La sua caduta è stata in parte attutita da un pompiere e da un poliziotto. Era stato espulso dalla Svizzera e dall'Italia
Era stato espulso dalla Svizzera, e non era la prima volta che succedeva, il 26enne marocchino che venerdì, attorno alle 12.15, si è lanciato da un traliccio ferroviario a Ponte Chiasso, nella zona di via Francini, ad una cinquantina di metri dal confine dalla stazione di Chiasso. Lo ha raccontato lo stesso migrante, in Italia da qualche anno, la cui presenza sul traliccio, ad una altezza di sei metri, era stata notata dal personale di un treno proveniente da Como.
L'allarme al Ccpd (il centro italo-svizzero di cooperazione di polizia) di Chiasso ha fatto scattare i soccorsi. Sul posto gli agenti della Polizia di frontiera di Ponte Chiasso, oltre ai vigili del fuoco e ai vigili di Como. Ai poliziotti ha raccontato di essere stato espulso dalla Svizzera, di aver lavorato come contadino a Napoli e a Milano e di non voler tornare in Marocco, in quanto espulso anche dall'Italia. La trattativa per farlo desistere dall'intenzione di buttarsi nel vuoto è andata avanti per un'oretta. Il giovane era in maglietta, sotto l'acqua, con temperatura rigida. Si è zittito quando ha capito che stava per essere raggiungo da un pompiere. In quel momento si è lasciato cadere a terra. L'impatto, in parte attutito dal tentativo di afferrarlo da parte di due soccorritori, con le pietre della massicciata, è stato violento. Il giovane ha riportato lesioni serie, ma non è comunque in pericolo di vita. Per consentire i soccorsi la circolazione dei treni è stata sospesa per oltre un'ora. Contusioni, medicate sul posto da un medico del Sant'Anna, per il pompiere che sotto il traliccio con un poliziotto ha tentato di afferrare il migrante.