Mendrisiotto

Balerna: il Pian Faloppia sarà come 'Central park'

I pianificatori si sono ispirati al modello newyorkese per disegnare un 'Parco urbano': fuori verde, dentro attività innovative

Adesso c'è un piano d'azione (Ti-Press)
30 dicembre 2019
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Nel Distretto (e non solo) Balerna è uno di quei Comuni che negli ultimi anni ha vissuto il fenomeno (a prima vista straniante) dell’aumento, costante, di posti di lavoro a fronte del calo (continuo) degli abitanti. Tant’è che i primi (circa 4’500) hanno superato i secondi (attorno ai 3’350). Una tendenza che l’interesse (riacceso) per l’area del Pian Faloppia, lì fra Chiasso e Novazzano, potrebbe rafforzare. In lista d’attesa per occupare i nuovi spazi degli insediamenti spuntati di recente ci sono già delle aziende. I settori operativi? Di sicuro la farmaceutica e la meccanica di precisione d’alta gamma (cfr. ‘laRegione’ del 21 novembre). I nuovi nomi? Uno c’è, quello della ManifatturaCeraoloMoroni Ag, alla quale sono destinati i 12mila metri quadrati in dirittura d’arrivo in via Passeggiata. La ditta manifatturiera, referente nel settore orologiero delle maggiori griffe del lusso, prenderà possesso dell’‘Hub 6828’, costruito dalla Toselli (come riferito il 19 dicembre).

Innovazione, del resto, è sempre stata la parola chiave scelta per spalancare la porta al futuro di un comparto suburbano ritenuto “fortemente strategico” e iscritto a Piano direttore cantonale quale Polo di sviluppo economico. Non a caso, in origine, si è pensato di creare proprio in quella pianura un Tecnoparco. E in effetti l’idea del ‘parco’ è rimasta anche nella visione tratteggiata dai pianificatori e parte della Revisione generale del Piano regolatore che cittadini ed enti potranno consultare, adesso, fino al 31 gennaio prossimo. Il Municipio guidato dal sindaco Luca Pagani ha, di fatto, deciso di prolungare i termini per il deposito del dossier e, al contempo, per la formulazione di osservazioni e proposte.

Tecnologia e verde

Il progetto, ancorato alle carte da Planidea nel settembre 2016, non solo progetta di riqualificare la zona per intero, ma prefigura altresì l’intenzione di disegnare un ‘Parco urbano’ capace di far dialogare l’area industriale innovativa all’interno con gli elementi naturali presenti – come i corsi d’acqua Raggio e Faloppia –, la collina del Penz, il polo sportivo di Chiasso e, non da ultimo, gli spazi vissuti (residenziali). L’approccio, insomma, vuole essere di carattere ‘olistico’, introducendo, oltre al carattere tecnologico degli insediamenti, anche l’identità ‘verde’ del comprensorio. “L’idea di fondo – si spiega nel Piano di indirizzo – è che questo nuovo ‘Parco urbano’ vada a integrarsi nella logica dei parchi regionali circostanti, quali il Parco della Breggia e il Parco della Valle della Motta, in modo tale da creare una relazione di unione tra le varie zone del Mendrisiotto attraverso ‘il verde’”. Così da stimolare uno sviluppo “qualitativo”. Guardando oltre si ambisce addirittura ad “accerchiare” con il verde il nuovo polo economico, di cui si immagina una sorta di ‘porta d’ingresso’ verso Chiasso, grazie alla presenza di due edifici ‘torre’; inserendo pure una rete per la mobilità lenta (a cominciare da un percorso ciclabile lungo il torrente Raggio).

Un ‘Central park’ a rovescio

I pianificatori hanno in mente un’immagine precisa. “Il concetto – illustrano ancora nella Revisione del Pr – può essere definito come inverso a quello del Central park newyorkese, ovvero invece di definire un verde all’interno di un tessuto urbano, in questo caso il tessuto urbano verrebbe definito all’interno di un anello verde al di fuori del quale vi sono le infrastrutture e i centri urbani circostanti; questo anello verde potrebbe essere letto come l’elemento che funge da cuscinetto tra un tessuto urbano esterno che nasce da una logica spontanea e un tessuto urbano interno che nasce da una pianificazione studiata e precisa”. Da subito, d’altro canto, il rigore con cui sono stati delineati i contenuti del Pian Faloppia è stato evidente. In tal senso, visto la vicinanza del comparto al confine e l’esistenza di infrastrutture ferroviarie simili, si annota nel dossier, a quelle delle grandi città della Svizzera interna, l’area “potrebbe accogliere sia realtà di lavoro terziario, che di industria altamente tecnologica, nonché quelle attività artigianali che ancora oggi, anche se in minima parte, sono già presenti”.

L’incognita? L’area ferroviaria

Potenziale (urbanistico e paesaggistico al tempo stesso) e importanza della zona sono chiari, peraltro, anche all’autorità cantonale. Nel suo esame preliminare, però, un anno fa il Dipartimento del territorio (Dt) – che avalla, di principio, l’impianto generale della Revisione – attira l’attenzione su una tessera mancante, quella della declinazione futura della zona ferroviaria a nord di via Passeggiata. Per consolidare il nuovo assetto pianificatorio del comparto, si motiva, bisogna conoscere i piani (definitivi) delle Ffs per questa zona. Finché non saranno noti e non verranno concordate “le conseguenti possibilità di recupero e riqualifica dell’area ferroviaria”, non ci saranno le premesse per procedere (in particolare alla riconversione della superficie occupata dai binari). A questo punto la richiesta del Dipartimento è puntuale: “un coordinamento tra la pianificazione comunale e quella delle Ffs”. E questo, si annota nel rapporto, vale anche per l’accesso al futuro piazzale di carico del Pian Faloppia, “per il quale Comune e Ferrovie hanno al momento idee diverse”.

I suggerimenti del Dt

A livello cantonale si fa un ulteriore appunto: “La soluzione presentata non è ritenuta sufficientemente convincente, in quanto non si pone adeguatamente in relazione con alcuni aspetti che caratterizzano il comparto, avendo anche quale effetto la frammentazione della pianura”. Il suggerimento, una volta chiaro il quadro generale, è di tenere conto delle “caratteristiche e delle qualità del sito”, che includono i suoi limiti (territoriali e naturali), le connessioni con le zone limitrofe e le “tracce storiche evolutive” che ne restituiscono le peculiarità. Non da ultimo, si ribadisce, il concetto di ‘Parco urbano’ dovrà mantenere “la realtà agricola fedele a sé stessa”. Condivise, invece, le indicazioni relative al concetto stradale e i nuovi calcoli sulla potenzialità edificatoria nella zona industriale-terziaria innovativa, che introduce l’indice di edificabilità.