Svizzera

Scuole chiuse in tutta la Svizzera

Fino al al 4 aprile. Annullamento di tutte le manifestazioni con più di 100 persone. Le frontiere restano aperte a residenti e frontalieri

(archivio Ti-Press)
13 marzo 2020
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«La situazione è critica», ma «abbiamo i mezzi per affrontarla sul piano medico e finanziario». Ha esordito in questo modo la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga in conferenza stampa a Berna, presentando le nuove misure per combattere la diffusione del coronavirus. In sintesi: le scuole rimarranno chiuse almeno fino al 4 aprile, gli eventi con più di 100 persone saranno vietati almeno fino al 30 aprile, al massimo per i prossimi sei mesi dall’Italia potrà entrare in Svizzera solo chi lavora, così come i residenti, e l’economia sarà sostenuta con 10 miliardi di franchi.

Queste misure avranno effetto – l’obiettivo è sempre quello di limitare la diffusione del virus e proteggere le persone più vulnerabili – solo con l’aiuto di tutti, hanno sottolineato più volte sia Sommaruga, sia il 'ministro' dell’Interno Alain Berset. Insomma anche chi non è direttamente toccato dal Covid-19 deve fare la sua parte. Se ciò accadrà, Sommaruga si è detta “ottimista” sul risultato finale, ovvero l’uscita da questa crisi.

Intanto, oggi il numero di contagiati confermati ha superato la soglia delle 1’000 persone (1’125 casi) e i decessi sono saliti a 11 (due morti nel canton Vaud, uno nel canton Ginevra e un altro in Vallese). E i contagi «continueranno a salire in fretta» ha detto Berset, precisando che il Consiglio federale è pronto per adattare in qualsiasi momento la sua strategia.

Stop alle lezioni in classe

Da lunedì saranno vietate "le attività presenziali" in scuole, università e altri centri di formazione, si legge nell’ordinanza emessa ieri dal governo. Insomma, le scuole rimarranno chiuse e dovranno organizzarsi per il lavoro a distanza. Tuttavia, i Cantoni sono invitati a prevedere delle offerte di servizi per la custodia di bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo. E questo per evitare i cosiddetti contatti intergenerazionali, che, in altre parole, significa di non affidarli ai nonni, ha ribadito e sottolineato più volte Berset, visto che si tratta di persone a rischio, assieme a quelle con patologie preesistenti. La decisione di chiudere anche le scuole dell’obbligo è basata, tra l’altro, su un recente studio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dal quale emerge che tale misura può servire a limitare la diffusione del virus, anche se non è ancora chiaro quale ruolo esatto hanno i bambini nella sua trasmissione, ha spiegato il 'ministro' dell’Interno. Inoltre, anche altri Paesi europei, che in un primo momento appoggiavano la strategia della Svizzera, hanno cambiato idea, in particolare dopo la pubblicazione di questa ricerca. La decisione è anche legata all’esperienza avuta in Ticino, dove «è stato molto difficile» far capire alla popolazione perché le scuole dell’obbligo sarebbero rimaste aperte.

Solo eventi con meno di 100 persone

Sino alla fine di aprile sarà "vietato lo svolgimento di manifestazioni pubbliche e private" con più di 100 persone, stabilisce l’ordinanza. E questo in particolare per mantenere le distanze di sicurezza, così da evitare il più possibile i contagi. La popolazione si deve dunque preparare a «una sorta di nuova società», ha detto Berset, sperando che anche tutti i giovani si rendano finalmente conto della serietà della situazione: è chiaro che «non si potrà più fare festa come prima». L’esecutivo ha anche deciso che gli eventi con meno di 100 persone potranno tenersi – a meno di indicazioni contrarie a livello cantonale – solo se si potrà garantire la protezione delle persone a rischio attraverso le note misure di igiene e di 'social distancing'. Misure che dovranno rispettare anche ristoranti, bar e discoteche che potranno rimanere aperti solo se non vi saranno più di 50 persone presenti nel locale, compreso il personale.

Controlli alle frontiere

Al confine con l’Italia saranno controllate tutte le persone che vogliono entrare nel Paese: se non hanno la cittadinanza svizzera, un permesso di soggiorno o non lavorano sul territorio, allora saranno respinte. Questa misura «risponde alle richieste» formulate in particolare da «Ticino e Vallese», ha precisato la consigliera federale Karin Keller-Sutter. Sarà invece ancora permesso il transito verso un altro Paese e il trasporto di merci. Non vi sarà «nessuna eccezione» nemmeno «per i richiedenti asilo», ha detto la 'ministra' di giustizia e polizia. Uno degli obiettivi è quello di evitare di sovraccaricare gli ospedali con persone malate provenienti dall’Italia.

10 miliardi all’economia

Le misure adottate dal governo avranno «gravi conseguenze sull’economia», ha sottolineato dal canto suo il consigliere federale Guy Parmelin. Dei dieci miliardi di franchi, otto saranno immediatamente messi a disposizione per le indennità per il lavoro ridotto. L’obiettivo in quest’ambito è infatti continuare a garantire gli stipendi. Fino al 30 settembre, il periodo di attesa per beneficiare di questo strumento è così stato limitato a un giorno. Inoltre, entro il 20 marzo la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) valuterà se estendere il diritto a questa indennità anche ai lavoratori a tempo determinato e a quelli impiegati temporaneamente. Saranno pure sostenute le piccole medie imprese così come il settore dello sport e quello della cultura.