Anche i rettili sanno essere genitori amorevoli
La settimana scorsa vi abbiamo parlato delle uova degli uccelli. Ma non solo i volatili depongono le uova: lo fanno anche rettili, pesci e anfibi.
Mamma coccodrillo è tra questi: nasconde le sue uova sottoterra, generalmente in luoghi sabbiosi presso i fiumi. Giunto il momento della schiusa (che più o meno arriva dopo 90-100 giorni), li sente pigolare e (per fortuna!) li dissotterra. Una volta usciti dal guscio, i piccoli coccodrilli finiscono direttamente…fra le fauci spalancate della mamma, che con molta delicatezza li porta in un posto sicuro. I coccodrilli sono dei genitori molto coscienziosi. I mesi successivi alla nascita sono una vera pacchia per i coccodrillini, se ne stanno tranquilli, al sicuro e con la pancia piena: la madre li nutre con deliziosi bocconcini di rane, rospi, pesci e insetti vari.
Troppo caviale fa male… soprattutto allo storione! Le cui uova prelibate (il caviale, appunto) sono ricercate e molto apprezzate in tutto il mondo. Lo storione, un curioso pesce lungo fino a 2 metri e con un dorso “armato” di scudi dorsali e laterali, quasi fosse un drago, è oggi in grave pericolo. A minacciarlo è la pesca eccessiva e molto spesso illegale di cui è oggetto, specialmente nei Paesi che si affacciano sul Mar Caspio, sul Mar Nero, sul Danubio e sul fiume Amur, al confine tra Russia e Cina. Il WWF, con i suoi Uffici Traffic, da anni si batte perché il commercio illegale di uova di storione sia fermato. E per assicurarsi che quello legale sia sostenibile e adeguatamente regolato.
Le uova di merluzzo: tutta un’altra storia. Eh sì, perché a differenza di quei genitori che si prendono cura della propria prole, il merluzzo (così come moltissime altre specie) abbandona le sue uova, lasciando i piccoli a cavarsela da soli. E poco male se molti finiscono per essere mangiati, tanto mamma merluzzo depone fino a 8 milioni di uova per volta! Pensi che basti ad assicurare la sopravvivenza della specie? Non hai tenuto conto di uno dei più voraci predatori del mare: l’uomo! Che sfrutta il mare e le risorse ittiche (merluzzi compresi) in modo eccessivo e con metodi di pesca poco rispettosi e troppo spesso illegali. Se non cambiamo le nostre abitudini di pesca e di alimentazione, entro il 2050 diverse specie potrebbero sparire per sempre. Tra queste specie c’è il merluzzo, così come le anguille europee, il tonno australe, il salmone dell’Atlantico, gli squali e le razze, ma anche il pesce spada, le sardine, le acciughe, i datteri di mare e i gamberi tropicali. Insomma, stiamo svuotando i mari e in cambio li riempiamo di plastica.
Anche fra i rettili esistono genitori amorevoli e pieni di premure. Sono pochi però i serpenti che si occupano “personalmente” di covare le uova, come ad esempio il pitone di Seba. Per circa tre mesi la mamma scalda i suoi piccoli contraendo la muscolatura. E in questo periodo è particolarmente aggressiva: nessuno può avvicinarsi ai suoi cuccioli non ancora nati. La femmina arrotola le sue lunghe spire e forma una specie di cesto a protezione delle uova. Poi, così acciambellata le tiene “al calduccio” per circa 80 giorni. E scusate se è poco.
C’è chi protegge le sue uova in acqua e lo fa con tutti i suoi… tentacoli! Stiamo parlando del polpo comune (Octopus vulgaris) che monta la guardia alla sua futura prole con grande attenzione! Insomma, questa mamma ha pur sempre tre cuori che battono, mica lascia i suoi piccoli al loro destino. Depone tra le 50 e le 400mila uova. Per quasi due mesi non si sposta da loro, perdendo tantissimo peso. Per questo motivo quasi sempre, dopo la schiusa, muore. Poi ci sono specie che, per non perderle di vista, le uova se le portano sempre dietro. In mille modi diversi e nei posti più strani. Il maschio del cavalluccio marino, per esempio, le tiene in una speciale tasca posta sul ventre. Un suo parente dei mari tropicali, che di tasche non ne ha, le uova le trasporta invece saldamente ancorate alla coda. Ma torniamo a papà cavalluccio marino: bisogna anche sapere che è lui a “partorire” i piccoli. Le uova, infatti, finiscono nell’apposito marsupio grazie alla femmina che le depone lì. Il maschio feconda le uova nel suo ventre e porta a termine la gravidanza. I piccoli vengono al mondo da nove a trenta giorni dopo. La maggior parte delle specie partorisce dai cento ai trecento cuccioli alla volta, ma esistono specie che hanno quasi duemila piccoli in un colpo solo! Dopodiché, però, i piccoli – grandi solo pochi millimetri – dovranno cavarsela da soli. Poi c’è chi sceglie di caricarsi la futura prole sul dorso, come la rana Fritziana goeldii, la buffissima pipa pipa e il recalcitrante maschio della cimice d’acqua gigante. Lui questo peso mica lo vorrebbe, così cerca di liberarsene, grattandosi. Ma i suoi sforzi sono inutili: la femmina, più grande di lui, le uova sulla “schiena” gliele ha proprio appiccicate! Stessa cosa succede pure all’alite ostetrico (Alytes obstetricans), una specie di buffa rana col nasone. Lui può trasportare sulla schiena fino a 150 uova e lo fa per diverse settimane. Una volta che ha capito che i suoi piccoli sono pronti, raggiunge una fonte d’acqua per farli nascere.