Da un lavoro di Master ecco l’idea svelata ieri dal sindaco: inserire l’autostrada all’interno della collina e 'liberare' lo spazio ora occupato dall'asfalto
L’argomento di discussione, ieri al Cinema Teatro di Chiasso, il sindaco Bruno Arrigoni l’ha sicuramente lanciato. Durante la tradizionale cerimonia di scambio degli auguri con la popolazione (oltre al ricevimento dei 18enni e alla premiazione dei migliori sportivi), infatti, non è mancato il ‘coup de théâtre’, Nella Chiasso di domani si vorrebbe che non ci fosse più l’autostrada. O meglio, che questa venga nascosta sotto la collina del Penz. Utopia? Nient’affatto, almeno sulla carta. Lo ha spiegato proprio il sindaco durante il discorso di inizio anno quello, per intenderci, dove si analizza quanto fatto durante l’anno, si evidenziano gli investimenti futuri, si ricordano le azioni politiche e i traguardi raggiunti. Come pure i fattori ‘negativi’, sempre più spesso – non per volontà – accomunati alla perdita di posti di lavoro o alla diminuzione della popolazione (vedi sotto). Di fronte a tutte queste tematiche, a catalizzare l’attenzione (con tanto di slide con mappe, render e progetto) è stata però l’autostrada, i cui lavori di costruzione sono iniziati, proprio nella cittadina, nel 1962. Perché ora non pensare a ‘nasconderla’? L’idea, ribadisce il sindaco, è seria, seppur ammetta che «forse rimarrà solo un sogno» o «forse la realizzazione la vedranno i nostri nipoti». Fatto sta che uno studio esiste ed è stato allestito dalla giovane architetta di Zurigo Elena Fontana. Architetto che ha fatto di questo progetto il suo lavoro di Master in pianificazione territoriale all’Eth della città sulla Limmat. Ebbene, l’A2 verrebbe spostata, come detto, sotto la collina del Penz, in una galleria di circa 4 chilometri. Le dogane autostradali, invece, verrebbero ‘scisse’: quella svizzera idealmente prima di via Passeggiata, quella italiana a Monte Olimpino. «Abbiamo organizzato un incontro con i Comuni vicini di Vacallo, Novazzano e Balerna – ha commentato Arrigoni –. E alla fine della presentazione ci siamo detti che poteva essere un’idea geniale». Resta da capire, ora, quali passi si vogliano intraprendere.