Un maxi-indennizzo chiude il capitolo finanziario dello scandalo scoppiato in seno alla filiale della Posta. Al Ticino andranno quasi 15 milioni
“Un traguardo importante”. Così la Posta definisce l’accordo che chiude il capitolo finanziario dello scandalo che vede protagonista la sua filiale AutoPostale: l’ex regia federale risarcirà a Confederazione, Cantoni e Comuni 188,1 milioni di franchi per i sussidi ricevuti indebitamente dal 2007 a seguito di manipolazioni contabili; a questi se ne aggiungeranno altri 17,2 a titolo di “restituzione spontanea” per le irregolarità precedenti cadute in prescrizione. Totale: 205,3 milioni. Nel percorso verso “il nuovo inizio” (è la consegna-slogan inventata dai vertici della Posta per dare un taglio al passato e lasciarsi il caso alle spalle), siamo però a metà del guado. Resta aperto infatti il capitolo giudiziario.
Della prima somma indicata, 88,672 milioni andranno alla Confederazione; il resto (99,402 milioni) a Cantoni e Comuni. Al Ticino (Comuni inclusi) ne spetteranno 14,805. I Grigioni con 20,923 milioni sono il cantone maggior beneficiario del rimborso, mentre il Ticino è terzo, appena dopo Argovia (14,887 ) e davanti a Zurigo (12,642). Solo Basilea Città e Ginevra non riceveranno nulla, poiché sul loro territorio non circolano gli autobus gialli di AutoPostale.
Il presidente del Consiglio d’amministrazione della Posta Urs Schwaller lo aveva detto mesi fa; ieri lo ha ripetuto davanti alla stampa a Zurigo: «Rimborseremo ogni franco (...). Vogliamo riparare i danni e versare i rimborsi nel modo più rapido e non burocratico possibile».
L’accordo è stato siglato tra l’Ufficio federale dei trasporti (Uft), la Conferenza dei direttori cantonali dei trasporti pubblici (Ctp) e la Posta. La cifra di 188,1 milioni – indica una nota – considera le irregolarità contabili risultate dal rapporto di revisione dell’Uft di febbraio 2018 nel traffico regionale viaggiatori tra il 2007 e il 2015, i trasferimenti illeciti nel trasporto locale e su mandato, le indennità indebitamente percepite tra il 2016 e il 2018 e gli interessi dovuti per legge (quasi 27 milioni). I trasferimenti illeciti di 17,2 milioni accertati tra il 2004 e il 2006 sono prescritti, ma “la Posta ha deciso di individuare una soluzione per una loro restituzione spontanea”, si legge nel comunicato.
Ricostruire le irregolarità contabili è stata un’impresa titanica. Lo si è capito definitivamente ieri: alle pareti della sala che ospitava la conferenza stampa sono state esposte le tabelle che mostrano una per una tutte le manipolazioni contabili effettuate, persino un pagamento di 1 franco e 45 centesimi al Comune argoviese di Ammerswil...
L’accordo quadro per il pagamento – precisa la nota – acquisterà validità solo se, entro il 14 dicembre, almeno 18 Cantoni e la Confederazione avranno concluso con la Posta un accordo individuale. Il volume di rimborsi ai 18 Cantoni firmatari deve inoltre essere pari ad almeno 50 milioni di franchi. I Comuni saranno rimborsati attraverso i Cantoni. “Il calcolo degli importi destinati agli enti locali verrà effettuato nelle prossime settimane considerando la chiave di ripartizione Cantone/Comuni dei costi applicata in base alla Legge cantonale sui trasporti pubblici”, fa sapere in una nota il Dipartimento del territorio (Dt).
Città e Comuni chiedono ai Cantoni garanzie di un rimborso totale. Vogliono inoltre essere coinvolti nel processo di valutazione delle modalità di restituzione. Partiamo dal presupposto che anche le Città e i Comuni saranno completamente risarciti per i pagamenti ingiustificati, si legge in una nota dell’Unione delle città svizzere, che accoglie positivamente i risultati dell’accordo.
L’accordo illustrato ieri chiude la vicenda AutoPostale per quanto riguarda l’aspetto finanziario. Rimane ancora aperto il capitolo giudiziario. Il 27 febbraio il Consiglio federale ha affidato all’Ufficio federale di polizia (fedpol) il procedimento penale amministrativo contro la Posta, i cui uffici alla sede centrale di Berna sono stati anche oggetto di una perquisizione il 15 agosto. Non è chiaro al momento se e quando gli inquirenti federali riusciranno a incriminare qualcuno.