Alla porta gli inquilini (anche molto anziani) di un edificio di piazza Boffalora: ‘siamo abbandonati dalla proprietà’
«Una tegola sulla testa». È con queste parole (dette in dialetto) che un inquilino del Palazzo Carpano, composto da 26 appartamenti che si affaccia su piazza Boffalora a Chiasso, ci spiega quello che sta vivendo. Che stanno vivendo lui, inquilino classe 1930 nato a Boffalora e sua moglie – in affitto nel palazzo dal 1983 – nonché tante altre persone. Già, perché senza tanti giri di parole, alla fine di giugno, è arrivata la disdetta. Per tutti. Per i coniugi che ci hanno accolto oggi pomeriggio, per una 96enne che vive in quell’edificio da 50 anni, per un 80enne ipovedente di casa lì da quando è stato edificato il palazzo, nel 1957.
Novanta giorni per lasciare gli spazi, è il caso di dirlo, di una vita. «La legge è dalla loro parte» ci dice sconsolato il nostro interlocutore. Quel che lascia senza parole, però, «sono i modi». E quel che sta succedendo ce lo spiega un altro inquilino, che ha deciso – insieme al consigliere comunale pipidino Giorgio Fonio, il quale ha denunciato pubblicamente la storia ed è pronto a rivolgersi alle autorità – di farsi portavoce per tutti. Già, perché oltre alle varie azioni intraprese, c’è di più. Qualcuno, infatti, tramite l’ufficio di conciliazione è riuscito a procrastinare l’uscita di casa. Ma il destino parla chiaro, i proprietari hanno deciso di ristrutturare totalmente l’edifico e per farlo, bisogna lasciare gli appartamenti. «Però – sottolinea il portavoce – non meritiamo di essere trattati così. Non siamo delle bestie». Il riferimento è a quanto (non) sta facendo la proprietà. Tutto, ci viene spiegato, è ormai fermo alla fine di giugno, quando sono state notificate le disdette. Anche le pulizie: «al custode è stato inviato un sms nel quale veniva espressamente comunicato di smettere di fare le pulizie». Così è: salendo le scale dei due blocchi del palazzo lo si nota chiaramente; a farla da padrone sono foglie e ragnatele.
Ma c’è di più. Al numero civico 2 l’ascensore non funziona da qualche giorno e malgrado la segnalazione – ci raccontano – «nessuno verrà a ripararlo». Una situazione difficile che, di fatto – come racconta Fonio in un post ‘denuncia’ su Facebook – la signora di 96 anni è “prigioniera in casa sua”. Con difficoltà a deambulare, infatti, per lei risulta difficile, se non impossibile, scendere le scale. Il portavoce degli inquilini racconta inoltre che «la nafta per i riscaldamenti e per l’acqua calda è quasi finita, sono rimasti 250 litri per tutti gli appartamenti». Parlando con l’inquilino che ci ha accolti in casa abbiamo chiesto se non si siano rivolti alla nuova amministrazione del palazzo, una ditta registrata a Zugo. «Ci hanno dato un numero di telefono e i primi giorni (riferendosi a inizio luglio, ndr) rispondevano. Ora non più». Insomma, quello che viene vissuto nei due blocchi del palazzo di piazza Boffalora 2 e 3 è un sentimento di abbandono. Coscienti che la legge parla chiaro, senza tuttavia «essere trattati così».