Dalla Base Aerea i velivoli telecomandati di controllo delle frontiere impiegati da Guardie di confine e Polizia non decolleranno più in missione.
Sarebbero dovuti restare in servizio fino alla fine del 2017. Ma la loro vita operativa si è prolungata di due anni ancora. Ora, però, i vecchi droni ADS 95 Ranger Aerospace, il cui scopo è di intercettare tempestivamente i movimenti lungo la zona di confine e impedire azioni illegali nel nostro territorio, sono in pensione. Le Forze Aeree stanno già testando l'ADS 15, il successore, e dalla Base di Locarno, i "rumorosi" velivoli da ricognizione a pilotaggio remoto impiegati dal Corpo delle guardie di confine e dalla Polizia per pattugliare il territorio e le zone "calde", da novembre, sono spariti. E con loro le catapulte che, dall'aerodromo sulle rive del Verbano, proiettavano questi mezzi aerei in aria per le loro missioni di polizia.
Dalla fine dello scorso anno, come annota il comandante della Base di Locarno, il colonnello Martih Hösli, nell'editoriale dell'ultimo numero della rivista interna "Base Aerea Locarno News", pubblicato con notevole ritardo causa le complicazioni sorte con l'emergenza sanitaria, non sono più impiegati. Questi pattugliatori, utili ma poco silenziosi (ricordiamo le immancabili polemiche sorte negli scorsi anni a causa del rumore prodotto dai propulsori, soprattutto la notte, mentre sorvolavano i cieli del Locarnese e del Mendrisiotto) a Locarno-Magadino non torneranno più. E nemmeno il nuovo modello, dal momento che, come ci è stato riferito, la gestione dei droni avverrà direttamente dalla Base militare di Emmen. In pratica i velivoli telecomandati decolleranno dal Canton Lucerna, sorvoleranno - grazie alla loro lunga autonomia di volo (fino a 36 ore!) - le aree di confine del Paese e rientreranno per posarsi sulla pista di partenza. Senza scali tecnici a Magadino. Ma a Locarno, comunque, le Guardie di confine potranno ancora contare sul supporto degli elicotteri e dei piloti militari. I modelli Ec-135 e Superpuma (con videocamera Flir) saranno infatti sempre a disposizione per compiti di pattugliamento, ricerca persone o calamità, come fino ad ora. Insomma come rileva il comandante, il sistema di controllo delle frontiere è stato rivisto ma non escluderà Magadino dal discorso.
I nuovi modelli israeliani Hermes 900 HFE (denominati Kochav, stella), più performanti e silenziosi (grazie a motori diesel)- ordinati dalla Svizzera - saranno consegnati a scaglioni ad ArmaSuisse. Il primo dei sei droni acquistati è giunto in Svizzera il 26 novembre dello scorso anno. La flotta completa sarà comunque operativa soltanto dopo la metà del 2021. Per non lasciare scoperto il controllo aereo dei confini fino alla consegna dei mezzi, restano dunque come detto disponibili i velivoli ad ala rotante.
L’Hermes 900 HFE è un drone UAS della categoria MALE o Medium Altitude Low Endurance. Ha un peso di poco meno di 1200 kg, capacità di carico pari a 350 kg, un'autonomia di volo fino a 36 ore ed opera ad un'altezza di 30.000 piedi. Può essere dotato di ampie capacità di sorveglianza grazie al radar con tecnologia SAR, sistemi optronici EO/IR, di illuminazione laser. Dispone di un sistema di comunicazione protette SATCOM, data link nonché un sistema di allarme anti collisione ed è munito di sistema di riconoscimento.