Stop a spesa, turismo e visite a parenti e amici. Le risposte alle domande più importanti sulle nuove disposizioni circa le zone di confine
Da domani, Lombardia e Piemonte, insieme alla Valle d'Aosta (anch'essa confinante con la Svizzera romanda) e la Calabria, sono inserite nella cosiddetta "fascia rossa", quella che comprende le regioni più a rischio secondo i parametri del Ministero della Salute italiano riguardo la situazione Covid-19. Questo comporta il divieto di entrare e uscire dalle suddette regioni se non per motivi lavorativi (il che autorizza il transito dei frontalieri, in quanto anche il rientro a domicilio è concesso), di salute, o di urgenza e necessità. Tale divieto, nei fatti, vale anche nei confronti degli ingressi in Lombardia e Piemonte dal Ticino, sebbene non si tratti ufficialmente di una vera e propria chiusura delle frontiere da parte italiana: venisse mai a qualcuno, per esempio, l'idea di andare in Italia passando dai Grigioni verso l'Alto Adige, per esempio, sarebbe possibile farlo finchè la provincia autonoma di Bolzano non è in fascia rossa o arancione, per la quale vale lo stesso divieto. Tuttavia, come detto, la decisione italiana ha dei riflessi importanti anche per il Ticino e suscita ovviamente alcune domande.
No, l'ingresso in Lombardia e Piemonte, attualmente zona rossa, è consentito solo per motivi di lavoro, salute o estrema necessità.
Si, il rientro al proprio domicilio rientra fra i motivi per cui è permesso il movimento nelle regioni in zona rossa o arancione.
No, al momento non è consentito l'ingresso nelle zone rosse o arancioni per le visite ai familiari, ai parenti e ai partner se non per estrema necessità. Non è certo se prossimamente verrà presa una decisione in merito come avvenne in primavera con l'apertura alle visite ai "congiunti". Allo stesso modo è vietata l'uscita dalle zone rosse o arancioni, dunque non è possibile per chi risiede in Lombardia o Piemonte far visita a parenti, partner o amici in Ticino o in Svizzera.
No, salvo che non si tratti di motivi di necessità, ad esempio per un lavoro urgente o un guasto che metta a rischio l'abitazione.
No, al momento non è prevista alcuna quarantena per chi entra in Italia dalla Svizzera, al contrario della scorsa primavera. Questo finchè la Svizzera non è nella lista dei Paesi considerati a rischio dall'Italia. Tuttavia è richiesto di avere con sè un'autocertificazione, scaricabile dal sito del ministero degli Esteri italiano, in cui si dichiara la provenienza e in quali Paesi si è soggiornato negli ultimi 14 giorni. Anche per il rientro in Svizzera dall'Italia non è prevista nessuna quarantena, finchè l'Italia o alcune regioni di esse non sono nella lista dei Paesi a rischio per la Svizzera.
Si, è consentito il transito attraverso una zona rossa o arancione verso una zona "gialla", ovvero non a rischio (ad esempio, andare dal Ticino all'Emilia Romagna o Veneto).
Dipende: in Italia è stato imposto un divieto di circolare su tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5, salvo per le suddette ragioni lavorative, di salute o di urgenza. È bene dunque evitare di trovarsi in giro dopo delle 22 e fino alle 5 se non per i motivi sopra citati, per i quali è richiesta un'autocertificazione, per evitare di incorrere in una multa come in casi già avvenuti.
Il decreto italiano è in vigore fino al 3 dicembre. La situazione delle Regioni viene adeguata settimanalmente, se una Regione viene inserita in fascia rossa o arancione i divieti valgono per un minimo di 15 giorni e comunque non oltre la scadenza del decreto.