Lo sta valutando Norman Gobbi. Oggi è un dottore privato, ma in futuro potrebbe confluire in un nuovo Istituto cantonale di medicina legale
«Stiamo valutando la possibilità di creare un Istituto di medicina legale». È questa la soluzione che il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi intende concretizzare in futuro, con l’obiettivo di dare un assetto migliore al settore, comprensivo pure della discussa figura del medico del traffico. Prospettiva su cui si sta ragionando in seno al Dipartimento, e che sta prendendo ancor più forza in seguito alle critiche e alle lamentele emerse proprio attorno alla figura del medico del traffico (vedi l’edizione di ieri). Sono soprattutto le fatture salate che hanno fatto arrabbiare più di un conducente, costretto secondo le norme federali introdotte con ‘Via Sicura’ a svolgere analisi dettagliate a seguito di un’infrazione stradale grave. Sta al medico del traffico, sulla base di perizie e accertamenti, giudicare la futura idoneità alla guida del conducente. In Ticino questa figura lavora su mandato del Cantone e ad avere le competenze richieste per svolgere la funzione è soltanto una persona, la dottoressa Mariangela De Cesare: il motivo è da ricercare nel fatto che è necessaria un’abilitazione specifica, su criteri imposti dalla Confederazione, che richiede due anni di formazione. Realtà dal 1° luglio 2015, nel corso degli anni la figura del medico del traffico ha catalizzato una serie di critiche, formulate anche tramite atti parlamentari (l’ultimo in ordine di tempo quello del democentrista Cleto Ferrari, che indicava fatture ben oltre i mille franchi). Di lunedì la presa di posizione del Fronte automobilisti Ticino, che giudicando “inutile e costoso” il servizio promette di sottoporre la questione alla Deputazione ticinese alle Camere affinché si modifichino le disposizioni di ‘Via Sicura’ al riguardo.
Alla luce delle polemiche, il Dipartimento intende muoversi? «Sì. Settimana prossima avremo un incontro con la dottoressa», risponde Gobbi a margine della conferenza stampa sulle novità alla Sezione della circolazione (leggi sotto). Visto però quanto impone ‘Via Sicura’, non ci sembra – facciamo presente al consigliere di Stato – che ci siano grandi margini di manovra da discutere con l’unica persona che in Ticino può svolgere queste analisi... Perché – chiediamo allora – non ipotizzare di statalizzare il servizio, così da avere voce in capitolo sui costi fatturati o quanto meno un controllo diretto? «La prospettiva è questa, ma si inserisce comunque in una riorganizzazione più ad ampio raggio – anticipa il direttore del Di –. L’idea è quella di creare un Istituto di medicina legale di cui faccia parte sì il medico del traffico, ma anche i medici legali attivi sul nostro territorio».
È un fiume in piena Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici ticinesi, sulla polemica riguardo al medico del traffico e sulla «situazione di monopolio» esistente in Ticino. Intanto i costi: «Sono calcolati con il Tarmed, ma è sbagliato perché il medico del traffico non è pagato dalle casse malati. Proprio per questo l’Ordine ha concordato con il Cantone un forfait di 100 franchi (invece di 120/150) a visita per i dottori chiamati a pronunciarsi sull’idoneità alla guida di anziani e autisti professionisti (i livelli 1 e 2, ndr). Lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato subito per chi si occupa dei casi gravi di guida in stato di inattitudine (livelli 3 e 4), ma per ora il Cantone non si è mosso». L’appello a non applicare il Tarmed è stato parzialmente accolto dal dottore che opera a livello 3 e che si sta formando per il 4. C’è poi la questione del monopolio: il Dipartimento delle istituzioni aveva chiesto all’Ordine di promuovere la formazione per avere più professionisti cui affidare i casi... «Attualmente l’unica persona che in Ticino può formare ‘livelli 4’ è la stessa dottoressa che già è attiva a quel livello e che si appoggia sulla Società svizzera di medicina legale (Ssml). Sono 4 anni che chiediamo un incontro con la Ssml per cercare di capire, ma tutto si è arenato».