Culture

Morto Geza Szocs, poeta-simbolo della ribellione a Ceausescu

Espulso dalla Romania nel 1986 dopo l'arresto, esiliato in Svizzera fino al 1990, fu emblema anti-dittatura.

6 novembre 2020
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Lo scrittore romeno di lingua ungherese Geza Szocs, figura intellettuale di riferimento in Ungheria e anche in Romania, Paese dal quale era stato espulso nel 1986 dopo l'arresto e la detenzione per attività sovversive, divenendo simbolo della ribellione al regime comunista del dittatore Ceaucescu, è morto ieri in un ospedale di Budapest all'età di 67 anni per le complicazioni del Covid.

La malinconia e l'impegno politico, l'ironia leggera e l'invocazione sono i principali temi della sua lirica. 'Né l'esistenza né la scala', pubblicata da Jaca Book nel 2017 a cura Tomaso Kemény, è la raccolta più significativa di Geza Szocs: alla profondità di pensiero, alla gravità esistenziale, alle altezze mitiche il poeta unisce un'originale tensione ludica, spesso fondata su analogie e doppi sensi impensati. Le sue poesie, considerate mirabili per la coniugazione geniale dei toni tragici con quelli ironici, sono tradotte in otto lingue.

La sua carriera letteraria è stata a lungo ostacolata dalla Securitate per le attività clandestine in favore della sua minoranza etnica e dei diritti umani in Romania. Esiliato in Svizzera dal 1986 al 1990 per le sue posizioni contro il governo di Ceausescu, Szocs si è occupato da allora di politica ed è stato nel 1990 tra i fondatori dell'Unione Democratica della Minoranza Ungherese in Transilvania. Senatore nel 1990-92 in Romania è stato poi segretario di Stato della Cultura nel 2010-2011 in Romania.

Sempre nel 2011 era stato eletto presidente del Pen Club ungherese ed in questa veste ha istituito il Gran Premio Internazionale 'Janus Pannonius' di Poesia. Tra le molte onorificenze ricevute, il Vienna European Academy (2009) e in Italia il Premio Leopardi (2011) e il Gran Premio Flussi diversi di Caorle (2012). È stato commissario ungherese per l'Expo di Milano del 2015.