La richiesta formale è stata formulata dal Comando della Polizia cantonale al Consiglio di Stato. La decisione potrebbe arrivare a breve
Nei confronti dell’agente della Polizia cantonale indagata per ripetuta truffa alle assicurazioni avvenute nei garage è stato chiesto l’avvio formale della procedura che le prospetta la disdetta del contratto di lavoro. A volerlo, dopo avere preso atto dei primi riscontri emersi durante l’interrogatorio davanti al Ministero pubblico, è stato il Comando della Polizia cantonale. La richiesta si trova ora sui banchi del Consiglio di Stato. Una decisione potrebbe già essere presa nel corso della prossima settimana. Dopo la ratifica, come stabilisce l’articolo 53 della Lord (la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti), la poliziotta avrà 15 giorni di tempo per sottoporre il suo caso alla Commissione conciliativa per il personale dello Stato. «Si tratta di passi dovuti», commenta, raggiunto da ‘laRegione’, il consigliere di Stato e capo del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
L’inchiesta nei confronti dell’agente della Polizia cantonale è stata resa pubblica una settimana fa da Polizia e Ministero (cfr ‘laRegione’ dell’8 settembre). Stando alle prime risultanze dell’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna, l’agente avrebbe ingannato la sua assicurazione auto in relazione a sinistri occorsi alla sua vettura privata. La truffa sarebbe avvenuta in due occasioni e avrebbe visto coinvolto un garage di Riva San Vitale. «Le azioni commesse da un pubblico ufficiale nella sua vita privata – aggiunge Gobbi – hanno evidentemente sempre conseguenze anche nell’ambito professionale». Già la scorsa settimana, condannando l’accaduto, Gobbi si era dichiarato “fortemente amareggiato nel constatare che un’agente della Polizia cantonale, anche se fuori servizio, abbia compiuto azioni contro la legge che all’inizio della propria carriera ha giurato di far rispettare”. Nel comunicare l’apertura dell’inchiesta, il Comando ha fatto sapere di avere intrapreso i necessari provvedimenti. In un primo tempo la poliziotta sarebbe infatti stata sospesa. Ora è stato chiesto di allontanarla. Non è la prima volta che viene scelto il segnale forte. C’è un precedente, sempre nell’ambito delle truffe alle assicurazioni, applicato nel Locarnese. RED