Arte

Addio a Maurizio Calvesi, storico e critico d'arte

Internazionalmente noto, nel 2008 fu Premio Balzan 'per lo straordinario lavoro svolto nel campo della storia dell'arte visiva moderna e contemporanea'.

Maurizio Calvesi
26 luglio 2020
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Maurizio Calvesi, tra le più eminenti figure di storico e critico d'arte in campo internazionale, è morto a Roma all'età di 92 anni. Professore emerito dell'Università 'La Sapienza', Calvesi ha applicato in un'originale sintesi le metodologie iconografiche e quelle psicanalitiche in una ampia saggistica che va dalla pittura veneta al Futurismo, dal barocco leccese a Marcel Duchamp.

Formatosi alla scuola di Lionello Venturi e poi di Giulio Carlo Argan, è stato direttore della Calcografia nazionale, professore nell'Università di Palermo, poi in quella di Roma 'La Sapienza', dove ha diretto il Dipartimento di Storia dell'Arte. Dal 1983 al 1988 e dal 1992 al 2001 è stato prima vicepresidente, poi presidente del Comitato per i Beni Artistici e Storici nell'ambito del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali.

Era socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia di San Luca, dell'Istituto di Studi Romani e dell'Accademia Clementina di Bologna. Premio Viareggio per la saggistica nel 1990 per il volume "Le realtà del Caravaggio" (Einaudi, 1990), nel 2004 ha vinto il Premio Morassi per la storia dell'arte, conferito per il libro 'Gli incantesimi di Bomarzo. Il sacro bosco tra arte e letteratura' (Bompiani, 2000).

Nel 2008 gli è stato conferito il Premio Balzan "per lo straordinario lavoro svolto nel campo della storia dell'arte visiva moderna e contemporanea, che ha contribuito sia a una migliore comprensione della natura e dello sviluppo del modernismo sia allo studio dell'origine delle nuove tendenze dell'arte moderna".

Calvesi ha diretto la rivista 'Ars' e nel 1984 ha fondato la rivista mensile 'Art e Dossier', di cui è stato direttore scientifico fino al 1995. Negli anni giovanili è stato redattore della rivista quadrimestrale 'Storia dell'Arte' fondata e diretta da Argan, per poi dal 1992 diventarne direttore.

Calvesi è stato il primo studioso italiano a mettere in luce, nel campo artistico, le componenti dell'ermetismo rinascimentale, a introdurre nella critica spunti della psicologia freudiana e junghiana e, con Eugenio Battisti, a introdurre fin dagli anni Cinquanta l'iconologia. Integrando questi strumenti all'analisi formale e attributiva, nonché all'indagine di archivio, ha inaugurato un metodo che ha portato contributi innovativi, non di rado radicali, alla conoscenza di artisti come Piero della Francesca, Giorgione, Dürer, Caravaggio, Piranesi, Boccioni, Duchamp, De Chirico.

Ha promosso fin dal 1953 la rivalutazione del Futurismo con studi fondanti sull'insieme del movimento, su Marinetti e i singoli pittori. Ha seguito con assiduità l'arte della seconda metà del XX secolo, realizzando una militanza critica che si distingue per la continuità del lungo tragitto e la lucidità di indicazioni sempre tempestive e spesso in notevole anticipo