Legislativo compatto (solo 4 astenuti) nel sostenere la proposta Plr dopo la bocciatura, nove anni fa, di due analoghe mozioni in Città e a Giubiasco
Nove anni dopo la bocciatura per un solo voto (nella vecchia Bellinzona) dell’allora mozione socialista portata avanti dall'ex consigliere comunale Francesco Lombardo, e dopo il 'no' pure espresso in quel periodo dal Legislativo di Giubiasco verso un'analoga proposta del popolare democratico Marco Mombelli, questa sera quasi all'unanimità (solo 4 astenuti nel gruppo Lega/Udc) il Legislativo di Bellinzona ha accolto la mozione del liberale-radicale Vito Lo Russo per l'introduzione della figura di educatore/operatore di strada o di prossimità. L’ampio consenso si è manifestato seguendo le indicazioni di voto del Municipio e della Commissione legislazione, entrambi oggi unanimemente favorevoli, considerando anche le dimensioni nel frattempo raggiunte dalla città aggregata, che sia giunto il momento d’istituire un servizio dotato di un approccio preventivo in grado di approcciarsi con proattività non solo ai fenomeni giovanili che possono presentare delle criticità, ma a tutte le fasce d’età, individuando così i bisogni e le risposte adeguate da dare. Il Municipio, indicando una possibile entrata in servizio nel 2022, ha pure indicato che l’ideale sarebbe affidare il servizio a due persone (un uomo e una donna) con un impegno ciascuno del 50%.
Orlando Del Don (Udc) ha rimarcato come i fenomeni di devianza giovanile siano in aumento, ciò che porta a situazioni di precariato ed esclusione sociale. Crescono inoltre mediamente i reati commessi da minori, con tasso di recidiva del 30%. Altre Città e Comuni, ha poi ricordato, hanno istituito il servizio ormai da tempo: «L'educatore non deve assumere ruolo di assistente sociale né di poliziotto, ma deve poter costruire un rapporto di fiducia per ridurre i comportamenti a rischio. Un punto di riferimento per la persona bisognosa d'aiuto». Alessandro Lucchini (Sinistra) ha parlato di disagio giovanile che può essere capito meglio sul territorio con un approccio educativo e non repressivo: «Una solida unità d'intenti indica che il bisogno è concreto, attuale. Stupisce dunque che il Municipio voglia attendere fino al 2022, mentre la necessità è già oggi ben presente. Considerati i fenomeni giovanili descritti, l'auspicio è di vedere ben presto potenziato il servizio». La missione, ha sottolineato Paolo Locatelli del Ppd, «sarà monitorare e intercettare il disagio sociale in contesti variegati che comprendono anche problemi come l'indebitamento giovanile». Renato Züger (Sinistra) ha ricordato di essere stato a Giubiasco fra i consiglieri che bocciarono l'allora mozione: «Ma tempi, esigenze e tessuto sociale sono cambiati, perciò questa proposta merita di essere sostenuta. L'importante è che non si proceda con l'assunzione di 'vigilantes' ma di persone veramente in grado di comprendere i problemi». Prevenire – ha obiettato Marco Noi dei Verdi – significa arrivare prima: «Peccato che nove anni fa si sia persa l'opportunità di agire subito, già allora. Infatti l'operatore di strada necessita molto tempo, laddove i giovani e le persone bisognose non danno fiducia in modo automatico». Lisa Boscolo (Sinistra) ha avanzato perplessità per come il Municipio sostiene la nuova figura professionale: «Due soli operatori al 50% per una popolazione di oltre 40mila abitanti. Sarà fondamentale che collaborino con il Social Truck», il nuovo servizio nato in questa legislatura e attivo in modo itinerante sul territorio per avvicinare i giovani con attività socio-educative. Monica Soldini (Mps) chiede che la prevenzione primaria sia affidata principalmente ai centri giovanili e al Social Truck: «L'educatore di strada deve invece fare prevenzione secondaria frequentando i luoghi in cui i giovani si radunano; prioritario sarà poi migliorare sensibilmente le risorse finanziarie dell'Ufficio giovani». Il mozionante Vito Lo Russo ha detto che fare prevenzione significa anche «fare qualcosa per il futuro». Quindi l'invito al Municipio: «Non tema di spendere qualche franchetto per l'educatore di strada. Perché ogni franco speso in questo contesto è un investimento». Infine Giorgio Soldini, capodicastero Servizi sociali: «Si vuole migliorare il dialogo fra mondo giovanile e società nonché la lettura del disagio giovanile, così da individuare le misure di sostegno più adeguate».