Mantenute le misure già in vigore fino al 23 dicembre, in aggiunta dalla mezzanotte di mercoledì i bar dovranno chiudere alle ore 19, i ristoranti alle 22
Il Consiglio di Stato, presenti il presidente del Governo Norman Gobbi, il direttore del Dss Raffaele De Rosa e il medico cantonale Giorgio Merlani, ha comunicato le nuove misure di contenimento della pandemia.
Norman Gobbi: «La situazione non è soddisfacente, c'è pressione sulle strutture sanitarie. La percezione sul territorio nazionale è differenziata, alcuni cantoni hanno reagito, altri all'invito del governo a rafforzare le misure hanno risposto picche».
Il Presidente del Consiglio di Stato ha messo in guardia sulla situazione in fase di stallo, evocando la mefafora dello scollinamento del picco e del fondovalle, in chiave leventinese: «In caso di una terza ondata non partiremmo dal fondovalle ma dalla Biaschina. Il canton Ticino ha vissuto fasi di lockdown totale, sappiamo come comportarci ma dobbiamo ricordarcelo».
Riguardo ai piani di protezione, Gobbi ha dichiarato che le forze di controllo hanno dovuto constatare l'insufficienza di alcuni di essi. Sarà dato mandato alla polizia cantonale e comunale di verificare il rispetto di tali piani di protezione, ad esempio le distanze fra i tavoli e le sedie nei locali.
Mantenute le misure già in vigore fino al 23 dicembre, in aggiunta a partire dalla mezzanotte di mercoledi i bar e servizi di bar dovranno chiudere alle ore 19. I ristoranti e i servizi di asporto dovranno chiudere alle 22, così come casinò, case da gioco (inclusi le sale da bowling, da biliardo, da tombola e da gioco in generale), locali erotici e gli altri locali notturni.
«Le normative vogliono essere garanti della sicurezza sanitaria ma anche della libertà individuale. Se le misure non dovessero dare i risultati auspicati bisogna stringere ancora, ma vogliamo evitare chiusure generalizzate» Ha detto Gobbi. Il presidente del Consiglio di Stato ha richiamato anche l'attenzione a quanto avviene in territorio lombardo, auspicando di poter passare un Natale con restrizioni minori rispetto a quelle in vigore nella vicina penisola.
Il Consiglio di Stato si rivolge poi a tutti gli attori economici: i controlli svolti nelle attività commerciali sono molto sollecitati. Il passaggio ai 10 metri quadri per persona deciso dalla Confederazione non è rispettato da tutti, si è verificata una disattenzione al controllo del numero degli accessi negli esercizi commerciali, dunque il Governo domanda uno sforzo anche all'ambito del commercio, utilizzando sistemi di controllo degli accessi tecnologico o con l'ausilio di personale di sicurezza.
Norman Gobbi ha inoltre invitato «di cuore» a farsi testare ai primi sintomi «Io stesso l'ho fatto per sicurezza dopo il contatto con una persona, fatelo, davvero, pensate a voi stessi, ai vostri cari e a chi ci sta vicino, soprattutto all'avvicinarsi del Natale»
Sulla stessa linea il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa: «La diminuzione dei contagi è stata lenta, ora assistiamo a una stabilizzazione, nell'ultima settimana c'è stato anche un leggero aumento. Ci auguriamo non avvenga un'inversione di tendenza. L'assestamento sta avvenendo su livelli troppo alti. Occorre ridurre i contatti e assumere comportamenti responsabili. Con questi numeri non ci sono i margini per assorbire una nuova impennata dei casi»
De Rosa ha ribadito la necessità di selezionare i contatti, scegliere occasioni di incontro magari all'aperto, rimanere in ambito familiare.
Il medico cantonale comunica che il tasso di riproduzione del virus, l'Rt, ha di nuovo superato l'1. «Se uno non fa il test, non possiamo sapere se è positivo e non possiamo mettere in quarantena i suoi contatti. Non ci vuole per forza tosse o febbre persistente: per esempio, il sottoscritto ha avuto febbre per meno di 24 ore, senza il test non avrei saputo di essere positivo e avrei potuto infettare il Consiglio di Stato. Anche un raffreddore o una stanchezza inspiegabile e improvvisa può essere un sintomo. Il test va fatto il più rapidamente possibile, altrimenti i suoi contatti vengono messi in quarantena troppo tardi».
Infine, una frecciatina di Merlani a chi ironizza sugli orari delle aperture: «Non è che il virus ha orari, ma in base all'orario cambia l'atteggiamento delle persone. Con gli orari serali aumenta magari anche il tasso alcolico, che riduce le distanze sociali e l'attenzione alle misure di prevenzione, per cui anche gli orari di chiusura hanno un effetto sulla diffusione del virus»
«Avrei voluto che i valori scendessero di più, e proporre magari delle aperture per Natale, adesso non è possibile. Il "malato Ticino" è ancora sotto osservazione» ha aggiunto Merlani, e sul contact tracing: «Non vorrei vedere gli episodi di festicciole e assembramenti che ho visto e temo che ce ne saranno altri nei prossimi giorni, e temo la tendenza a sottoporsi meno al test»
Riguardo la possibilità che la chiusura dei bar sposti gli assembramenti al di fuori, Merlani constata come comunque esso riguarda solo una parte delle persone, molte delle quali invece interpretano le misure come delle precauzioni da rispettare. Il rischio va corso, secondo Merlani, in quanto ci si aspetta più benefici che svantaggi.
Il medico cantonale ha evidenziato come anche il tasso di mortalità sia più basso, sia per il maggior numero di test effettuati, sia per l'esperienza accumulata dai sanitari circa le terapie da seguire: i numeri sono alti a causa di un picco di malati ospedalizzati, ma il tasso di mortalità sembra comunque diminuire.
Sugli eventuali sacrifichi chiesti al mondo economico, Gobbi ha sottolineato che si preferisce «usare il bastone», e sanzionare solo chi non rispetta le norme di sicurezza e i piani di protezione, non tutto il settore.