La modifica è stata approvata da 325 voti favorevoli (57 i contrari) durante l'assemblea odierna. Approvata la fusione con il Pbd.
Da Partito popolare democratico svizzero ad 'Alleanza di centro', passando per la fusione con il Partito borghese democratico (Pbd). Quella di sabato è stata una giornata storica per il Ppd, i cui delegati – riuniti in assemblea semi-virtuale, hanno avallato sia il cambiamento del nome, con relativa cancellazione del riferimento cristiano (che ancora resisteva nelle versioni francese e tedesca) sia la fusione con il Pbd, i cui membri avevano già dato l'assenso due settimane fa.
In apertura di assemblea, il presidente del partito Gerhard Pfister aveva chiaramente detto che non esisteva un piano B in caso di bocciatura della nuova denominazione e della fusione. Con un "no", in occasione delle prossime elezioni si sarebbe dovuto decidere con quale strategia presentarsi, e sarebbe stata in primis una responsabilità degli oppositori portare soluzioni.
L'unione col Pbd e il nuovo nome, stando a Pfister, risolvono un problema strutturale che si trascina da 40 anni: "Non siamo mai riusciti a effettuare il salto oltre i nostri luoghi di origine, poiché veniamo percepiti come partito cattolico o particolarmente religioso". Obiettivo: mettere a frutto il potenziale elettorale esistente, che Pfister ha stimato in circa il 20%, contro l'11% ottenuto nelle elezioni del 2019.
I delegati - a causa del coronavirus riuniti in modo decentrato in 13 località, fra le quali Lostallo (GR) - hanno accolto la proposta di cambiamento di denominazione con 325 voti contro 57.
Il nuovo nome vuole essere quindi una possibilità di rilancio, ma intende pure sottolineare il ruolo centrale del partito nel mantenimento degli equilibri nello scacchiere politico.
Avallata a larga maggioranza anche la fusione con il Pbd: 336 voti contro 25 e 2 astensioni. La discussione in questo caso è stata piuttosto breve visto che con questa mossa i delegati vedono chiaramente una possibilità di crescita per il partito. Entrambe le formazioni politiche lottano contro una costante perdita di voti.
I delegati si sono detti coscienti del fatto che questa nuova realtà - che vedrà luce ufficialmente il primo gennaio 2021 - non porterà automaticamente al successo; servirà del duro lavoro per raggiungere gli obiettivi prefissati. Per prima cosa, sarà necessario stilare un programma di partito, mentre i vertici della neonata formazione politica verranno scelti all'inizio del nuovo anno.
Alle Camere federali Ppd e Pdb, assieme al Partito evangelico svizzero (Pev), formano già un unico gruppo parlamentare. Il nuovo nome del partito vale a livello nazionale, ma a livello cantonale le singole frazioni possono scegliere autonomamente se adottarlo o no.