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Una Pasqua ecosostenibile

Il lato oscuro del cioccolato

Arriva la primavera
(© Wild Wonders of Europe/Maurizio Biancarelli/WWF)
23 marzo 2024
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Pasqua è alle porte e la primavera si fa già sentire. Seppur per molte e molti la Pasqua fa parte delle celebrazioni cristiane, in altri parti del mondo si festeggia l’inizio della primavera. Molte usanze dei tempi pagani vengono celebrate ancora oggi in primavera come, ad esempio, la cacciata dell’inverno con il fuoco e tanto rumore o l’uovo di Pasqua, una tradizione antica che simboleggia fertilità e nuovi inizi. L’origine della Pasqua risiede inoltre nella festa pagana “Ostara”. Oltre all’inizio della primavera, essa celebra anche l’apertura della stagione della semina e dell’agricoltura per il nuovo anno. Molti dei rituali pasquali odierni traggono origine dalle tradizioni del passato. La lepre che ogni anno ci porta le uova di Pasqua è simbolo della dea della primavera mentre legare un bouquet pasquale di rami freschi è un’usanza pagana che accoglie il risveglio della natura. Dati tutti questi legami con le nostre origini e tradizioni, perché non festeggiare consumando di meno? Le feste, infatti, rievocano in noi sempre tanti ricordi, ma ci spingono ad acquistare di più. Ecco allora alcuni trucchetti per non appesantire troppo le spese e far del bene alla nostra Terra.

I consigli del WWF

Ecco alcuni consigli per una Pasqua ecosostenibile. Iniziamo con le decorazioni: non c’è bisogno di acquistarne troppe visto che possiamo crearne con uova dipinte, nastri, fiori di carta e altri materiali di riciclo. Il mondo del web è pieno di idee che possiamo usare come spunti. Se non abbiamo i colori per dipingere le nostre uova, ricordiamoci che si possono realizzare anche con cibi e spezie: la curcuma per tingere di giallo, la paprika per l’arancione, le rape rosse o le bucce di cipolle rosse per il fucsia, il caffè per il marrone, gli spinaci per il verde e il vino rosso per il viola. Inoltre, con un po’ di aceto o succo di limone, si possono decorare le uova colorate, sbiancando il colore naturale grazie all’acido contenuto. Se poi vogliamo svuotare le uova per appenderle, allora combinate la procedura con una buona frittata o qualche deliziosa torta. Già che parliamo del menù: scegliamo sempre prodotti a chilometro zero, locali e di stagione. In questo modo non si aiuta solo l’economia locale – messa a dura prova dalle varie crisi attuali – ma anche l’ambiente, poiché questo piccolo accorgimento aiuta a ridurre l’impatto delle produzioni fuori stagione e del loro trasporto che spesso gravano anche sul portafoglio. A questo si affianca l’importanza dal punto di vista nutrizionale. La natura, infatti, fa crescere gli alimenti in periodi specifici per sopperire alle carenze che dobbiamo affrontare mese dopo mese. Qui vi può aiutare consultare la nostra guida, che indica frutta e verdura di stagione:

https://www.wwf.ch/it/guida-frutta-e-verdura

L’indagine

Tutti amano il cioccolato e la domanda di fave di cacao e del burro che ne è l’ingrediente chiave è in aumento a livello globale. Ma tutto questo ha un prezzo: deforestazione, estinzione di specie, condizioni di lavoro precarie, lavoro minorile. Dalla nostra nuova indagine “Chocolate Scorecard”, che valuta 85 aziende, rivenditori e trasformatori di cioccolato in termini di sostenibilità, emerge che tra i più attenti in Svizzera sono Halba e Choba Choba. Nel gruppo rivenditori, invece, vediamo al primo posto la Coop, seguita dalla Lidl, mentre la Migros si colloca a metà classifica a livello mondiale. L’industria del cioccolato, che vale 254 miliardi di dollari (si prevede per il 2024), fornisce a molte persone un’importante fonte di reddito, che ha però un lato oscuro. In Ghana e in Costa d’Avorio, da dove proviene il 75% del cacao mondiale, è già stato abbattuto più dell’80% delle foreste. Un terzo di queste per creare nuove aree per le piantagioni di cacao. Questa è una conseguenza diretta dei redditi spesso troppo bassi dei contadini, che devono coltivare ancora di più per sopravvivere. Tra le 85 aziende che hanno risposto alla richiesta di informazioni per l’attuale “Chocolate Scorecard”, Choba Choba si è classificata al quarto posto nel gruppo dei nove piccoli produttori con valutazioni molto buone in tutte le categorie. Nel gruppo dei 38 grandi produttori, Halba ha ottenuto il risultato migliore, come nell’anno precedente, ed è salita al terzo posto. Anche Nestlé ha registrato dei miglioramenti: l’azienda ha posto maggiore enfasi sulla tracciabilità e sui redditi da lavoro e ora si colloca all’ottavo posto. Lindt and Sprüngli è migliorata nella categoria della protezione contro la deforestazione ed è ora al 20° posto. Delicia si è posizionata solo nella parte bassa della classifica, al 29° posto.

Il menù pasquale

Per fare la spesa in modo consapevole bisogna evitare imballaggi inutili e acquisti eccessivi. Con una lista alla mano si riesce inoltre ad acquistare solo il necessario, riducendo sprechi e inutili viaggi verso il supermercato. Un altro accorgimento è prestare molta attenzione alle date di scadenza, così da non acquistare cibi che deperiranno prima del loro effettivo utilizzo. Ultimo ma non ultimo, è importante portare sulla nostra tavola pasquale tanti prodotti sfusi e freschi, dalla frutta e verdura ai latticini, passando per le uova. E perché no? Si potrebbe pensare a un menù vegetariano o vegano scoprendo nuove ricette gustose, che fanno bene all’ambiente. Perché diciamoci la verità: no, non dobbiamo per forza mangiare sempre agnello o pesce a Pasqua (come durante gli altri giorni della settimana). Finiti i bagordi, ovviamente, possono rimanere ugualmente dei resti. Pensiamo a congelare gli alimenti in freezer, un metodo comodo e semplice per mantenere più a lungo in buono stato molti alimenti. Per chi congela prodotti, meglio puntare su contenitori riutilizzabili (idonei al contatto con alimenti e all’uso nel freezer) invece di sacchetti, fogli e pellicole monouso. Ricordiamoci di appuntare la data e il contenuto dei nostri contenitori in modo da avere una visione delle scorte. Se poi il freezer è pieno, allora via libera alla creatività: una torta salata, per esempio, può essere tagliata a cubetti, riscaldata e riproposta come aperitivo durante il pranzo di Pasqua. Oppure, invece di preparare troppo, puntiamo su un piatto solo, che rende felice tutti. Perché non chiedere già in anticipo cosa si vorrebbe mangiare? Il piatto più votato finirà sulla tavola.