In Ticino l'aumento dei premi più marcato di tutta la Svizzera (+2,1%): 'Non meritavamo questo ulteriore schiaffo'
Lo «schiaffo» è arrivato anche quest’anno. Un aumento dei premi di cassa malati (del 2,1%, il più marcato in tutta la Svizzera) che, stando al consigliere di Stato Raffaele de Rosa, la popolazione ticinese «non meritava», ritenendolo «ingiusto e ingiustificato». [Qui la tabella delle variazioni delle principali casse per gli over 26, per i giovani adulti e per bimbi e adolescenti, nonché altri documenti utili] E questo per diversi motivi. Innanzitutto, «abbiamo appreso dagli assicuratori malattia che per il 2020 vi sarà una leggera diminuzione dei costi (-0,5%) a fronte di un moderato aumento per il 2021». Indicazione che aveva spinto il governo ticinese a chiedere all’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) «nessun aumento di premi». Una richiesta che però non è stata ritenuta valida da Berna, che ha addirittura «corretto al rialzo i premi proposti dalle casse malati», le quali avevano suggerito un incremento dell'1,7%.
Il +2,1% è stato giustificato dall’Ufsp con il fatto che nel 2019 i premi erano stati fissati troppo bassi, rispetto all’evoluzione dei costi. Tuttavia, anche l’anno scorso era stato annunciato un aumento del 2,5%. Considerando poi che per il primo semestre di quest’anno i dati dello stesso Ufsp mostrano una diminuzione dei costi del 5,5% in Ticino (-0,1% a livello nazionale), è «difficile conciliare queste cifre» con la decisione presa da Berna, ha rilevato De Rosa. E questo ancor di più, notando che le riserve delle casse malati «continuano a crescere» e che quest’anno dovrebbero superare gli 11 miliardi di franchi. «La legge prevede di usare queste riserve per situazioni straordinarie e non intravediamo situazioni più straordinarie di quella che stiamo vivendo oggi». Il direttore del Dipartimento della sanità e socialità (Dss) si riferiva ovviamente alla pandemia di coronavirus che ha avuto (e sta ancora avendo) «ripercussioni sociali ed economiche, provocando un peggioramento delle condizioni economiche di buona parte della popolazione. Insomma, «vi erano tutti i presupposti per non aumentare i premi di cassa malati, una voce di spesa già molto pesante nel bilancio delle famiglie».
A tutto ciò va poi aggiunto che il Cantone, come già accaduto l’anno scorso, ha «riscontrato difficoltà» nel ricevere informazioni sugli assicuratori dall’Ufsp. «Una fornitura parziale dei dati – ha precisato De Rosa – che ci ha impedito di formulare con piena cognizione di causa un parere sulle proposte» di premio dei principali assicuratori. «Per la prima volta non siamo riusciti a svolgere un’analisi approfondita che in passato ha permesso complessivamente di recuperare circa 24 milioni di franchi». Il problema della fornitura di dati parziali è stato ribadito all’Ufsp a metà agosto, quando il Consiglio di Stato aveva chiesto (oltre a premi invariati rispetto al 2019) «una correzione della procedura d’approvazione dei premi con un maggior coinvolgimento dei cantoni, come chiede anche una delle tre iniziative cantonali» trasmesse alle Camere federali lo scorso gennaio.
La prima iniziativa cantonale chiede infatti «di dare più forza Cantoni, permettendo loro di fare in fondo i loro lavoro a fianco dell’autorità federale». Concretamente potrebbero esprime il loro parere non solo in merito ai costi stimati, ma anche sui premi previsti. Le altre due iniziative cantonali riguardano le riserve: una intende obbligare le casse malati a ridurle se superano il 150% del limite normativo. L’altra «serve per mantenere nel tempo la seconda», evitando «che questo sistema continui ad alimentarsi con dei premi che sono sistematicamente più alti dei costi». In altre parole, chiede «che vi sia automaticamente un meccanismo di rimborso dei premi incassati in eccesso da parte degli assicuratori».
L’obiettivo di queste iniziative è quello di «contenere l’aumento dei premi per i prossimi anni». Prima però devono ovviamente essere accolte dal parlamento federale: «Ne abbiamo discusso con la Deputazione ticinese alle Camere e c’è la volontà di trattarle il prima possibile». Un appoggio è anche stato trovato da diversi cantoni latini che hanno a loro volta tramesso al loro parlamento le medesime iniziative del Ticino. I Gran Consigli di Ginevra e Vaud le hanno già approvate, mentre a Friburgo, Giura e Neuchâtel il processo è ancora in corso. «Da quanto mi risulta non è mai capitato che degli esecutivi si attivino, coinvolgendo i rispettivi parlamenti per iniziative di questo genere», ha sottolineato De Rosa, precisando che anche Vallese e Berna le sostengono, così come altri cantoni svizzerotedeschi. In ogni caso a Berna «sarà una partita molto difficile. Sappiamo che le lobby a Palazzo sono molto presenti in diversi ambiti della sanità». Inoltre, la modifica di ordinanza proposta dal Consiglio federale che mira a indurre gli assicuratori a una riduzione delle riserve (ma «in modo meno incisivo», rispetto alle iniziative ticinesi), potrebbe «confondere le idee», facendo scivolare in secondo piano le proposte del Ticino.
È con un sentimento di «profonda delusione» che Laura Regazzoni-Meli, segretaria generale dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi), ha appreso dell’aumento dei premi in Ticino. Ritiene poi «incomprensibile» che l’Ufsp abbia «detto ad alcune casse malati di aumentare il premio rispetto a quanto avevano proposto. Molto probabilmente hanno ritenuto che i premi non coprivano i costi, ma per queste casse malati sarebbe stata l’occasione per attingere alle loro riserve». Riserve che però non sono il problema principale: «Ci vogliono riforme incisive che agiscano sui costi», combattendo così, in particolare, la «sovramedicalizzazione», ovvero trattamenti sanitari i cui benefici non sono stati dimostrati scientificamente. Regazzoni Meli ricorda poi che vi è anche un potenziale di risparmio cambiando cassa malati (disdetta possibile entro il 30 novembre), aumentando la franchigia o scegliendo modelli alternativi (come quello del medico di famiglia).
Il Plr evoca invece la pianificazione ospedaliera: “Qualità delle cure e costi corretti, ossia criteri di qualità e quantità devono condurre il Cantone verso un nuovo modello di sanità affinché questa continua crescita dei costi sia rapidamente corretta. Ad esempio puntando finalmente sulla creazione di un Ospedale cantonale universitario di riferimento”. Da parte sua la Lega si aspetta che il Consiglio di Stato non accetti questo aumento dei premi “ingiustificato”, esortandolo “a farsi valere con energia nei confronti della Confederazione”. Il Partito comunista chiede, invece, “una moratoria immediata sull’aumento dei premi” e “una cassa malati unica, pubblica con i premi calcolati in base al reddito e alla sostanza”.