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Il re della savana

Minacce e curiosità sui leoni

Sua maestà il re della savana
19 ottobre 2020
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I leoni (Panthera leo), a differenza degli altri grandi felini, hanno legami sociali durevoli e vivono in piccoli branchi formati da femmine imparentate tra loro e dai giovani. Il territorio di caccia del branco è di solito difeso e tenuto sotto controllo da una “coalizione” di due o tre maschi adulti che lasciano alle femmine del branco (più piccole e agili) il duro compito di cacciare e uccidere la preda, ma hanno il diritto di nutrirsene per primi! Pur essendo considerato il re di tutti gli animali e simbolo di forza per eccellenza, il leone è a rischio estinzione. Se venti anni fa se ne contavano oltre 100 mila esemplari, oggi ne sopravvivono tra i 15 e i 30 mila. Il cugino asiatico rischia anche di più: il leone asiatico, infatti, chiamato anche leone indiano o leone di Gir, una volta abitava le aree dal Mediterraneo fino all’India. Oggi questa sottospecie sopravvive solo in India e conta non più di 350 esemplari; oltretutto, solo due piccole popolazioni vivono ancora in libertà. Questo a causa della caccia illegale, dell’inquinamento idrico e della mancanza di prede naturali. L’inquinamento genetico – incroci tra consanguinei – rende inoltre questi leoni più suscettibili a malattie.

Nella savana africana

La savana africana è un’immensa prateria che si estende a perdita d’occhio, popolata da un numero incredibile di animali e caratterizzata dalla quasi totale assenza degli alberi. Fatto, questo, dovuto alle rare precipitazioni e al terreno estremamente arido o sabbioso. Qui vivono erbe (per la maggior parte graminacee) fra le più resistenti del mondo. Sono talmente forti che continuano a crescere anche dopo incendi, inondazioni e lunghi periodi di siccità, sopportando benissimo l’incessante pascolare di centinaia di migliaia di erbivori. Nella savana, qua e là punteggiata da alberi di acacia e cespugli spinosi, vivono branchi di grandi animali più numerosi che in ogni altro luogo della Terra: antilopi, zebre, gazzelle, giraffe, elefanti, rinoceronti, gnu e anche iene, avvoltoi, leopardi, leoni. Un luogo magico e prezioso che il WWF intende difendere. E, come per tanti animali, per il leone sono diverse le minacce: in primis l’agricoltura. L’espansione dei territori coltivati ha provocato una riduzione drastica degli habitat, relegando i leoni in aree non sufficientemente estese per la loro sopravvivenza. Inoltre, la riduzione degli habitat ha effetti negativi anche sulle altre specie, prede dei leoni. La seconda grande minaccia è l’uomo.

La caccia, il bracconaggio e il commercio illegale minacciano quotidianamente la vita dei felini. Anche per gli esemplari africani – come per i cugini asiatici – si registra un indebolimento genetico a causa degli accoppiamenti tra consanguinei, quindi, a una maggiore vulnerabilità al diffondersi di epidemie.

Se “sbadiglia” non fidatevi!

Ecco alcune curiosità sul re della savana. Se “sbadiglia” meglio non fidarsi: è pronto alla caccia! Fra i leoni, solo i maschi portano la “corona”, una splendida e folta criniera che diventa più scura con l’età. Il leone è il secondo felino più grande dopo la tigre. Il ruggito del leone è tra i suoni più famosi in natura, e quando un leone ruggisce viene udito fino a otto chilometri di distanza. I ruggiti iniziano dopo il crepuscolo e possono durare per tutta la notte. I leoni hanno una dieta che prevede un’ampia varietà di prede: zebre, gnu, bufali e gazzelle. Ma sono anche in grado di adattarsi facilmente e cambiare le loro abitudini alimentari. In Tanzania, ad esempio, si cibano di coccodrilli, nel Parco del Virunga di ippopotami, mentre nella zona desertica della Namibia si sono abituati a mangiare i delfini e le balene che si arenano sulla spiaggia o le foche. All’interno del branco – che può ospitare fino a 30 esemplari – esistono ruoli ben definiti. I maschi, infatti, difendono il territorio, ma soprattutto si occupano dei cuccioli. Le femmine, invece, sono cacciatrici esperte. Ogni branco vive in un’area molto vasta, che può raggiungere i 25 chilometri quadrati. Come per tutti i felini, il territorio viene marcato con l’urina. La caccia, che avviene quasi sempre di notte, prevede che la leonessa più giovane attiri la preda in un semicerchio, dove poi le più forti la uccidono. Il leone può dormire fino a 20 ore al giorno e dopo aver mangiato ha bisogno di circa quattro giorni per digerire. Se necessario, in questo periodo, può anche non bere.

I progetti WWF

Per salvare il leone, il WWF è al lavoro in Africa con numerosi progetti:

Nel Parco Nazionale del Comoé, in Costa d’Avorio (dal 1983 dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità) il WWF, insieme ad altre organizzazioni, da anni si occupa della riorganizzazione del sistema di sorveglianza, coinvolgendo le popolazioni locali nella gestione e nel controllo del territorio del parco e offrendo diverse opportunità di lavoro per i locali, anche con programmi di turismo sostenibile. Purtroppo, a causa della brutale guerra civile scoppiata nel 2002, due terzi del parco rimasero nelle mani della guerriglia. Per dieci lunghi anni, questo Paese è stato praticamente fuori controllo e ancora oggi le tensioni si fanno sentire.

Il parco transfrontaliero del Grande Limpopo si trova tra il Sudafrica, il Mozambico e lo Zimbabwe Anche qui, insieme ai vari enti locali, sono stati sviluppati progetti per un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente naturale. L’attuale territorio raggiunge una grandezza di circa 35 mila km quadrati, ma l’obiettivo è quello di aumentare l’area fino ad arrivare a 100 mila km quadrati. Questo farà diventare il Limpopo il più grande Parco dell’Africa. La parte meridionale è importante anche dal punto di vista storico e culturale. Questa zona, infatti, ospitava un’incredibile civiltà africana sin dal 1200 d.C., dichiarata Sito patrimonio mondiale Unesco, dopo che sono stati scoperti diversi oggetti in oro.

Il WWF è inoltre presente anche nel Parco nazionale del Kalahari, in Sudafrica e Botswana, dove gli esperti studiano il comportamento, la biologia, le abitudini e la consistenza delle popolazioni dei leoni, per poterli proteggere meglio. Qui troviamo piante e animali perfetti per la vita nel deserto.