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Bhutan e tigri, un successo

Progetti e finanziamenti per salvare la regina della foresta

Una tigre che si rilassa
(© DoFPS)
29 luglio 2023
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La lotta ai cambiamenti climatici va a braccetto con la perdita di biodiversità. Per questo motivo, siamo felici quando gli esperti ci comunicano che un progetto sta avendo successo. Nel Bhutan, infatti, si è riusciti ad aumentare la popolazione nazionale delle tigri. Nel 2015 si contavano ancora 103 esemplari. Oggi le stime parlano di 131 individui sul territorio. I risultati sono stati annunciati proprio oggi – in occasione della Giornata mondiale delle tigri – da sua Eccellenza Lyonchhen Dr. Lotay Tshering, primo ministro del Bhutan, a conclusione dell’indagine 2021/22, condotta dal Dipartimento delle Foreste e dei Servizi del Parco con il sostegno di Bhutan for Life, Fondazione Bhutan, Bhutan Trust for Environmental Conservation, UNEP, UNDP e WWF. Oltre a determinare la popolazione di tigri, l'indagine identifica le principali minacce per i grandi felini nel Paese – bracconaggio, perdita di habitat e conflitti tra uomo e fauna selvatica – e stabilisce le priorità delle azioni per mitigarle. Il rapporto è un invito ad agire per continuare a proteggere questi animali e i loro habitat per le generazioni future. Uno spirito che manteniamo su tutti i progetti nei vari Paesi che ospitano la regina della foresta.

La conferenza della regina

Dopo un secolo di declino, il numero complessivo di tigri selvatiche sta iniziando a crescere. In base alle ultime indagini, le popolazioni sono stabili o in aumento in India, Nepal, Bhutan, Russia e Cina. Ne rimangono circa 4’500 in libertà, ma non è un numero da ritenersi sufficiente. È infatti necessario lavorare ancora molto per proteggere questa specie se vogliamo assicurarle un futuro in natura. In alcune aree, tra cui gran parte del Sud-est asiatico, le tigri sono ancora in crisi e in declino numerico. L'ampia indagine svolta dal Bhutan che ha coperto l'85% del Paese (32’800 km2), ha riscontrato la presenza dell’animale in oltre il 15% dei 1’201 punti di ripresa. Il Bhutan detiene il record mondiale di avvistamenti di tigri alle quote più elevate – oltre i 4’400 metri – e grazie a questa approfondita ricerca si conferma che questi felini si riproducono a diverse altitudini, sostenendo l'idea che il Bhutan sia un sito di origine della regione. Il rapporto del National Tiger Survey e il WWF riconoscono che, se si vuole che le tigri in Bhutan continuino a prosperare, è necessario non perdere slancio nell’affrontare anche il conflitto dell’uomo verso questo animale. L'aumento dello scontro si traduce spesso in una minore tolleranza e rappresenta una minaccia significativa sia per la popolazione locale che per le tigri stesse. Il WWF sta collaborando con il governo reale del Bhutan e con i vari partner, comprese le comunità del luogo, per un approccio olistico al problema. In qualità di paladino della conservazione delle tigri, il governo reale del Bhutan – con il sostegno di Sua Maestà la Regina Jetsun Pema Wangchuck – ospiterà nel 2024 una Conferenza sul finanziamento sostenibile dei paesaggi delle tigri.

Le due sottospecie

Dal 2017, la IUCN ha riconosciuto due sottospecie di tigre, comunemente chiamate tigre continentale (Panthera tigris tigris), i cui maschi possono pesare fino a 600 chili, e tigre della Sonda (Panthera tigris sondaica), i cui maschi pesano circa 300 chili. Tutte le tigri insulari rimanenti si trovano solo a Sumatra (infatti sono popolarmente conosciute come tigri di Sumatra) mentre quelle di Giava e Bali sono ormai estinte. Quelle continentali comprendono attualmente le popolazioni di tigri del Bengala, della Malesia, dell'Indocina e dell'Amur (Siberia), mentre la tigre del Caspio è oramai estinta in natura. La tigre della Cina meridionale è ritenuta funzionalmente estinta. Questi animali si affidano principalmente alla vista e al suono piuttosto che all'olfatto per cacciare e generalmente si occupano di quest’attività in solitaria. Una tigre può consumare più di 80 chili di carne in una sola volta. In media partoriscono da due a quattro cuccioli ogni due anni. Se tutti i nuovi nati di una cucciolata muoiono, una seconda cucciolata può nascere entro cinque mesi. In genere, diventano indipendenti a circa due anni di età e raggiungono la maturità sessuale a tre o quattro anni per le femmine e a quattro o cinque anni per i maschi. La mortalità in giovane età è tuttavia elevata: circa la metà dei cuccioli non sopravvive oltre i due anni quando le tigri, in natura, raggiungono fino ai 20 anni di età. Sono perlopiù solitarie, a parte il rapporto speciale tra madre e figli. Le singole tigri hanno un territorio ampio, le cui dimensioni sono determinate soprattutto dalla disponibilità di prede. Gli individui marcano il loro dominio con urina, feci e graffi. In tutto il loro areale, devono affrontare pressioni incessanti dovute al bracconaggio, alle uccisioni per rappresaglia e alla perdita di habitat.

La tigre della Sonda

L'isola di Sumatra è l'unico luogo in cui tigri, rinoceronti, oranghi ed elefanti vivono insieme in natura. La presenza della tigre di Sonda è un importante indicatore della salute e della biodiversità di una foresta. Proteggere gli animali e il loro habitat significa dare beneficio a molte altre specie, tra cui l’essere umano. Questi particolari felini si distinguono per le pesanti strisce nere sul manto arancione. Si stima che nell’isola vi siano meno di 400 esemplari, che vivono in un areale più piccolo rispetto alle cugine continentali, pur di sopravvivere. L'accelerazione della deforestazione e il bracconaggio dilagante fanno sì che questa nobile creatura rischi di estinguersi come le sue cugine giavanesi e balinesi. Per arginare il problema, in Indonesia chiunque venga sorpreso a cacciare le tigri rischia il carcere e multe salate. Ma nonostante i crescenti sforzi per la conservazione delle tigri, tra cui il rafforzamento delle forze dell'ordine e delle capacità anti-bracconaggio, a Sumatra e in altre parti dell'Asia rimane un mercato sostanziale per parti e prodotti derivanti da questo animale. La sua esistenza è quindi purtroppo minacciata a causa dell’avidità delle persone. Per salvare le tigri, dobbiamo proteggere gli habitat forestali e di prateria in tutta l'Asia dove vivono. Proteggendo paesaggi ampi e biologicamente diversificati, permettiamo alle tigri di vagare e di far prosperare le molte altre specie minacciate che vi vivono. Per proteggere una sola tigre, dobbiamo conservare circa 10’000 ettari di foresta.