In Svizzera 100mila ostacoli
Mekong, Tapajos, Vjosa: le centrali idroelettriche distruggono gli ultimi fiumi a flusso libero del mondo. I dannosi progetti legati all’energia idroelettrica mettono in pericolo ecosistemi fluviali unici al mondo, e così anche i mezzi di sussistenza di milioni di persone: lo dimostra il rapporto del Wwf. I danni a carico della natura sono sproporzionati rispetto ai benefici derivanti dalla svolta energetica. Le centrali idroelettriche progettate sugli ultimi grandi fiumi a flusso libero rimasti generano complessivamente meno del 2% dell’energia rinnovabile necessaria entro il 2050 per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi. Si tratta di un piccolo contributo alla soluzione della crisi climatica, ma con conseguenze potenzialmente devastanti per la natura e le persone che da essa dipendono. Anche in Svizzera gli ultimi punti caldi di biodiversità idrici rimasti risultano in pericolo. Se gli sprechi di elettricità fossero ridotti, il fotovoltaico si espandesse rapidamente e le centrali idroelettriche esistenti fossero ottimizzate dal punto di vista energetico e bonificate da quello ecologico, potremmo proteggerli e raggiungere comunque gli obiettivi della svolta energetica.
Secondo un recente studio del Wwf, in tutto il mondo esistono circa 60’000 grandi centrali idroelettriche, e ulteriori 3’700 sono in fase di pianificazione e costruzione. Le centrali frammentano habitat preziosi e impediscono la libera migrazione di pesci e altri esseri viventi, con conseguenze devastanti per gli ecosistemi e le persone che da essi dipendono: negli ultimi 50 anni, le popolazioni delle specie d’acqua dolce sono diminuite in media dell’84%. In tale contesto, l’energia idroelettrica svolge un ruolo di rilievo. Basti pensare che nella regione del Mekong il pesce costituisce la più importante fonte di proteine: nel suo bacino idrografico inferiore, oltre due terzi della popolazione beneficia delle attività di pesca. A livello mondiale tra gli ecosistemi fluviali in pericolo figurano gli ultimi fiumi a flusso libero, come il Tapajós in Amazzonia, il Mekong o l’Okavango in Angola, insieme agli ultimi fiumi selvaggi d’Europa, tra cui il Vjosa in Albania o l’Isel in Austria: sono tutti gravemente minacciati per via dei nuovi progetti idroelettrici. «I fiumi a flusso naturale sono essenziali per la salute e la resilienza della natura, soprattutto in un mondo sottoposto al riscaldamento globale», afferma Ruedi Bösiger, esperto di risorse idriche presso il Wwf Svizzera. «Le loro pianure alluvionali forniscono un prezioso contributo alla riduzione degli effetti delle inondazioni. Inoltre, gli ecosistemi fluviali formano habitat caratterizzati da una notevole biodiversità». Se si argina un fiume, il delicato equilibrio dell’ecosistema viene distrutto.
Anche quest’anno la Svizzera si farà più bella e pulita. Venerdì 17 e sabato 18 settembre tornano infatti le giornate nazionali clean up (www.igsu.ch/it/giornata-clean-up/home/). Tutte le cittadine e i cittadini sono invitati a aderire e possono organizzare un proprio evento di raccolta rifiuti, annunciandolo sul sito della Igsu. Chi invece desiderasse aggregarsi ai volontari del Wwf Svizzera italiana è senz’altro il benvenuto. Il ritrovo è fissato per sabato 18 settembre, ore 9 presso la stazione Ffs di Melide, oppure alle ore 8.30 davanti al Municipio di Bissone. L’evento è organizzato in collaborazione con i Comuni di Melide e Bissone, il Gruppo Verde Speranza e il gruppo B-Green. In particolare, ci concentreremo sui numerosi rifiuti plastici depositati lungo le sponde del Ceresio sul lato nord della diga. Rimuovere i rifiuti dall’acqua è importante per ridurre il problema della frantumazione progressiva della plastica fino a formare le nanoparticelle che vengono assorbite dai pesci e da altri organismi. Per partecipare è sufficiente avere un paio di scarpe robuste o degli stivali, dei guanti da giardino e una borraccia per dissetarsi. A tutto il resto penserà il Wwf, compreso l’aperitivo offerto al termine dell’azione a mezzogiorno. L’iscrizione è comunque necessaria per motivi organizzativi. Le famiglie sono benvenute, ma la responsabilità della custodia dei figli rimane dei rispettivi genitori. È inoltre richiesto il rispetto delle seguenti norme anti-Covid: 1. I partecipanti devono essere in perfetta salute. 2. Le mascherine non sono obbligatorie ma raccomandate quando la distanza di 1,5 m non può essere mantenuta. 3. Si raccomanda alle persone non vaccinate di fare il test entro 48 ore prima dell’evento. Per annunciarsi scrivete a: sezione@wwf-ti.ch.
Due terzi delle specie ittiche autoctone in Svizzera sono minacciati o estinti, e un mero 4% dei nostri fiumi permane allo stato naturale. Innumerevoli corpi idrici sono stati raddrizzati, compressi per via delle dighe o prosciugati. Con oltre 100’000 ostacoli (dighe, centrali elettriche, banchine ecc.), i fiumi e i torrenti svizzeri sono annoverati tra i sistemi idrici più frammentati al mondo.
La crisi climatica e quella della biodiversità sono il rovescio della stessa medaglia, per questo sono necessarie soluzioni che le affrontino entrambe congiuntamente. «Ecco perché la conversione verso un sistema di energia rinnovabile dovrebbe essere il più rispettosa della natura possibile», sostiene Bösiger. Si dovrebbe dare priorità alla promozione di tecnologie e misure ad alto potenziale e basso impatto sulla biodiversità. Anzitutto è importante ridurre gli sprechi di energia elettrica e favorire una rapida espansione del fotovoltaico. Nel caso dell’idroelettrico, già fortemente ampliato, si dovrebbero supportare l’ottimizzazione energetica e la bonifica ecologica degli impianti esistenti. Gli incentivi a favore di nuovi impianti dovrebbero essere limitati ai servizi urgenti, come l’elettricità invernale e di stoccaggio, proprio perché per la vita dentro e intorno ai corpi idrici questi gravi disagi aggiuntivi non sono più sopportabili. Inoltre, sono necessari meccanismi volti alla riduzione dei conflitti di obiettivi tra l’impiego di energia e la tutela della natura (la pianificazione congiunta ad armonizzare meglio l’espansione delle rinnovabili e la conservazione della natura).