Un progetto tutto australiano
"Rewilding" Australia è un nuovo progetto avviato dai colleghi del WWF Australia, che ha come obiettivo il ripristino degli ecosistemi mancanti, andati distrutti a causa degli incendi devastanti o per mano degli esseri umani. L’Australia ospita ecosistemi diversificati con una flora e una fauna uniche che non si trovano in nessun’altra parte del mondo. Ma le minacce al nostro ambiente hanno portato alla triste realtà che l’Australia ha il più alto tasso di estinzione di mammiferi al mondo. Per rigenerare veramente questo Paese, come WWF abbiamo capito che dobbiamo andare oltre la semplice prevenzione di ulteriori danni e ripristinare ciò che abbiamo perso. Utilizzando la scienza e le conoscenze ecologiche indigene (Iek) si sta lavorando alla rimessa in vigore degli ecosistemi australiani. L’attenzione si concentra sul sostegno alle strategie che testano e diffondono metodi di successo per invertire il declino delle specie chiave vulnerabili. Queste includono i bandicoot (marsupiali onnivori), i potoroo e le bettonge, che svolgono un ruolo vitale di ingegneria dell’ecosistema scavando e rivoltando il terreno, migliorando la penetrabilità dell’acqua e diffondendo funghi essenziali per aiutare le comunità vegetali ad assorbire i nutrienti.
Quando si pensa all’Australia, si pensa immediatamente a canguri e koala, oppure a ragni giganti e squali bianchi. Ma l’Australia è molto di più. Tra i suoi mammiferi ci sono dei marsupiali, essenziali per la sopravvivenza degli ecosistemi: i bandicoot, i potoroo e le bettonge svolgono il ruolo di "giardiniere". Scavando il suolo seppelliscono la lettiera fogliare, contribuendo all’ulteriore circolazione delle sostanze nutritive e creando le condizioni ideali per limitare la vastità degli incendi. Il bandicoot era considerato estinto quando poi è stato riscoperto. Ma ovviamente l’allerta rimane alta anche a causa degli incendi sempre più devastanti che ogni anno colpiscono l’Australia e ne mettono a dura prova l’esistenza. Il bandicoot fa parte dell’ordine dei Peramelemorfi ed è lungo tra i 30 e gli 80 centimetri. La sua particolarità: ha un pene a due punte. Anche il potoroo dai piedi lunghi (Potorous longipes) è a rischio. Si tratta di un piccolo marsupiale grande quanto un coniglio che vive solamente nelle foreste umide e temperate dell’Australia sud-orientale, le aree purtroppo maggiormente colpite dagli incendi. Mammifero notturno, di giorno si nasconde nel folto della vegetazione per evitare i pericoli. La popolazione di questa specie era già fortemente minacciata a causa dell’areale molto ridotto, per la frammentazione e distruzione del suo habitat causata dalla costruzione di strade e per la predazione di specie introdotte dall’uomo, come cani e volpi. Lo stesso problema ha di fatto portato all’estinzione della bettongia che una volta era diffusa nell’Australia continentale. Oggi la si trova quasi solo esclusivamente in Tasmania.
Nell’ambito della missione di rigenerare l’Australia, il WWF sta collaborando con la Platypus Conservation Initiatives dell’Unsw, la Taronga Conservation Society Australia e l’Nsw National Parks and Wildlife Service per dare vita al progetto di rewilding dell’ornitorinco. Un progetto triennale dedicato al ripristino, nel Royal National Park vicino a Sydney, dell’ornitorinco, che un tempo prosperava in tutta l’Australia orientale e in Tasmania, ma del quale gli incendi, la deforestazione e l’urbanizzazione, la siccità, l’inquinamento e la predazione minacciano la sopravvivenza. Questo mammifero unico che ha come peculiarità il fatto di deporre le uova, si è estinto localmente dal Royal National Park di Sydney. Il WWF Australia ha lanciato l’iniziativa "Rewilding the platypus" per verificare se sia possibile reinsediarlo in Australia. La nostra visione è che questa straordinaria icona australiana torni a prosperare. Nei prossimi tre anni il nostro team di esperti ricercatori, scienziati, ranger ed ecologisti effettuerà un’indagine all’interno e nei dintorni del più antico parco nazionale australiano per confermare lo stato della popolazione e identificare i siti adatti alla sua reintroduzione. Successivamente, si esamineranno i siti con la presenza di molti esemplari e si procederà a identificare le potenziali popolazioni di origine. Se si coglieranno le opportunità per ripristinare l’habitat dell’ornitorinco lungo il percorso, si determinerà cosa si può fare per migliorare la salute dell’ecosistema. Una volta valutate le ampie indagini pre-traslocazione si lavorerà per reinserire l’ornitorinco nel parco. Nell’ultima fase del progetto il team continuerà a monitorare i progressi per garantire il successo del reinsediamento e salvaguardarne il recupero a lungo termine.
Quali sono le maggiori minacce per l’ornitorinco in questo momento? La siccità e gli incendi possono essere devastanti e purtroppo questo fenomeno è intensificato dai cambiamenti climatici. Anche le infrastrutture idriche sono un grosso problema. Quando vengono costruite dighe e sbarramenti, viene modificato il flusso del fiume e l’habitat in cui gli ornitorinchi costruiscono le loro tane. Anche gli attrezzi da pesca e le trappole possono essere devastanti per loro. Poi ci sono i predatori. Gli ornitorinchi si spostano spesso via terra tra i sistemi fluviali, rendendoli molto vulnerabili a volpi, gatti e cani. Ma cosa rende l’ornitorinco così importante? Molti animali australiani sono insoliti a modo loro ma questo è uno dei più unici in assoluto. Si tratta di mammiferi che depongono uova e hanno un becco e delle pinne, un’impresa evolutiva incredibile. Ma negli ultimi 150-200 anni sono costantemente sotto minaccia. Purtroppo, non sono gli unici animali di cui dobbiamo preoccuparci. Quasi tutti i mammiferi australiani sono a rischio di estinzione. È un dato terrificante. L’ornitorinco è una specie essenziale per la salute dei sistemi fluviali. Garantendogli un ecosistema fiorente, cerchiamo di proteggere il futuro di molti altri animali selvatici che condividono il suo habitat o che sono vulnerabili alle stesse minacce. La siccità degli ultimi anni e gli incendi hanno cancellato il loro ambiente di vita e molti esemplari sono stati trasferiti d’urgenza in altre aree. Fortunatamente, diversi parchi nazionali, agenzie e ricercatori universitari si sono rimboccati le maniche e sono intervenuti per aiutare.