Le proposte dell'associazione vanno dall'aumentare le piste ciclabili all'aprire nuovi spazi, passando dal potenziamento del bike sharing
La pandemia di Coronavirus ha portato a un netto cambio di abitudini, compreso quello di muoversi di più con la bicicletta rispetto ai mezzi pubblici. Ma Pro Velo è preoccupata, tanto da constatare che "in questa situazione di emergenza, le reti urbane e periferiche del nostro Cantone non sono sufficientemente sicure e spesso ciclopiste e passerelle sono condivise con i pedoni, rendendo difficile il rispetto del distanziamento sociale: oltre al pericolo di essere investiti, quindi, anche il rischio di essere contagiati.
La richiesta, quindi, è che "in Ticino si trovino velocemente e senza troppe complicazioni procedurali soluzioni praticabili di durata limitata, per creare nuovi spazi riservati ai ciclisti. Questo come già realizzato in altre città del mondo, seguendo l’esempio di Berlino, che ha ridimensionato provvisoriamente strade a più corsie per ampliare le ciclabili esistenti".
Altre soluzioni proposte potrebbero essere "l’apertura ai ciclisti di strade finora off limits e, laddove non sia possibile, intervenire diversamente, introducendo ulteriori zone 30. Tutti interventi che praticamente non genererebbero costi di rilievo per i Comuni o il Cantone. Si tratterebbe di
soluzioni urgenti e provvisorie da attuare nell’ambito di una situazione di necessità sanitaria. In questo contesto Pro Velo Ticino sottolinea anche l’importanza di estendere la rete del bike-sharing nel Cantone (in parte già decisa), di renderla facilmente accessibile alle persone più anziane, meno
avvezze all’uso dei dispositivi elettronici, e gratuita durante il periodo di crisi pandemica. Pro Velo, a livello nazionale, ha già chiesto al Consiglio federale di creare le condizioni giuridiche per autorizzare Cantoni e città ad allestire o ampliare provvisoriamente in tempi brevi piste ciclabili.