Secondo i collettivi, la legge sullo stupro andrebbe integrata con la nozione di consenso. Attualmente è necessario provare che c'è stata costrizione
I collettivi femministi svizzeri vogliono che la legge in vigore sugli abusi sessuali sia rivista. Approfittando della giornata internazionale contro la violenza nei confronti delle donne, in programma domani, chiedono che nella prossima revisione del Codice penale sia integrata la nozione di consenso.
"Quando non è sì, è no! Senza consenso, è uno stupro!", è lo slogan usato per attirare l'attenzione in merito alla necessità di adeguare le attuali norme. Al momento, deplorano in una nota odierna i movimenti per lo sciopero femminista, affinché uno stupro sia riconosciuto dalla giustizia come tale deve essere provata l'esistenza di una costrizione.
In Svizzera, il 22% delle donne ha subito atti sessuali indesiderati nel corso della propria vita, mentre il 12% ha avuto un rapporto sessuale contro volontà, viene ricordato nel comunicato. Di tutte le vittime, solo l'8% sporge denuncia alla polizia, una percentuale molto bassa dovuta principalmente alla vergogna per quanto accaduto.
Domani i collettivi organizzeranno diverse mobilitazioni sparse per il Paese. Alle 18.30 saranno accese delle candele a simboleggiare le violenze subite dalle donne: la popolazione è invitata a fare altrettanto. Palazzo federale a Berna, così come il Jet d'eau e il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, alle 17.00 saranno illuminati di arancione, il colore simbolo della giornata. Lo stesso avverrà per altri edifici pubblici di varie città e per quelli delle ambasciate straniere.