotor di Croglio. La casa madre riferisce di regole rispettate ma sono in corso verifiche
Nulla di illegale, ma la notizia solleva questioni di natura etica. Parliamo di tecnologia ticinese comparsa nel conflitto militare del Nagorno Karabakh. Su un drone abbattuto da soldati armeni è stato infatti trovato un motore fabbricato dalla Faulhaber Minimotor di Croglio. Ne riferisce la Rsi, evidenziando come i droni Harop siano uno dei fattori chiave del successo militare dell'Azerbaigian nella regione montuosa del Karabakh: chiamati anche droni-kamikaze, sorvolano il nemico dall'alto, quasi invisibili e senza far rumore e, una volta programmati, possono decidere in maniera autonoma quando attaccare un obiettivo, grazie all’intelligenza artificiale, schiantandosi sul nemico.
L'azienda con sede in Malcantone impiega 280 dipendenti e produce diverse tecnologie in miniatura, per dispositivi medici, ottici, ma anche per sistemi di automazione e robotici, tra cui possono rientrare motori per droni. La casa madre in Germania - sottolinea la Rsi - in una prima laconica risposta ha scritto che parte dal presupposto che tutte le sue filiali rispettano le regole d'esportazione, ma anche che attuerà ulteriori verifiche e poi risponderà a domande più dettagliate. La Segreteria di stato dell'economia ha dal canto suo già chiarito che l'esportazione di motori elettrici di questo tipo possono essere impiegati in vari settori industriali e che non sottostanno alle autorizzazioni previste dalla Legge federale sul controllo dei beni utilizzabili a fini civili e militari. Rimangono tuttavia interrogativi etici, segnatamente è legittimo chiedersi se la fornitura per questi droni automatizzati corrispondano al codice di condotta aziendale.