Le ipotesi di reato nei confronti di tre persone sono quelle di omicidio colposo e di contravvenzione alla Legge federale sulle epidemie
Cinque mesi dopo le segnalazioni inoltrate da familiari e, il 2 maggio, dal Movimento per il socialismo (Mps) affinché la Procura avviasse una verifica sulle cause che durante la pandemia da Covid-19 hanno portato al decesso di 150 ospiti di diverse case per anziani ticinesi, il Ministero pubblico conferma oggi di aver nel frattempo aperto un'inchiesta penale. Che riguarda la struttura di Sementina dove si sono verificati ben 21 decessi fra gli 80 ospiti. Il Ministero pubblico, si legge nel comunicato diffuso in serata, “ha avviato una serie di verifiche, aprendo un procedimento penale. Dopo aver esaminato la dettagliata documentazione raccolta dall'Ufficio del medico cantonale, che aveva già avviato un'inchiesta amministrativa, sono state interrogate in veste di imputate tre persone operanti nella struttura”.
Le ipotesi di reato – specifica la Procura – sono quelle di omicidio colposo, alla luce di decessi di degenti risultati positivi al virus nell'istituto, e di contravvenzione alla Legge federale sulle epidemie visto il possibile mancato rispetto delle direttive impartite dalle competenti Autorità e uffici statali. Da nostre informazioni risulta che sotto inchiesta sono finiti i vertici dell'istituto (in primis il direttore generale Silvano Morisoli e la direttrice sanitaria Elena Mosconi Monighetti) interrogati oggi insieme a un quarto collaboratore, ma non sottoposti a fermo. Le indagini – coordinate dal procuratore generale Andrea Pagani e dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti – proseguono con l'analisi della documentazione sequestrata e con il vaglio di ulteriori posizioni in seno alla casa per anziani. Il Ministero pubblico ricorda che nei confronti degli imputati vale il principio della presunzione di innocenza.
Dal canto suo il Municipio di Bellinzona – che durante l'estate ha avviato verifiche amministrative su alcune fattispecie emerse nella struttura di Sementina in riferimento alla possibile entrata di familiari quando questa era vietata – ha preso atto quest'oggi dell'avvio del procedimento penale. La casa anziani di Sementina, ricordiamo, è stata la sola struttura ad aver registrato decessi fra le tre gestite dalla Città (zero contagi alla ‘Pedemonte’ e alla ‘Mesolcina’). In un comunicato l'Esecutivo dichiara che le quattro persone interrogate oggi “hanno collaborato con l’autorità giudiziaria rispondendo con sollecitudine e completezza alle domande loro rivolte”. A questo stadio delle indagini il Municipio ribadisce “la piena fiducia e sostegno per l’importante operato di tutti i collaboratori delle proprie case per anziani, comprese le persone oggi interrogate, e auspica una rapida conclusione del procedimento”. Se ne deduce che al momento i vertici indagati non vengono sospesi dalle loro funzioni.
Proprio stamane a Bellinzona si è riunita la Sottocommissione finanze del Gran Consiglio chiamata a pronunciarsi sulla richiesta del Movimento per il socialismo (inoltrata il 29 maggio al plenum del Legislativo cantonale) affinché s'istituisca una Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) che indaghi sulla gestione, da parte delle autorità cantonali e delle singole direzioni, dei vari istituti per anziani nei quali si sono verificati i 150 decessi per Covid. I commissari – fra i quali una netta maggioranza propenderebbe per l'istituzione di una Cpi – hanno deciso di sospendere temporaneamente i lavori dopo aver appreso la notizia dell'apertura dell'inchiesta penale. Nel frattempo, sempre questa mattina, avevano già ascoltato il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità, il medico cantonale Giorgio Merlani e il direttore della Divisione salute pubblica Paolo Bianchi. Ai deputati hanno esposto quanto deciso dalle autorità cantonali sin dall'inizio dell'epidemia, ribadendo che il Ticino è stato tempestivo nell'emanare le restrizioni. Se la Direzione di Sementina non le ha poi applicate, saranno l'inchiesta penale ed eventualmente i giudici a stabilirlo. E in effetti intervistato a giugno Silvano Morisoli un'ammissione di peso l'aveva fatta, riferendosi alla «tempestività nell'applicare misure che finora non avevamo mai messo in atto».
Sempre ieri le autorità hanno segnalato il 351° decesso; era dal 12 giugno che non si registravano più morti a causa del coronavirus. Stando a quanto anticipato da De Rosa alla trasmissione Matrioska (Teleticino), i contagi di martedì ammontano a una settantina, contro i 45 del giorno precedente. Dall’inizio dell’epidemia si arriva così oltre la soglia dei 4mila casi. Il consigliere si è detto “certamente preoccupato”.
Sempre oggi è stato pure reso noto che una classe di terza delle Medie di Cadenazzo è finita in quarantena a seguito della positività di due allievi di Gudo e Gambarogno. C'è intanto preoccupazione per il rischio contagio sui bus scolastici speciali a bordo dei quali non vige l'obbligo di mascherina, come d'altronde alle Medie. Con la differenza che sui bus le classi si mischiano comportando un rischio maggiore di contagio. Su questo tema valutazioni sono in corso al Decs.