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Sementina, il tampone agli asintomatici 'non era consentito'

Il medico cantonale Giorgio Merlani fa chiarezza sul metodo di rilevamento deciso da Berna nelle ultime settimane e applicato alla casa anziani 'in deroga'

Il medico cantonale, Giorgio Merlani, e Daniel Koch, responsabile del settore malattie trasmissibili all'Ufficio federale della sanità (Ti-Press)
4 maggio 2020
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“La possibile propagazione del virus attraverso persone asintomatiche è una situazione solo recentemente nota. Tant’è che l’Ufficio federale della sanità pubblica ha permesso l’esecuzione di test agli asintomatici solo a partire dal 22 aprile, quando ha aggiornato le proprie direttive. Prima, non lo permetteva in alcun modo. E comunque solo il medico cantonale può richiedere di procedere in tal senso, se giustificato, per prevenire e controllare la diffusione del virus all’interno di una struttura socio-sanitaria”. Ecco spiegato - per bocca del medico cantonale Giorgio Merlani, interpellato dalla ‘Regione’ dopo i tre recenti articoli dedicati al problema dell’elevato numero di decessi per Covid emerso nella casa anziani di Sementina - perché “nessuna struttura sociosanitaria in Ticino (ndr: ospedali, case per anziani, foyer per andicappati, ecc.) ha mai fatto strisci o tamponi su base regolare a personale e residenti asintomatici”. A parte, in deroga alle disposizioni federali, “in due distinte occasioni all’interno di due case per anziani con l’obiettivo di cercare di risalire all’origine del contagio”, come nel caso del tampone effettuato a degenti e dipendenti il 18 aprile nella casa di riposo di Sementina. Iniziativa, questa, messa in atto “in deroga alle disposizioni federali” e nell’ottica di “accertare la diffusione al suo interno”. L’esito preciso del test a tappeto non viene comunicato dal medico cantonale né dalla Direzione della struttura, ma il numero di positivi è risultato essere importante e da quel momento sono state messe in atto misure più severe nella gestione degli ospiti e del personale.

Fra i punti centrali della pandemia

Le spiegazioni odierne mirano a rispondere alle critiche di familiari e personale di Sementina, raccolte dal nostro giornale, secondo cui si è temporeggiato inutilmente prima di effettuare il tampone a tappeto, quando ormai i decessi erano parecchi. E nonostante si intuisse da tempo che quello degli asintomatici positivi è un punto chiave dell'intera vicenda, perché sentendosi in buona salute non temono di essere invece molto contagiosi. “Le raccomandazioni per effettuare il tampone diagnostico ci sono dall’inizio della pandemia - annota oggi il dottor Merlani - tuttavia variano nel tempo sulla base del contesto epidemiologico attuale e dalle strategie (contenimento o mitigazione) che vengono perseguite”. Come detto, fino al 22 aprile l’Ufficio federale della sanità pubblica “indicava quali criteri di sospetto che richiedevano il prelievo di campioni, la presenza di determinati criteri clinici (sintomi di malattia acuta delle vie respiratorie, ad esempio tosse, mal di gola, affanno e/o di febbre sopra i 38 gradi) in pazienti ospedalizzati o pazienti vulnerabili, oppure con sintomi leggeri nel caso di professionisti della salute”. Da allora, rammenta il medico cantonale, la strategia “è nuovamente cambiata e raccomanda ora di testare tutte le persone sintomatiche, indipendentemente dalla gravità”. Per persone sintomatiche si intendono quelle persone “che presentano un qualsiasi sintomo di una malattia acuta delle vie respiratorie (ad esempio tosse, mal di gola, affanno) con o senza febbre, sensazione di febbre o dolori muscolari oppure che manifestano l’insorgenza improvvisa di anosmia o ageusia”, ossia perdita dell’olfatto e della sensibilità gustativa.

Tamponi regolari non sono autorizzati

Fino al 22 aprile, rammenta Giorgio Merlani, le raccomandazioni federali prevedevano che i medici, citiamo, ‘possono decidere di sottoporre a test le persone sintomatiche che non soddisfano questi criteri, se ciò aiuta a proteggere persone vulnerabili’. Mentre solo le raccomandazioni nuove ammettono che, citiamo nuovamente, ‘i medici cantonali possono richiedere di fare testare delle persone asintomatiche negli ospedali e nelle strutture di assistenza medico-sociale, se giustificato, per prevenire e controllare la diffusione del virus all'interno della struttura’. Quindi - specifica oggi il dottor Merlani - le raccomandazioni “non solo non raccomandano, ma nemmeno permettono alle strutture di effettuare tamponi, tantomeno su base regolare, a persone asintomatiche”. In definitiva “nessuna struttura ha quindi mai fatto strisci in personale o residenti asintomatici su base regolare”.

Studio di Zurigo, risultati noti solo dal 16 aprile 

La richiesta del medico cantonale di eseguire in due case di riposo lo striscio generalizzato al personale e ai residenti privi di sintomi “è stata peraltro formulata alla luce di uno studio recente, effettuato nel Canton Zurigo, i cui risultati resi noti il 16 aprile mostrano un’elevata percentuale di residenti asintomatici positivi” in quattro strutture per anziani. Ossia il 20%, uno su cinque. Studio voluto nell’ottica di accertare la diffusione della malattia in determinate strutture. Una volta reso noto l’esito dello studio, “a livello federale è stata introdotta la modifica che formalizza l’autorizzazione ai medici cantonali” di richiedere il test a tutti i presenti in una determinata struttura sociosanitaria.

Quale la migliore strategia diagnostica?

“Ma anche dopo lo studio di Zurigo - avverte Giorgio Merlani - non è definito quale sia al momento attuale la migliore strategia diagnostica tramite tampone per controllare la diffusione del virus in strutture sociosanitarie”. Infatti “quello studio ha dato informazioni interessanti, ma ancora non se ne può trarre alcuna indicazione e men che meno vincolante”. D’altronde attualmente “nessuna raccomandazione internazionale prevede una strategia di effettuare un tampone su base regolare in tutto il personale e residenti in strutture sociosanitarie o altre istituzioni ad alto rischio”. In definitiva , conclude il medico cantonale, il tampone “rimane uno strumento diagnostico per confermare i casi positivi ed ora è stata allargata l’indicazione ad accertare la diffusione in determinate strutture dove vi sono segnali che possa essere incontrollata, per effettuare un’indagine ambientale”.